28 Jun, 2025 - 12:20

Pensione troppo bassa? Ecco come ottenere l’integrazione al minimo INPS nel 2025

Pensione troppo bassa? Ecco come ottenere l’integrazione al minimo INPS nel 2025

Quando la pensione non basta a coprire le spese essenziali, entra in gioco l’integrazione al trattamento minimo, uno strumento pensato per garantire un reddito dignitoso a chi percepisce meno di 600 euro al mese.

Ma non tutti possono beneficiarne: per ottenere questo sostegno è necessario trovarsi in una condizione economica svantaggiata e aver versato almeno una parte dei contributi entro il 31 dicembre 1995, così da aver diritto al calcolo retributivo della pensione.

L’importo minimo garantito si aggira intorno ai 600 euro mensili, comprensivi della rivalutazione straordinaria confermata anche per il 2025, un aiuto in più per chi ha pensioni sotto questa soglia.    

In questo articolo, spiegheremo subito qual è l’importo minimo della pensione, un passaggio necessario alla comprensione di chi sono i beneficiari dell’integrazione e come richiederla.

Qual è l’importo minimo della pensione 2025

Per capire come funziona l’integrazione al trattamento minimo, bisogna partire dall’importo della pensione minima, che viene aggiornato ogni anno.

Le pensioni vengono adeguate all’aumento del costo della vita, così da mantenere il loro valore reale. Nel 2025, grazie a una rivalutazione dello 0,8%, la pensione minima è salita a 603,40 euro al mese, cioè 7.844,20 euro all’anno.

Chi sono i beneficiari dell’integrazione alla pensione

I pensionati che hanno intenzione di ottenere il trattamento minimo bisogna rispettare due condizioni. 
La prima riguarda i contributi versati: possono chiederla solo i pensionati che hanno almeno un contributo pagato entro il 31 dicembre 1995, cioè chi ha una pensione calcolata con il sistema retributivo o misto.

La seconda riguarda il reddito complessivo. Per ricevere l’integrazione completa, che porta la pensione a 603,40 euro al mese, il reddito totale del pensionato deve essere inferiore a 7.844 euro all’anno.

Se, invece, il reddito è più alto, ma resta sotto i 15.688 euro, l’integrazione viene ridotta. Per chi ha una pensione liquidata dal 1994 in poi, si tiene conto anche del reddito familiare. Se il reddito del nucleo familiare è sotto i 31.376 euro, l’integrazione è piena; se è tra 31.376 e 39.221 euro, l’integrazione è parziale.

Integrazione alla pensione: come si calcola in modo facile

Chi ha un reddito annuo inferiore al trattamento minimo ha diritto all’integrazione piena. Per esempio, un pensionato che percepisce 400 euro al mese di pensione e ha un reddito annuo complessivo di 6.000 euro può chiedere l’integrazione per ricevere ogni mese circa 203,40 euro in più, arrivando così al minimo garantito di 603,40 euro.

Se, invece, il reddito annuo è compreso tra 7.844,20 e 15.688,40 euro, l’integrazione viene calcolata in modo ridotto. In questo caso, si sottrae dal doppio del trattamento minimo annuo il reddito del pensionato, e il risultato si divide per 13 mensilità.

Se il pensionato ha un reddito annuo di 10.000 euro, l’integrazione sarà di circa 5.688 euro l’anno, ovvero 437,57 euro al mese, portando la pensione a 637,57 euro, poco sopra il minimo previsto.

Lo stesso vale per il reddito familiare: l’integrazione è totale se resta sotto i 31.376 euro, mentre tra questa soglia e i 39.221 euro viene calcolata in modo ridotto, con una formula che sottrae il reddito familiare da cinque volte il trattamento minimo e divide il risultato per 13 mensilità.

Come richiedere l’integrazione alla pensione

La rivalutazione straordinaria per le pensioni al di sotto del minimo viene applicata automaticamente dall’Inps, senza necessità di alcuna richiesta.

Diverso è il discorso per l’integrazione al trattamento minimo, per la quale è indispensabile presentare domanda.

Per facilitare questa procedura, l’Inps ha lanciato il Consulente digitale delle pensioni, un servizio online che consente ai pensionati di verificare in autonomia il diritto all’integrazione e di essere guidati passo dopo passo nella compilazione della domanda.

Chi preferisce, può comunque rivolgersi al numero verde Inps o farsi assistere da un patronato, specialmente per chi non ha dimestichezza con gli strumenti digitali.

Va ricordato che, insieme alla richiesta dell’integrazione, è possibile ottenere anche gli arretrati relativi agli ultimi cinque anni.

Integrazione pensione al trattamento minimo: cosa sapere nel 2025

L’integrazione al trattamento minimo è un sostegno economico che garantisce una pensione di almeno 603,40 euro al mese a chi percepisce meno e ha versato contributi entro il 1995.

Il beneficio spetta a chi ha un reddito personale o familiare entro certi limiti, con importi pieni o parziali a seconda della situazione economica.

Per le pensioni sotto la soglia, l’Inps applica automaticamente la rivalutazione straordinaria, ma per l’integrazione è necessario presentare domanda, anche online tramite il Consulente digitale. È possibile richiedere anche gli arretrati fino a cinque anni.

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