30 Jun, 2025 - 14:16

Di Battista alla manifestazione per Gaza: "Israele governato da nazisti, coloni come il Ku Klux Klan”

Di Battista alla manifestazione per Gaza: "Israele governato da nazisti, coloni come il Ku Klux Klan”

Oltre 15mila persone hanno risposto sabato all’appello di Alessandro Di Battista e dell’Associazione Schierarsi, radunandosi a Roma per una grande manifestazione a sostegno del popolo palestinese. L’iniziativa, intitolata Non in mio nome, ha voluto rompere il silenzio su quanto sta accadendo a Gaza e in Cisgiordania, chiedendo al governo italiano un impegno immediato e concreto a favore del popolo palestinese. Sul palco si sono alternate voci della musica – Daniele Silvestri, Margherita Vicario, Gemitaiz, Frenetik & Orang3 – e del giornalismo, con gli interventi di Francesca Albanese, Peter Gomez, Sigfrido Ranucci e Rula Jebreal.

A margine della manifestazione, dopo essere intervenuto sul palco, Di Battista ha ribadito il senso profondo del suo sostegno a Gaza, sottolineando come la battaglia per i diritti del popolo palestinese riguardi il futuro dell’intera umanità. Denunciando l’ipocrisia dell’Occidente, l'ex deputato ha duramente attaccato la classe dirigente italiana, colpevole di ignorare la petizione firmata da oltre 80mila cittadini per il riconoscimento dello Stato di Palestina e di intrattenere rapporti con lo “Stato genocida di Israele”.


Manifestazione per Gaza, l’intervento di Di Battista

La prima critica di Alessandro Di Battista è al governo della “donna, madre e cristiana”, definizione che Giorgia Meloni diede di sé stessa nell’ottobre 2019, dal palco di piazza San Giovanni a Roma. “Non so come riesca a dormire di notte. Politicamente, Meloni ha le mani sporche del sangue di decine di migliaia di bambini palestinesi, afferma l’ex deputato del Movimento 5 Stelle, oggi vicepresidente dell’Associazione Schierarsi, promotrice della manifestazione.

La critica di Di Battista - condivisa anche da Moni Ovadia - si estende all’intera Unione Europea, un’organizzazione fallita che si dovrebbe sciogliere: parlano di valori, ma non riescono nemmeno ad applicare un pacchetto di sanzioni a uno Stato genocida e terrorista”. Sotto accusa, in particolare, “lo stomachevole doppio standard” delle istituzioni comunitarie: "hanno approvato 18 pacchetti di sanzioni contro la Federazione Russa e zero contro uno Stato governato dai nazisti”.

Le accuse contro Israele

Proprio il termine “nazisti”, riferito al governo israeliano, è ripetuto più volte da Alessandro Di Battista. Secondo l’attivista, la narrazione del “popolo eletto” israeliano si pone in diretta continuità con quella secondo cui i nazisti si autodefinivano “razza superiore”: una costruzione ideologica, afferma Di Battista, da cui deriva la “disumanizzazione necessaria ad auto giustificare il genocidio” e a pensare che “i bambini palestinesi siano animali che, come tali, meritino di essere assassinati”.

Ma non solo. I coloni israeliani, sostiene Di Battista, sono del tutto assimilabili a un nuovo Ku Klux Klan:Gli aiuti vengono bloccati dai sionisti al potere o distrutti dai coloni israeliani, che sono il nuovo Ku Klux Klan. Si comportano esattamente allo stesso modo: basta vedere i loro pogrom ai danni dei palestinesi”.

L’insieme di questi elementi, secondo l’ex deputato 5S, impedisce di continuare a considerare Israele una democrazia. La conferma è nella ricostruzione pubblicata dal quotidiano israeliano Haaretz, che ha raccolto le testimonianze di soldati israeliani ai quali sarebbe stato ordinato di sparare sui civili: “L’esercito israeliano spara sulle folle e utilizza gli aiuti come esca, come accadeva nei campi di concentramento”.

L’attacco contro l’ipocrisia dell’Occidente su Gaza

Il tradimento dei valori democratici, tuttavia, non riguarda soltanto Israele, ma anche – e soprattutto – l’Occidente, che secondo Di Battista “continua a sbandierare un’etica e una superiorità morale” del tutto inesistente: “l’unica cosa che oggi ha di superiore il blocco occidentale è l’ipocrisia”, afferma l’attivista.

La critica si estende anche al governo italiano, accusato di continuare a evocare la formula “due popoli, due Stati” senza mai compiere il passo decisivo: riconoscere lo Stato palestinese. In questo passaggio, Di Battista punta il dito soprattutto contro il ministro degli Esteri Antonio Tajani, definito provocatoriamente “il ministro degli Esteri di Israele in Italia”. A suo avviso, diversi Paesi europei si sono dimostrati più coraggiosi dell’Italia. “Oggi è molto più sovranista Sánchez dei vari Meloni, Salvini e compagnia cantante”. 

Un attacco diretto viene riservato anche a Stefania Craxi, presidente della Commissione Affari Esteri del Senato, accusata di aver completamente dimenticato il messaggio del padre, Bettino Craxi, che durante la crisi di Sigonella del 1985 "rivendicò il diritto dei palestinesi a ricorrere alla lotta armata per cacciare un invasore”.

Il sostegno al diritto alla difesa palestinese

Un diritto, quello alla lotta armata, che Alessandro Di Battista rivendica per Gaza con convinzione:Cosa dovrebbe fare un palestinese a cui distruggono la terra, uccidono i figli, versano sostanze chimiche sui campi e non lasciano alcuno spazio politico?  È comodo dire che chi prende un fucile è un terrorista, ma i veri terroristi sono coloro che occupano e si fanno difendere dalla forza militare più potente al mondo: gli Stati Uniti”. A proposito del ruolo americano, l'attivista denuncia la continuità tra le amministrazioni, senza distinzione:Il genocidio è iniziato con Biden e Harris, ora va avanti con Trump”.

Per questo, secondo Di Battista, è necessario decolonizzare il linguaggio: Non si deve più parlare del 7 ottobre, ma dell’8 ottobre, quando è cominciato il genocidio del popolo palestinese. Non si deve più parlare di sionismo, ma di nazional-sionismo, una dottrina fondamentalista e fanatica”. Un’operazione di chiarezza e verità, la definisce l'ex deputato, da portare avanti senza timore di rappresaglie fondate “sull’uso strumentale e stomachevole dell’antisemitismo, usato per coprire le nefandezze” compiute a Gaza.

La critica al piano di riarmo

Dalla questione palestinese – “che ha a che fare con il futuro del mondo” – Di Battista allarga lo sguardo al tema del riarmo globale, denunciando un sistema in cui i principali fondi finanziari e le banche d’affari internazionali finanziano, come maggiori investitori, le cinque più grandi fabbriche di armi del pianeta, tutte con sede negli Stati Uniti.

Un sistema, appunto, secondo l’ex parlamentare “perfettamente interconnesso: il totalitarismo di oggi è il capitalismo finanziario, che detiene pacchetti azionari nelle industrie belliche, nelle case farmaceutiche e persino nei social media”, come dimostra l’inchiesta della BBC sull’algoritmo di Facebook, che avrebbe limitato la diffusione dei contenuti provenienti da Gaza. Una prova, sostiene Di Battista, di come la finanza – “che oggi ha il primato sulla politica” – orienti anche l’informazione.

Infine, l’affondo sulla Nato, accusata di aver approvato il piano di riarmo attraverso l’invenzione di un nuovo nemico – la Russia - che fino a poche settimane fa era “descritto come incapace di combattere, a corto di missili mentre oggi è così forte da poter invadere l’Europa orientale entro i prossimi tre - quattro anni”.

L'articolo in quattro punti

  • Manifestazione a Roma a sostegno della Palestina
    Oltre 15mila persone hanno partecipato alla manifestazione “Non in mio nome” organizzata da Alessandro Di Battista e l’Associazione Schierarsi, con l’obiettivo di chiedere al governo italiano un impegno concreto per il popolo palestinese, denunciando la situazione a Gaza e in Cisgiordania.
  • Critiche al governo italiano e all’Unione Europea
    Di Battista attacca duramente il governo Meloni e l’Unione Europea, accusandoli di ipocrisia e di non applicare sanzioni a Israele, definito da lui uno Stato “genocida e terrorista”. Denuncia inoltre il doppio standard delle istituzioni europee, che hanno sanzionato la Russia ma non Israele.
  • Riflessioni sul ruolo degli Stati Uniti e sul linguaggio
    L’ex deputato sostiene la necessità di decolonizzare il linguaggio riguardo al conflitto, denunciando la continuità tra le amministrazioni americane e la politica di genocidio verso i palestinesi, e invita a riconoscere apertamente la natura fanatica del “nazional-sionismo”.
  • Denuncia del sistema del riarmo globale e censura sui social
    Di Battista allarga lo sguardo al sistema del riarmo globale, sottolineando il ruolo dominante degli USA e degli investitori finanziari nelle industrie militari, farmaceutiche e dei social media, citando l’inchiesta BBC sull’algoritmo di Facebook che limita la visibilità dei contenuti palestinesi. Critica anche la NATO per aver creato un nemico artificiale, la Russia.

 

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