02 Jul, 2025 - 07:00

I post di Calenda che lasciano pensare a riavvicinamento al campo largo: da che parte sta Azione?

I post di Calenda che lasciano pensare a riavvicinamento al campo largo: da che parte sta Azione?

Una settimana di smacchi al governo Meloni, dopo mesi e mesi di voci che lo posizionavano all'interno della coalizione di centrodestra. Carlo Calenda sorprende ancora: il segretario di Azione, negli ultimi sette giorni, è stato molto polemico nei confronti dell'esecutivo nazionale e dei suoi alleati a livello europeo. A partire dal 24 giugno, Calenda ha criticato sia il Partito Democratico che la presidente del Consiglio per aver citato l'ex presidente del Consiglio, Alcide De Gasperi, e l'ex premier britannica Margaret Thatcher.

C'è di più. Calenda si è anche recato a Budapest per il Pride organizzato in Ungheria, dove ha contestato assieme agli altri leader del centrosinistra il presidente magiaro Viktor Orban, alleato di Meloni e dalle posizioni non troppo dissimili da quelle della premier. Poi la risposta al presidente del Senato, Ignazio La Russa, che si chiede perché il centrosinistra non ricordi i carri armati sovietici nel 1956: Calenda gli domanda se abbia mai buttato quel famoso busto di Mussolini che conserva in casa.

Insomma, frizioni con il governo e un leggero riavvicinamento al centrosinistra – verso il quale resta pur sempre critico. Il segretario di Azione, a tre mesi dal congresso con ospite speciale Giorgia Meloni, sta virando un'altra volta verso l'opposizione? A dire il vero, lo stesso Calenda aveva annunciato che sarebbe stato "al centro".

Le critiche al centrodestra

"Vorrei un capo di governo che sappia tenere testa a Trump": è iniziata così la lunga fila di polemiche in sette giorni di Carlo Calenda nei confronti del governo Meloni. Quella del 24 giugno è una dichiarazione fatta poco prima di alcune pesanti dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti nei confronti dell'Unione Europea, trattata molto male dopo il summit Nato dell'Aja. Meloni non è esente da colpe, sebbene non venga citata.

Poi, qualche ora più tardi, compare un intervento in Senato del segretario di Azione nel quale vengono condannati i populismi, sia vicini al centrosinistra che al centrodestra. Nel primo caso la nota di biasimo è nei confronti del Pd, che cita De Gasperi senza sapere che – a detta di Calenda – avrebbe condannato i 5 Stelle, nel caso di Meloni (che ha citato Thatcher), invece Salvini e la Lega.

Infine, la partecipazione al Pride di Budapest: l'evento che ha riunito tutti gli esponenti del centrosinistra nella capitale ungherese. Calenda non è mancato all'appuntamento e ha anche contestato una dichiarazione del presidente del Senato, Ignazio La Russa, sull'occupazione sovietica del 1956. Alla seconda carica dello Stato, che si chiede se la sinistra abbia mai condannato quanto accaduto allora, Calenda risponde se La Russa avesse mai buttato il busto di Mussolini che teneva in casa.

Il tutto culmina con un intervento a Radio Atreju, nel quale il segretario di Azione, provocato, risponde a tono al giovane conduttore.

Riavvicinamento al centrosinistra? Non proprio

No, Calenda non si sta riavvicinando al centrosinistra. I segnali di una presa di posizione su alcuni temi cari al campo largo sono netti, ma non sono mancate le critiche negli scorsi giorni, al pari di quelle avanzate nei confronti del governo Meloni. Calenda ha infatti attaccato i Cinque Stelle e i due leader del centrosinistra: la segretaria del Pd, Elly Schlein, e il presidente pentastellato, Giuseppe Conte. La prima durante la trasmissione di Paolo Del Debbio, Dritto e Rovescio, mentre il secondo sul Superbonus, la misura che avrebbe permesso la ristrutturazione degli immobili a carico dello Stato.

Il segretario di Azione, inoltre, si è recato al monumento dei caduti della rivoluzione del 1956 a Budapest dopo il Pride, in risposta a La Russa. Una mossa per far capire di non essere allineato totalmente al centrosinistra?

Dove si posiziona Calenda?

"Resto al centro": questa è la dichiarazione di Carlo Calenda in un'intervista di sei giorni fa al Quotidiano Nazionale. Il segretario di Azione non fa passi indietro e spiega le ragioni per cui è necessario occupare uno spazio centrista nella politica italiana. Nel corso dell'intervista, Calenda contesta la linea di Schlein e di Meloni dicendo che pensano alla "guerra di rumore fra di loro" e rivendica l’approvazione trasversale della sua mozione sulla difesa europea come segnale della necessità di un’Europa forte e indipendente di fronte a minacce globali, come Trump e Putin.

Critica duramente l’atteggiamento remissivo dell’Europa e propone una risposta unitaria di Germania, Francia, Italia e Regno Unito. Esclude manovre politiche per cambiare governo, ma denuncia l’irrilevanza dei due poli, condizionati da populismi anti-europei. Calenda sostiene la necessità di un centro solido per garantire stabilità, evitando governi tecnici e rilanciando l’europeismo come obiettivo condiviso da destra e sinistra responsabili.

Riassunto in tre punti

  • Settimana di attacchi al governo Meloni: Carlo Calenda ha criticato apertamente sia il centrodestra che il centrosinistra, in particolare su temi europei e simbolici, partecipando anche al Pride di Budapest.
  • Nessun reale riavvicinamento al centrosinistra: Nonostante la presenza a eventi progressisti, Calenda ha continuato ad attaccare i leader del centrosinistra e a prendere posizioni autonome.
  • Rivendicazione del centro politico: Il segretario di Azione riafferma la sua collocazione centrista, invocando un’Europa forte e responsabile, lontana da populismi e scontri ideologici.

 

 

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