Il bonifico bancario, da sempre mezzo di pagamento sicuro e regolamentato, si prepara a una trasformazione sostanziale.
A partire da ottobre 2025, nell’intera Unione Europea entrerà in vigore un pacchetto normativo che obbligherà istituzioni finanziarie, operatori fintech e utenti a rispettare nuovi requisiti informativi. Al centro della riforma c’è l’introduzione formale della Travel Rule, uno standard internazionale pensato per rendere i trasferimenti di denaro - tradizionali e digitali - più trasparenti e tracciabili.
Il nuovo assetto normativo, già approvato a livello comunitario, pone vincoli stringenti su dati anagrafici e sistemi di verifica delle identità. Il quadro operativo per i bonifici SEPA e per le criptovalute cambia in modo significativo.
Ma quali dati saranno richiesti per effettuare un bonifico bancario? Cosa devono aspettarsi i cittadini? E come saranno coinvolti i fornitori di wallet digitali e exchange?
Prima di dare una risposta esauriente ai diversi quesiti, vi lasciamo alla video guida YouTube di Angelo Greco su quali bonifici possono far scattare i controlli fiscali.
La Travel Rule, già in vigore da anni negli Stati Uniti e ora armonizzata nel diritto dell’Unione, è contenuta nella Raccomandazione 16 del GAFI (Gruppo di Azione Finanziaria Internazionale). Con il Regolamento (UE) 2023/1113, approvato in via definitiva, diventa obbligatoria anche per i trasferimenti effettuati all’interno dei confini europei.
Nel dettaglio, per ogni bonifico bancario superiore a 1.000 euro - anche tra soggetti privati - sarà necessario trasmettere informazioni anagrafiche complete del mittente e del beneficiario: nome, cognome, indirizzo (con Comune e Stato), data di nascita e coordinate bancarie. Si tratta di un passaggio che alza l’asticella dei controlli per tutte le operazioni bancarie, soprattutto in ambito cross-border.
Le informazioni viaggeranno “con” il bonifico. I soggetti che gestiscono i pagamenti, come banche, PSP e operatori fintech, dovranno garantire che ogni transazione sia accompagnata da un set informativo conforme. In caso contrario, l’operazione potrà essere respinta o bloccata. L’obiettivo è rafforzare i presidi antiriciclaggio e ridurre l’operatività delle reti illecite nei trasferimenti bancari internazionali.
Per i clienti retail e corporate, la novità più tangibile sarà l’introduzione del Verification of Payee, un sistema automatico che verifica la corrispondenza tra il nome del beneficiario e l’IBAN inserito. Se i dati non coincidono, il bonifico bancario non verrà eseguito.
Non sarà più sufficiente conoscere l’IBAN del destinatario: la verifica del titolare effettivo del conto sarà parte integrante del processo di pagamento. Anche per i bonifici SEPA tra conti noti, ogni errore formale - dal refuso ortografico alla mancanza di un’informazione anagrafica - potrà generare uno stop dell’operazione.
Le banche e i prestatori di servizi di pagamento saranno inoltre obbligati a conservare i dati trasmessi e a monitorare eventuali anomalie, secondo logiche di compliance e segnalazione.
Tutto questo si traduce in un nuovo approccio alla gestione dei dati bancari per i cittadini, che richiederà maggiore precisione e consapevolezza nell’inserimento delle coordinate di pagamento.
Il principio della Travel Rule non si applicherà solo ai bonifici bancari tradizionali. Il regolamento europeo estende infatti gli obblighi anche ai trasferimenti in criptovalute, coinvolgendo wallet digitali, piattaforme di scambio e operatori fintech.
A partire dal 2025, ogni operazione in valuta virtuale superiore a 1.000 euro dovrà essere accompagnata da un set informativo identico a quello richiesto per i bonifici bancari in euro. Nome, cognome, indirizzo e data di nascita del mittente e del destinatario diventeranno dati obbligatori anche per chi opera tramite exchange o wallet custodial.
Gli operatori del settore saranno responsabili della raccolta, conservazione e trasmissione dei dati, nonché dell’adozione di strumenti di identificazione robusti in linea con i requisiti KYC (Know Your Customer). Per gli utenti, il cambiamento segna la fine dell’anonimato operativo anche nel comparto crypto, in una logica di convergenza normativa tra finanza tradizionale e digitale.