11 Jul, 2025 - 10:08

Delitto di Garlasco, le foto che potrebbero cambiare tutto

Delitto di Garlasco, le foto che potrebbero cambiare tutto

A diciotto anni dall’omicidio di Chiara Poggi, il caso di Garlasco continua a suscitare attenzione e nuovi sviluppi. La Procura di Pavia, impegnata nella cosiddetta “inchiesta bis”, ha recentemente riacceso i riflettori su due figure chiave: Mustapha Etarazi, il muratore egiziano che ha trovato misteriosi oggetti nel canale di Tromello, e Franca Bermani, la storica vicina di casa della famiglia Poggi.

Queste nuove testimonianze si inseriscono in un quadro investigativo che, tra accertamenti scientifici e raccolta di dichiarazioni, cerca di fare luce su uno dei delitti più discussi della cronaca italiana.

Il ritrovamento nel canale di Tromello e le foto degli oggetti

Uno degli elementi più rilevanti di questa nuova fase investigativa è la testimonianza di Mustapha Etarazi. Nel 2018, durante lavori di pulizia nel tratto di canale vicino alla sua abitazione a Tromello, Etarazi ha rinvenuto diversi oggetti: un attizzatoio, un’ascia, la testa di una mazzetta e, dettaglio cruciale, delle scarpe con la suola a “pallini”, taglia 43/44.

L’uomo ha raccontato di aver conservato gli attrezzi per uso personale, mentre altri oggetti, tra cui abbigliamento e scarpe, sono stati fotografati e poi gettati via perché inutilizzabili. Le fotografie sono ora in possesso della Procura, protette dal segreto istruttorio, e potrebbero rivelarsi decisive.

La particolarità delle scarpe ritrovate — la suola a pallini — richiama immediatamente l’impronta lasciata nel sangue di Chiara Poggi, al centro di numerose perizie e dibattiti processuali. Questa impronta, storicamente attribuita ad Alberto Stasi, unico condannato per l’omicidio, è tornata al centro dell’attenzione perché Stasi calza il 42, mentre le scarpe ritrovate erano di taglia superiore, compatibile invece con quella dell’attuale indagato Andrea Sempio, che indossa il 44.

La posizione di Franca Bermani

Parallelamente, la Procura ha tentato di ascoltare nuovamente Franca Bermani, la vicina di casa che già nel 2007 aveva riferito di aver visto una bicicletta nera appoggiata al muro della villa dei Poggi la mattina del delitto. Oggi novantenne, la signora Bermani si è detta indisponibile a rilasciare ulteriori dichiarazioni per motivi di salute, come attestato da un certificato medico presentato dai familiari.

La sua testimonianza resta comunque agli atti: la bici nera, elemento controverso, fu sequestrata solo nel 2014 e non corrispondeva, secondo la donna, a quella vista il giorno dell’omicidio.

Indagini tra scienza e testimonianze

La nuova inchiesta si muove su due binari: da una parte le consulenze scientifiche, con l’analisi di impronte e DNA, dall’altra la raccolta di testimonianze, vecchie e nuove. Gli accertamenti genetici, condotti nell’ambito dell’incidente probatorio, hanno finora individuato solo profili di Chiara Poggi e Alberto Stasi nei reperti analizzati, senza tracce di Andrea Sempio. Tuttavia, il ritrovamento delle scarpe e il racconto di Etarazi potrebbero aprire nuovi scenari.

Nonostante la sentenza definitiva che ha condannato Alberto Stasi a 16 anni di reclusione, il caso Garlasco rimane avvolto dal mistero. Le nuove testimonianze e i reperti emersi dal canale di Tromello alimentano dubbi e speranze di una svolta. La Procura continua a lavorare nel massimo riserbo, consapevole che ogni dettaglio potrebbe cambiare la narrazione di una vicenda che, dopo quasi due decenni, non smette di interrogare l’opinione pubblica e la giustizia italiana.

Le prospettive

La raccolta delle nuove testimonianze e l’analisi dei reperti proseguiranno nelle prossime settimane. L’attenzione resta alta, soprattutto in attesa di eventuali sviluppi scientifici che possano confermare o smentire le piste attualmente al vaglio degli inquirenti. Nel frattempo, la comunità di Garlasco e l’Italia intera continuano a chiedersi se la verità sia davvero stata raggiunta, o se il caso Poggi debba ancora svelare il suo ultimo, decisivo segreto.

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