Nel panorama dei grandi casi di cronaca nera italiana, il delitto di Garlasco occupa un posto di rilievo per la sua complessità e per le numerose ombre che ancora avvolgono la vicenda. Tra i protagonisti indiretti di questa storia c’è Franca Bermani, la vicina di casa della famiglia Poggi, la cui testimonianza si è rivelata centrale nelle indagini e nei processi. Oggi, a distanza di quasi diciotto anni dall’omicidio di Chiara Poggi, il suo nome torna d’attualità: la Procura l’ha nuovamente convocata per raccogliere ulteriori dichiarazioni, nel quadro delle nuove indagini sull’omicidio.
Franca Bermani è una residente storica di Garlasco, una donna che, all’epoca dei fatti, aveva 72 anni e viveva accanto alla villetta dei Poggi in via Pascoli. La sua esistenza tranquilla è stata sconvolta la mattina del 13 agosto 2007, quando Chiara Poggi venne uccisa nella sua abitazione. Bermani, in quei giorni, si occupava di dare da mangiare ai gatti nella villa della figlia, poco distante dalla casa dei Poggi.
La mattina dell’omicidio, intorno alle 9:10, Franca Bermani notò una bicicletta nera da donna appoggiata al muro della villetta dei Poggi. Questo dettaglio, apparentemente marginale, è diventato uno degli elementi più discussi e controversi del caso. Bermani ha sempre dichiarato di essere certa dell’orario, abitudine che le deriva dal controllare spesso l’orologio, e di aver notato la bici perché le ricordava quella che aveva ricevuto in dono da giovane, anche se la sua era verde.
La descrizione fornita dalla testimone era precisa: una bicicletta nera, senza cestino, con fanale cromato e manopole nere, in buone condizioni e con una protezione nera sui raggi delle ruote. La presenza della bici venne associata da Bermani a un risveglio anticipato di Chiara, che proprio intorno alle 9:12 disattivò l’allarme di casa, probabilmente per aprire a qualcuno.
La testimonianza di Franca Bermani ha avuto un peso rilevante nelle indagini e nei processi. Gli inquirenti, infatti, hanno cercato a lungo una bicicletta compatibile con la descrizione fornita dalla donna. Solo anni dopo, durante il processo di appello-bis ad Alberto Stasi, una bicicletta nera da donna fu sequestrata nella casa della famiglia Stasi, ma la stessa Bermani negò che fosse quella vista quel mattino del 2007.
La sua testimonianza è stata oggetto di analisi da parte di esperti e giudici, che ne hanno valutato la credibilità e i limiti. Alcuni hanno sottolineato come la memoria, a distanza di anni, possa essere influenzata da associazioni di idee e dettagli successivi. Tuttavia, il dato certo rimane la presenza di una bicicletta nei pressi della casa dei Poggi la mattina del delitto.
Nel 2025, con la riapertura delle indagini e l’emergere di nuovi sospetti, tra cui Andrea Sempio, la Procura ha deciso di ascoltare nuovamente i testimoni chiave di quella mattina, tra cui Franca Bermani. Oggi la donna ha 90 anni e, secondo persone a lei vicine, non sarebbe in buone condizioni di salute e non desidererebbe più parlare del caso. I familiari hanno presentato un certificato medico per tutelarla e opporsi a una nuova audizione, ma la sua figura resta centrale nella ricostruzione dei fatti.