11 Jul, 2025 - 10:57

Garlasco, le clamorose dichiarazioni di Lovati sull'orario del delitto di Chiara Poggi

Garlasco, le clamorose dichiarazioni di Lovati sull'orario del delitto di Chiara Poggi

Il caso dell’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco, uno dei più discussi della cronaca italiana, si arricchisce di un nuovo, clamoroso capitolo. Massimo Lovati, avvocato di Andrea Sempio (nuovamente indagato dopo la riapertura delle indagini), ha rilasciato dichiarazioni che mettono in discussione la ricostruzione ufficiale degli eventi e, soprattutto, l’orario del delitto.

Le sue parole, pronunciate durante una recente puntata di “Zona Bianca”, hanno scosso l’opinione pubblica e riacceso il dibattito su uno dei processi più controversi degli ultimi vent’anni.

La testimonianza di Lovati: “Alle 11.30 tutti sapevano dell’omicidio”

Lovati ha raccontato un dettaglio che, se confermato, potrebbe ribaltare la narrazione processuale: “Il 13 agosto 2007 era il giorno del mio compleanno e a Vigevano c’era la festa del paese. Sono sceso dal mio studio alle 11.30 e tra le bancarelle tutti sapevano già che a Garlasco era stata uccisa una ragazza”. Questa affermazione anticipa di circa due ore e mezza la diffusione ufficiale della notizia, dato che la chiamata di Alberto Stasi al 118 – con la quale venne scoperto il corpo di Chiara Poggi – avvenne solo alle 13.50.

Lovati sottolinea la sicurezza del proprio ricordo, legandolo a un evento personale come il compleanno e alla consuetudine della fiera d’agosto a Vigevano. “Sono sicuro, era il mio compleanno e il mio ricordo è preciso”, ha ribadito di fronte allo scetticismo di altri ospiti e giornalisti in studio.

Una versione che mette in crisi la ricostruzione ufficiale

La dichiarazione dell’avvocato di Sempio solleva interrogativi cruciali:

  • Come poteva la notizia dell’omicidio essere di dominio pubblico già alle 11.30, quando ufficialmente nessuno aveva ancora trovato il corpo?
  • Se la versione di Lovati fosse vera, chi ha diffuso la notizia e come è stato possibile?
  • Cosa significa questo per la posizione di Alberto Stasi, condannato in via definitiva per il delitto?

Secondo Lovati, la versione fornita da Stasi sarebbe stata “costruita ad arte”, una narrazione poco credibile e suggerita, che non regge di fronte alle incongruenze emerse durante le indagini. L’avvocato ha sottolineato, ad esempio, che Stasi non avrebbe avuto le scarpe sporche di sangue, dettaglio che secondo lui mina la credibilità della ricostruzione giudiziaria.

Le reazioni in studio e il dibattito pubblico

Le parole di Lovati hanno generato un acceso dibattito durante la trasmissione. Il conduttore Giuseppe Brindisi ha definito la dichiarazione “clamorosa”, mentre l’avvocato di Stasi, Antonio De Rensis, ha accolto con favore la presunta novità. Altri ospiti, invece, si sono detti scettici sulla genuinità del ricordo di Lovati, facendo notare come la memoria possa essere influenzata dal tempo e dagli eventi successivi.

Nonostante le critiche, Lovati ha ribadito di non aver mai parlato di questo dettaglio con gli inquirenti, confermando che la sua uscita è destinata a far discutere e a riaccendere le polemiche sul caso.

L’impatto delle dichiarazioni sull’inchiesta

Le dichiarazioni di Lovati arrivano in un momento delicato: la Procura di Pavia ha riaperto il fascicolo e Andrea Sempio è di nuovo indagato. L’avvocato precisa che la sua testimonianza non intende costruire un alibi per Sempio, ma offrire un elemento di riflessione su come i fatti siano stati presentati fin dall’inizio. Lovati, che ha iniziato a occuparsi del caso solo nel 2016, sostiene che la ricostruzione ufficiale sia piena di lacune e che Stasi sia stato solo una “pedina” in una vicenda molto più complessa.

Tra memoria, suggestioni e nuove indagini

Non è la prima volta che Lovati rilascia dichiarazioni destinate a far discutere: negli ultimi anni ha raccontato anche di sogni ricorrenti legati al caso, tra cui uno in cui un vasetto di yogurt conteneva il DNA di Sempio. Questi racconti, se da un lato suscitano ironie, dall’altro hanno avuto l’effetto di stimolare nuove indagini e riflessioni sulle tempistiche e sulle fonti d’informazione che avrebbero potuto diffondere la notizia prima ancora che fosse ufficializzata.

LEGGI ANCHE