La comunicazione politica americana è sempre più permeata da immagini forti, simboliche, spesso provocatorie. E quando si tratta di Donald Trump, i confini tra realtà, satira e propaganda si fanno ancora più sfumati. L’11 luglio, un post pubblicato sull’account ufficiale della Casa Bianca ha acceso una nuova polemica: Trump ritratto come Superman, in un’immagine generata dall’intelligenza artificiale. Ma anziché suscitare entusiasmo, il risultato ha scatenato ironie, critiche e dubbi, anche tra i suoi stessi sostenitori.
È un uccello? È un aereo? No, è solo Trump in veste di Superman.
La Casa Bianca ha condiviso, l'11 luglio, un post su Instagram che ha scatenato un ampio dibattito online. Nel post si vede un'immagine del presidente americano, creata con intelligenza artificiale, che reinventa Trump nei panni di Superman.
L'immagine ricorda una locandina di un film e mostra il volto di Trump sul corpo del supereroe. Si legge nel post:
Il tono, a metà tra propaganda e provocazione, ha immediatamente attirato l’attenzione di milioni di utenti.
Il post della Casa Bianca ha rapidamente scatenato un'ondata di reazioni online. Sebbene sia facile trovare commenti critici sui social media, questa immagine ha attirato l’attenzione anche perché non ha suscitato apprezzamento neanche tra molti repubblicani.
Molti utenti hanno definito "imbarazzante" questo genere di contenuti creati a nome del presidente degli Stati Uniti, indipendentemente dallo schieramento politico. Certo, si tratta di una comunicazione politica con un tocco di ironia, ma non è la prima volta che Trump è stato ritratto in immagini generate dall’intelligenza artificiale.
Nel mese di maggio, lo stesso presidente aveva pubblicato una foto, sempre generata con IA, che lo ritraeva come Papa. Quel post era stato condiviso anche dall'account ufficiale della Casa Bianca. Anche in quell'occasione la provocazione aveva acceso un dibattito sul web.
— The White House (@WhiteHouse) May 3, 2025
C’è chi sostiene che la pagina della Casa Bianca stia diventando una “disgrazia” e chi afferma che il governo somigli ormai a un "reality show". Altri, più semplicemente, lo liquidano come “cringe”.
C’è però un particolare che molti utenti non hanno ignorato. Nonostante il clamore attorno al post, molti non si sono lasciati distrarre e hanno continuato a puntare l’attenzione su un altro tema: la lista dei clienti di Jeffrey Epstein.
Durante la stessa settimana, infatti, il Dipartimento di Giustizia ha annunciato che non esiste un elenco completo dei clienti del trafficante di sesso condannato, che si è suicidato nella sua cella nel 2019. Numerosi account hanno quindi continuato a chiedere perché quell'elenco non venga reso pubblico.
La provocazione visiva della Casa Bianca ha riportato alla luce anche un altro tema recente: il dibattito sull’identità migratoria di Superman.
L'ultimo film diretto da James Gunn ha rimesso in primo piano le origini "aliene" del supereroe scatenando non poche polemiche tra i sostenitori del movimento MAGA di Trump.
Il film, criticato per essere “woke”, evidenzia il fatto che Superman sia un immigrato, un alieno cresciuto sulla Terra. Questa narrazione si scontra direttamente con le politiche migratorie promosse da Trump, che prevedono arresti, deportazioni e un generale irrigidimento dei confini.
Proprio per questo, molti utenti sui social hanno fatto notare un’incongruenza: se Superman è un simbolo dell’immigrazione, allora perché Trump dovrebbe voler essere accostato a lui?
Secondo diversi critici, con questa operazione visiva Trump finisce per interpretare involontariamente il ruolo del cattivo. La scelta stessa di rappresentarlo come Superman ha quindi aperto un nuovo fronte di discussione, tanto quanto la professionalità, ormai messa in discussione, della comunicazione della Casa Bianca.
In un’epoca dove la comunicazione politica si gioca sempre più su simboli visivi, meme e provocazioni digitali, anche un post può diventare un caso nazionale. L’immagine di Trump-Superman, nata forse per rafforzare il mito dell’uomo forte e risolutivo, ha finito per alimentare divisioni, dubbi e ironie.