Il caso Epstein torna a scuotere la politica americana, stavolta travolgendo l’universo MAGA. Dopo anni di teorie, promesse e attese, il Dipartimento di Giustizia ha chiuso la porta alla possibilità di una “lista segreta” dei clienti del finanziere condannato per abusi sessuali. Una conclusione che non ha convinto la base trumpiana, la quale durante la campagna del 2024 aveva promesso massima trasparenza. Ora, a pochi mesi dal suo ritorno alla Casa Bianca, il tycoon si trova ad affrontare un tema che divide i suoi stessi sostenitori e mina l'immagine di coesione che lo ha sempre accompagnato.
Non esiste una lista di clienti di Jeffrey Epstein. Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti e l'FBI sono arrivati alla conclusione che non c'è "alcun elenco di clienti incriminanti" del molestatore sessuale e che non è stata trovata "nessuna prova credibile che Epstein abbia ricattato individui di spicco". La rivelazione sul famigerato caso, però, non ha convinto tutti.
L’esito dell’indagine sta diventando un mal di testa per Donald Trump, che durante la campagna elettorale del 2024 aveva promesso di pubblicare i documenti relativi al caso Epstein.
Con l'insediamento di Trump, il 20 gennaio, alcuni suoi sostenitori hanno cominciato a manifestare delusione per la gestione del caso e per la mancanza di nuove rivelazioni.
Epstein, finanziere e condannato per reati sessuali, è morto nel 2019 nella cella di un carcere. Da allora, il caso continua a suscitare attenzione e sospetti, specialmente tra i sostenitori più fedeli del presidente.
Al centro delle critiche dei sostenitori MAGA c’è il procuratore generale, Pam Bondi, per una sua dichiarazione durante un’intervista a Fox News nel mese di febbraio. Alla domanda: "Il Dipartimento di Giustizia potrebbe pubblicare la lista dei clienti di Jeffrey Epstein, accadrà davvero?", aveva risposto: "È sulla mia scrivania in questo momento, pronta per essere esaminata".
La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha chiarito che Bondi faceva riferimento all’intera documentazione sui crimini di Epstein, e non a un elenco preciso. Alcuni sostenitori di Trump avevano già espresso frustrazione, soprattutto dopo che il procuratore generale aveva reso pubblica una parte dei documenti che erano già stati diffusi in passato.
Il malcontento è aumentato anche a causa delle precedenti dichiarazioni di Elon Musk. Nel bel mezzo di una discussione accesa con Trump, Musk ha affermato, senza fornire prove, che il tycoon compare in documenti governativi inediti collegati al defunto molestatore sessuale. Il post è stato successivamente cancellato ma ha contribuito ad alimentare sospetti e tensioni.
I sostenitori di Trump lo hanno sempre difeso, anche nei momenti più controversi. Ogni sua decisione riceveva l’appoggio della sua base. Tuttavia il caso Epstein rappresenta una prova per questa fedeltà, mettendo in discussione l’alleanza come mai era accaduto prima.
Per cercare di calmare le acque, il presidente americano ha appoggiato Pam Bondi in un post su Truth Social, ricordando alla sua base MAGA di essere tutti “nella stessa barca”. Ha quindi incoraggiato i suoi sostenitori a "non sprecare tempo ed energie" con Epstein, aggiungendo che rendere l’America di nuovo grande è la priorità della sua amministrazione.
Infine, ha concluso con un messaggio chiaro:
( @realDonaldTrump - Truth Social Post )
— Donald J. Trump ???????? TRUTH POSTS (@TruthTrumpPosts) July 12, 2025
( Donald J. Trump - Jul 12, 2025, 5:21 PM ET )
What’s going on with my “boys” and, in some cases, “gals?” They’re all going after Attorney General Pam Bondi, who is doing a FANTASTIC JOB! We’re on one Team, MAGA, and I don’t like what’s… pic.twitter.com/a8sL1zKVYu
La vicenda dei documenti su Epstein si sta trasformando in un terreno scivoloso per l’amministrazione Trump. Se da un lato la Casa Bianca tenta di spegnere le polemiche, dall’altro l’insoddisfazione di una parte della base MAGA rischia di incrinare quella fedeltà che finora era rimasta solida anche nei momenti più critici.