16 Jul, 2025 - 18:23

Perché Israele bombarda la Siria? L’escalation militare infuria nel sud del paese

Perché Israele bombarda la Siria? L’escalation militare infuria nel sud del paese

Dopo la caduta del regime di Assad, la Siria si trova in una fase di transizione fragile e instabile. Nel sud del paese, le tensioni si sono accentuate, con Israele che ha aumentato gli attacchi militari contro le forze del nuovo governo siriano. La situazione è complicata dalle dinamiche tra minoranze locali, come i drusi, e le strategie geopolitiche di Israele che mira a consolidare il controllo nelle aree di confine.

Gli attacchi israeliani in Siria

Le forze armate israeliane intensificano gli attacchi contro la Siria.

Nelle ultime settimane del 2024 è caduto il regime di Bashar al-Assad, dopo più di un decennio di guerra civile. Nonostante l’instaurazione di una nuova amministrazione, le tensioni proseguono, questa volta concentrate nella Siria meridionale.

Israele ha annunciato di aver bombardato le forze del nuovo governo siriano nei pressi di Suweida, città a maggioranza drusa nel sud del Paese. Gli attacchi sono avvenuti due giorni dopo gli scontri del 13 luglio tra milizie druse e tribù beduine, che avevano spinto le forze governative a intervenire.

Dopo la caduta del regime Assad, Suweida è rimasta in gran parte sotto il controllo delle milizie druse, che si sono opposte all’arruolamento nelle forze di sicurezza del nuovo governo. È la prima volta che le forze della nuova amministrazione vengono dispiegate nella città.

Il premier israeliano ha dichiarato l’impegno a proteggere i drusi in Siria, citando i legami con le comunità druse che abitano in Israele e nelle alture del Golan occupate. Circa 130mila drusi israeliani vivono nella regione del Carmelo e in Galilea, nel nord di Israele.

Dopo la fine del regime di Assad, Netanyahu ha anche citato il ritiro delle forze siriane dalla zona cuscinetto delle alture del Golan e ha annunciato il controllo di una parte di quest’area al confine con la Siria.

L’obiettivo israeliano nel sud della Siria

A partire dal dicembre 2024, Israele ha occupato nuovi territori siriani e ha condotto numerosi attacchi militari nel Paese. L’obiettivo dichiarato è stato quello di impedire la ricostruzione delle capacità militari della Siria e di colpire gruppi considerati una minaccia per la propria sicurezza.

Gli attacchi sono proseguiti anche di fronte alle pressioni degli Stati Uniti, che hanno esortato Israele a normalizzare i rapporti con Damasco. Tuttavia, Tel Aviv ha mantenuto una linea dura.

Il 16 luglio, l’esercito israeliano ha attaccato il quartier generale delle forze siriane a Damasco e un "obiettivo militare" nei pressi del palazzo presidenziale. L’operazione è arrivata dopo le minacce israeliane di intensificare i raid nel caso in cui le truppe siriane non si fossero ritirate dal sud del Paese.

Chi sono i Drusi?

I drusi sono una minoranza religiosa e culturale del Medio Oriente, con comunità storiche in Libano, Siria, Giordania e Israele. La loro fede, nata nell’XI secolo in Egitto, ha radici nell’Islam ma si è sviluppata in modo autonomo. I drusi non accettano conversioni e mantengono una forte identità comunitaria.

In Siria, i drusi costituiscono una delle principali minoranze religiose con circa 700mila persone concentrate soprattutto nella provincia meridionale di Suwayda, al confine con la Giordania. Oltre 20mila drusi vivono anche nelle alture del Golan.

Nelle alture del Golan, territorio siriano occupato da Israele nel 1967 e annesso unilateralmente nel 1981, la comunità drusa si identifica ancora culturalmente e nazionalmente con la Siria. Molti rifiutano la cittadinanza israeliana.

Le tensioni tra Israele e il nuovo governo siriano

Mentre Israele rafforza la sua presenza nel sud della Siria, l’inviato speciale degli Stati Uniti per la Siria, Tom Barrack, ha definito “preoccupante” l’attuale situazione. 

Nonostante queste pressioni, Israele ha continuato le operazioni militari. Una delle dichiarazioni più estreme è arrivata da Itamar Ben-Gvir, ministro della Sicurezza nazionale e esponente dell’estrema destra israeliana. In un post su X, Ben-Gvir ha affermato che “l’unica soluzione” nei confronti del presidente siriano Ahmed al-Sharaa “è eliminarlo”.

Questa posizione rappresenta una netta rottura con l’approccio dell’amministrazione Trump, che aveva tentato di riprendere il dialogo con la nuova leadership siriana e sostenere la ricostruzione del Paese.
L’escalation militare nel sud della Siria riflette non solo la complessità delle relazioni tra Israele e Damasco ma anche le profonde divisioni interne alla regione, con minoranze come i drusi al centro di questo delicato equilibrio.

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