Il delitto di Garlasco, che vedeva la giovane Chiara Poggi vittima nell’estate del 2007, continua a destare interrogativi e a richiedere nuove indagini, anche a distanza di quasi due decenni. Negli ultimi mesi, l'attenzione degli investigatori si è nuovamente concentrata sui reperti rimasti finora in parte inesplorati, come la spazzatura prelevata dalla villetta di via Pascoli. Contestualmente, un dettaglio procedurale legato agli interrogatori degli amici di Chiara e di Andrea Sempio, l’attuale nuovo indagato, sta sollevando interrogativi sulla gestione stessa delle indagini e sulla regolarità degli atti.
Alla luce degli sviluppi giudiziari più recenti, la giudice per le indagini preliminari di Pavia ha autorizzato ulteriori accertamenti scientifici sui reperti raccolti dopo l’omicidio, in particolare sulla spazzatura di casa Poggi. Mercoledì 23 luglio è stata convocata una nuova udienza presso il tribunale di Pavia per conferire ufficialmente al perito della Scientifica, Domenico Marchegiani, l’incarico di repertare tutte le impronte digitali eventualmente rimaste sul materiale di rifiuto, che consiste in confezioni di tè, cereali, yogurt e altri oggetti quotidiani.
L’attenzione verso questi dettagli nasce sia dalla necessità di chiarire la presenza o meno di terze persone sulla scena del crimine sia dalla comparsa, durante le prime analisi, di una cosiddetta “traccia papillare” su una confezione di tè freddo, che potrebbe aggiungere elementi cruciali all’inchiesta. Gli ultimi riscontri delle perizie avrebbero tuttavia confermato la presenza esclusiva dei DNA di Chiara Poggi e di Alberto Stasi, già condannato in via definitiva, senza alcuna traccia di Andrea Sempio, l’attuale indagato per concorso in omicidio.
Parallelamente agli accertamenti scientifici, desta scalpore il caso degli interrogatori definiti “simultanei” di Andrea Sempio e di alcuni amici della vittima. Da una lettura incrociata dei verbali risalenti al 4 ottobre 2008 emerge un particolare anomalo: i interrogatori di Biasibetti e Capra, amici di Chiara, risultano firmati dagli stessi due carabinieri che, secondo gli atti, stavano invece sentendo Sempio «ininterrottamente» in quel medesimo intervallo di tempo. In altri termini, la documentazione lascia intendere che i militari avrebbero dovuto essere fisicamente presenti in due luoghi diversi nello stesso momento, un dettaglio che getta ombre sulla linearità e l’affidabilità di alcune fasi delle indagini originarie.
Nel maggio 2025, la procura di Pavia ha deciso di convocare nuovamente in parallelo Andrea Sempio, Alberto Stasi e Marco Poggi per una serie di audizioni in contemporanea tra Pavia e Venezia. Mentre Stasi si è presentato regolarmente, Sempio non ha risposto alla convocazione, sollevando un acceso confronto giuridico tra la sua difesa e la magistratura sulla corretta notifica degli atti e sulla possibilità di collegamento da remoto.
Andrea Sempio, amico d’infanzia di Marco Poggi, era già finito al centro delle attenzioni investigative nel 2016 quando il suo DNA fu rinvenuto su un tampone orale di Chiara Poggi. Come poi confermato da perizie più recenti, la presenza della traccia viene ora attribuita a probabile contaminazione, circostanza che non ha però frenato la procura dal riaprire il fascicolo e indagare Sempio per possibile concorso nell’omicidio insieme ad altre persone ancora ignote, la cui esistenza sarebbe suggerita da alcune anomalie nei riscontri scientifici e nelle testimonianze raccolte negli anni.
La vicenda dell’«Ignoto 3», come viene chiamato nei fascicoli chi non ancora identificato, rimane centrale nella narrazione processuale: l’attesa degli inquirenti ora è che le nuove comparazioni dattiloscopiche sulla spazzatura possano offrire finalmente un elemento risolutivo o, perlomeno, ulteriori dettagli in grado di confermare o smentire l’ipotesi di più autori.
La perseveranza nel ricercare nuovi elementi — che siano risultati biologici, impronte o chiarimenti procedurali — testimonia la determinazione della procura e della famiglia di Chiara a non archiviare definitivamente la verità sul delitto di Garlasco. Mentre la spazzatura di casa Poggi viene ulteriormente scandagliata dalla scientifica, l’occhio critico dei media e dell’opinione pubblica continua a vigilare sui metodi, sulle trasparenze e sulle garanzie dell’intero procedimento investigativo.
L’anomalia degli interrogatori «simultanei» aggiunge un ulteriore tassello di complessità a una vicenda che, a 18 anni di distanza, resta avvolta da molte domande irrisolte e da una richiesta costante di giustizia e chiarezza.