18 Jul, 2025 - 11:32

Garlasco, Gianluca Spina: "Non ho mai venduto immagini dell’autopsia di Chiara Poggi"

Garlasco, Gianluca Spina: "Non ho mai venduto immagini dell’autopsia di Chiara Poggi"

Durante l’ultima puntata del programma “Incidente Probatorio”, in onda su Canale 122 - Fatti di Nera, l’ex poliziotto Gianluca Spina, divenuto noto per le sue frequentatissime masterclass sui casi irrisolti di cronaca nera, è intervenuto con dichiarazioni forti e controverse sul caso di Chiara Poggi, la giovane uccisa a Garlasco nel 2007. Secondo Spina, ci sarebbe stato un grave errore investigativo: le foto dell’autopsia e della scena del crimine non sarebbero mai state realmente analizzate con attenzione.

Gianluca Spina: “Non ho mai venduto immagini dell’autopsia”

Nei giorni scorsi, il nome di Gianluca Spina è comparso su numerosi articoli di cronaca. L'ex poliziotto è stato accusato di aver venduto foto riservate del corpo di Chiara Poggi, in occasione delle sue masterclass. Su questo punto l’ex commissario è categorico: “Notizia assolutamente falsa. Non ho mai venduto alcuna immagine dell’autopsia di Chiara Poggi”.

Spina ha spiegato di aver ricevuto segnalazioni dai suoi follower riguardo la diffusione mediatica di queste accuse, pur senza mai aver ricevuto alcuna notifica ufficiale dal Garante della Privacy: “È gravissimo. Sono un cittadino italiano residente all’estero, perfettamente rintracciabile. Ma è dai giornali, non dalle autorità, che ho scoperto dell’esistenza di un procedimento a mio carico”.

Per rispetto e cautela, ha fatto sapere di aver immediatamente disattivato i link di pagamento delle tre masterclass coinvolte, dove – precisa – si era parlato delle immagini solo per un quarto d’ora su cinque ore totali di lezione. “Pensate a mia madre, 83 anni, che ha letto sui giornali che il figlio è un mostro”, ha aggiunto visibilmente provato.

“Le foto parlano. E sono state ignorate per 18 anni”

Per Spina, la vera svolta nel caso Garlasco non dovrebbe arrivare dalla genetica, ma da quelle fotografie realizzate durante l’autopsia e nella scena del delitto, immagini, a suo dire, ignorate da inquirenti, giornalisti e persino dalla famiglia Poggi. “Le foto dimostrano che Chiara è stata uccisa con un odio fuori dal comune, forse da più mani, sicuramente con più armi”, ha dichiarato. Tra gli elementi più inquietanti, Spina cita tagli simmetrici sulle palpebre che – a suo dire – non sarebbero compatibili con ferite accidentali da occhiali: “Sono segni scientifici, voluti. O quantomeno lo presumo”.

Il conduttore ha poi incalzato Spina sulla possibilità che queste immagini siano state “oscurate”. La risposta è netta: “Non posso sapere se sia stata una svista o una scelta consapevole, ma quelle foto esistono dal giorno dell’autopsia, e non sono mai entrate realmente nel racconto giudiziario”.

“Quelle foto raccontano un’altra verità”

Spina continua a porre una domanda centrale: “Com’è possibile che chi ha visto quelle foto non abbia capito cosa è realmente accaduto quella mattina?”. Secondo lui, la ricostruzione giudiziaria non coincide con ciò che mostrano le immagini: dai dettagli delle lesioni, dagli oggetti nella stanza, dai segni sul corpo, si potrebbe ipotizzare la presenza di più persone, impronte femminili, più armi e forse una dinamica più complessa di quella finora accettata nei tribunali.

“Quelle foto fanno giustizia a Chiara Poggi, e chi cerca la verità dovrebbe partire proprio da lì. Il corpo, l’ambiente, la scena: tutto parla, se solo si vuole ascoltare”, ha concluso. “Io non cerco sensazionalismo: voglio solo che si riapra una riflessione onesta, per rispetto alla memoria di una ragazza e alla giustizia stessa”.

Gianluca Spina su Garlasco: “Serve tornare all’investigazione vecchio stile”

“Vorrei che si tornasse un pochino alla vecchia investigazione, che non ci si affidasse soltanto al DNA”, ha dichiarato Spina. Secondo l’ex poliziotto, l’approccio attuale alle indagini è sbilanciato: “Non si può chiudere un caso solo perché non si trova un DNA. Il DNA è un elemento importantissimo, ma non può essere considerato la prova regina”. Spina sottolinea che la procedura di estrazione e le circostanze della raccolta del DNA vanno sempre contestualizzate e verificate, per evitarne distorsioni.

 

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