La tragica vicenda di Erika Ferini Strambi ha profondamente colpito la comunità milanese e nazionale. Scomparsa da diversi giorni, il suo corpo è stato ritrovato senza vita in campagna vicino Milano, lasciando aperti molti interrogativi sugli ultimi momenti della sua vita e sulle cause della morte.
La causa della morte di Erika Ferini Strambi, al momento, non è stata ancora ufficialmente accertata. Il corpo della 53enne è stato trovato in stato avanzato di decomposizione a circa 200 metri dalla sua auto, una Mini Cooper abbandonata in un fosso tra i campi di Pantigliate, vicino a Milano.
Sul cadavere non sono stati riscontrati segni evidenti di violenza, ma numerosi elementi appaiono sospetti agli inquirenti. In particolare, desta interrogativi il fatto che Erika soffrisse di una disabilità motoria e si muovesse solo con l’aiuto di stampelle: percorrere 200 metri su un terreno impervio senza un valido motivo sembra improbabile. La sua borsa e il cellulare risultano ancora dispersi.
Gli investigatori stanno valutando diverse ipotesi: malore improvviso, gesto volontario oppure coinvolgimento di terzi. La posizione del corpo, il fatto che la vettura fosse praticamente intatta, le chiavi ancora nel quadro e la porta chiusa ma non bloccata, alimentano i sospetti su un possibile incontro notturno con una persona non ancora identificata. La procura ha aperto un fascicolo per omicidio a carico di ignoti e sono in attesa dei risultati dell’autopsia, che dovrà stabilire con certezza la causa della morte.
Erika Ferini Strambi aveva 53 anni ed era originaria di Milano, dove viveva nella zona di piazzale Cuoco. Da 17 anni lavorava nell’area risorse umane di una delle più note multinazionali del territorio, Luxottica. Persona molto conosciuta e stimata nell’ambiente lavorativo, Erika affrontava ogni giorno una disabilità dalla nascita che la costringeva a utilizzare delle stampelle per muoversi. Nonostante la difficoltà, era indipendente e attiva sia sul lavoro che nella vita privata, circondata dall’affetto di familiari e amici.
Sul fronte personale, non risultano notizie dettagliate che indichino la presenza di un marito o di figli. I familiari menzionati nelle cronache sono principalmente il padre, che ha dato immediatamente l’allarme non riuscendo più a mettersi in contatto con lei dal 7 luglio. Anche i colleghi, preoccupati dalla sua assenza in ufficio, hanno confermato come Erika fosse una persona molto legata al proprio nucleo familiare e di grande affidabilità professionale.
Erika era stata vista l’ultima volta il 5 luglio in un locale di Segrate, dove aveva trascorso la serata con alcuni amici. Dopo quell’occasione, se ne sono perse le tracce. Non rispondendo più al telefono e non presentandosi al lavoro, il padre ha denunciato la scomparsa ai carabinieri della compagnia Porta Monforte il 7 luglio, facendo partire così le indagini e le ricerche in tutta l’area milanese.
Il 16 luglio, intorno alle 14:30, un agricoltore di Pantigliate ha notato una Mini Cooper nera abbandonata in un fosso. A circa 200 metri dal veicolo, nascosto fra le frasche e vicino alle stampelle che utilizzava per camminare, è stato rinvenuto il corpo ormai privo di vita di Erika Ferini Strambi. Manca ancora la sua borsa e il cellulare, che risulta spento dalle prime ore dopo la scomparsa.