19 Jul, 2025 - 11:23

Trump fa causa al Wall Street Journal per la presunta lettera a Epstein: tutti i dettagli

Trump fa causa al Wall Street Journal per la presunta lettera a Epstein: tutti i dettagli

Donald Trump torna al centro della scena mediatica e giudiziaria, questa volta contro uno dei più influenti gruppi editoriali americani. Il Wall Street Journal ha pubblicato un articolo in cui si parla di una presunta lettera che il presidente avrebbe inviato a Jeffrey Epstein. Il contenuto è stato definito da Trump totalmente falso. Da qui, la decisione di intentare una causa miliardaria per diffamazione.

La pubblicazione dell’articolo e la lettera incriminata

Il presidente americano, Donald Trump, ha fatto causa a Rupert Murdoch e al suo Wall Street Journal.

Secondo l'articolo del 17 luglio, il tycoon avrebbe inviato, presumibilmente nel 2003, a Jeffrey Epstein una lettera "oscena" per il suo cinquantesimo compleanno. Il WSJ ha riferito che la presunta lettera sarebbe tra i documenti inclusi nelle prove raccolte dagli investigatori penali federali nell'ambito delle indagini sul caso Epstein.

Secondo il quotidiano americano, la lettera “contiene diverse righe di testo dattiloscritto incorniciate dalla sagoma di una donna nuda, che sembra disegnata a mano con un pennarello pesante”.

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La lettera si conclude così: Buon compleanno! E che ogni giorno possa essere un altro meraviglioso segreto.

Sempre secondo questa versione, Trump avrebbe inviato la lettera su richiesta dell'amica di Epstein, Ghislaine Maxwell.

Trump ha però negato con fermezza di aver scritto la lettera, definendola “falsa”.

La risposta di Trump e l’azione legale

Dopo la pubblicazione dell’articolo, Donald Trump aveva già annunciato l’intenzione di intentare una causa contro il magnate dei media Rupert Murdoch, contro il Wall Street Journal, la società madre News Corp e il suo CEO Robert Thomson, l’editore del Journal, Dow Jones & Co., e i due reporter.

Il 18 luglio, Trump ha formalizzato la causa presso il tribunale federale di Miami, con l'accusa di diffamazione e di violazione delle leggi sulla diffamazione in merito all’articolo in questione. Nella causa, Trump ha chiesto un risarcimento di danni non inferiore a 10 miliardi di dollari.

Il tycoon ha scritto su Truth Social:

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Abbiamo appena intentato una causa POWERHOUSE contro tutti coloro coinvolti nella pubblicazione di un articolo falso, malevolo, diffamatorio e FAKE NEWS su quell’inutile ‘straccio’ che è il Wall Street Journal.

Le pressioni sull’inchiesta Epstein

Trump ha chiesto al procuratore generale Pam Bondi di sollecitare un giudice federale a desecretare le trascrizioni della giuria popolare nel caso Epstein. Bondi ha già avviato il procedimento. Tuttavia, la richiesta incontra diversi ostacoli legali e procedurali, dato che i materiali presentati da un gran giurì solitamente vengono tenuti segreti e protetti dalla legge.

Questa mossa arriva mentre la pressione politica cresce. Negli ultimi giorni, alcuni dei sostenitori più leali del presidente chiedono maggiore chiarezza e la diffusione pubblica delle informazioni legate al caso Epstein.

L'amministrazione Trump ha recentemente affrontato un'ondata di attacchi anche dalla propria base MAGA (Make America Great Again), in seguito all'annuncio che non esisterebbe una “lista di clienti” incriminante che colleghi Epstein a figure pubbliche. I critici chiedono nuove rivelazioni e trasparenza sul caso.

Jeffrey Epstein, il finanziere condannato per reati sessuali, è morto nell’agosto 2019 in un carcere federale di Manhattan, un mese dopo il suo arresto per traffico sessuale di minori. La sua morte è stata ufficialmente dichiarata un suicidio. Nel 2021, Ghislaine Maxwell è stata condannata per aver favorito gli abusi sessuali di Epstein su minori.

La causa intentata da Trump segna anche un nuovo capitolo nello scontro tra il presidente e i media mainstream. In un momento in cui la sua base richiede maggiore trasparenza sul caso Epstein, Trump cerca di difendere la propria immagine e rilanciare la pressione politica e legale. Il procedimento potrebbe ora riaccendere il dibattito su uno dei casi più controversi degli ultimi anni, intrecciando potere, media e giustizia.

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