Il Decreto Fiscale 2025, approvato dal Consiglio dei Ministri il 12 giugno e ora atteso alla Camera, introduce importanti novità per professionisti, imprese e lavoratori autonomi. Il testo, parte integrante della riforma fiscale, punta a modificare regole su deduzioni, versamenti, controlli fiscali e ad ampliare gli strumenti di compliance.
Ma quali sono le nuove regole sul ravvedimento speciale? Cosa cambia per i lavoratori autonomi? Chi potrà beneficiare delle proroghe fiscali 2025? E quali nuovi limiti sono imposti ai controlli del Fisco?
Tra gli emendamenti più significativi approvati dalla Commissione Finanze figura un nuovo ravvedimento speciale 2025. Si tratta di una forma di sanatoria riservata a chi aderisce per la prima volta al concordato preventivo biennaleper il periodo 2025–2026. La misura consente di regolarizzare le pendenze fiscali relative agli anni dal 2019 al 2023.
La base imponibile da versare si calcola applicando un incremento al reddito dichiarato, in base al punteggio ISA del contribuente:
Chi ha già aderito al concordato nel 2024 potrà sanare solo l’anno d’imposta 2023. La misura rappresenta un’opportunità per chi intende mettersi in regola, sfruttando un meccanismo già testato lo scorso anno.
Il Decreto Fiscale 2025 introduce per la prima volta l’obbligo di motivazione scritta per gli accessi fiscali presso imprese e studi professionali. In risposta a una sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, la norma impone che ogni verifica venga giustificata per iscritto nella richiesta di autorizzazione e riportata nel verbale d'accesso.
Tale modifica interessa direttamente l’operato di Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza e punta a rafforzare la trasparenza nei confronti dei contribuenti. Si tratta di una norma di garanzia che potrebbe ridefinire la prassi degli accertamenti fiscali in Italia.
Il testo introduce semplificazioni per la determinazione del reddito da lavoro autonomo, con modifiche rilevanti già a partire dalla dichiarazione dei redditi 2024. Le principali novità sono:
Sono inoltre previste semplificazioni per il riporto delle perdite, la determinazione dell’imposta per le società estere controllate (CFC) e l’applicazione del regime opzionale di tassazione previsto dal Pillar 2 dell’OCSE.
Il Decreto Fiscale 2025 dispone una proroga dei termini per i versamenti fiscali. La scadenza del 30 giugno slitta al 21 luglio 2025 per:
La proroga riguarda IRPEF, IRAP e IVA e si applica ai versamenti risultanti dalle dichiarazioni 2025. Per le persone fisiche non titolari di partita IVA la scadenza resta al 30 giugno.
Prevista anche una proroga per l’IMU: i Comuni avranno tempo fino al 15 settembre per approvare le delibere con i nuovi prospetti, evitando l’applicazione automatica delle aliquote base.
Novità anche sul fronte dell’IVA. Il reverse charge 2025 viene esteso ai contratti di trasporto merci, con eliminazione del vincolo della prevalenza della manodopera. L’inversione contabile sarà però subordinata al rilascio di una specifica autorizzazione.
Per quanto riguarda lo split payment, il decreto ne sospende l’applicazione per alcuni soggetti pubblici e società partecipate dal 1° luglio al 31 dicembre 2025.
Le modifiche mirano ad armonizzare le norme nazionali con la direttiva europea e a semplificare l’applicazione dell’imposta nei settori più operativi.
Con il Decreto Fiscale 2025 si modifica l’accesso al regime per gli impatriati, eliminando il cumulo tra il regime ordinario (per chi rientra in Italia) e quello agevolato per docenti e ricercatori.
Stop anche al cumulo con l’imposta sostitutiva di 200.000 euro prevista per i grandi patrimoni ("Paperoni") sui redditi prodotti all’estero. Le nuove regole si applicano già dal periodo d’imposta 2024.
L’obiettivo è rafforzare l’equità del sistema fiscale, contenendo i benefici eccessivi per i contribuenti ad alta capacità contributiva.
Il termine del 31 ottobre 2024 per l’invio delle dichiarazioni dei redditi e IRAP viene tecnicamente “riaperto”. Sarà considerata tempestiva l’invio entro l’8 novembre 2024, senza diritto al rimborso per eventuali somme versate a titolo di ravvedimento operoso.
Pur non menzionata direttamente nel Decreto Fiscale 2025, la tanto discussa sugar tax subirà un ulteriore rinvio di sei mesi con un decreto successivo. È la nona proroga in cinque anni, a testimonianza delle difficoltà di attuazione della misura.