22 Jul, 2025 - 15:06

Delitto di Garlasco, la pista della setta satanica: intervista a Luigi Grimaldi

Delitto di Garlasco, la pista della setta satanica: intervista a Luigi Grimaldi

Il delitto di Garlasco rimane uno dei casi di cronaca nera più discussi e controversi degli ultimi anni, segnato da indagini intricate, colpi di scena giudiziari e rivelazioni inattese. Tra le numerose ipotesi emerse nel corso delle indagini, una delle più inquietanti è certamente quella relativa alla possibile presenza di una setta satanica coinvolta nell’omicidio di Chiara Poggi.

Chiara Poggi uccisa da una setta satanica? Parla Luigi Grimaldi

In un'intervista rilasciata a Florinda Ambrogio per Canale 122-Fatti di Nera,  il giornalista e scrittore Luigi Grimaldi — profondamente addentrato nelle oscure connessioni tra cronaca e riti esoterici — ci guida nella ricostruzione degli elementi che hanno alimentato la pista della setta satanica. Un viaggio tra simboli, testimonianze e omissioni, per comprendere se davvero si possa parlare di una mano occulta dietro uno dei fatti di sangue più discussi degli ultimi decenni.

"Se noi pensiamo al delitto di Garlasco -esordisce Grimaldi-, tutti quanti ormai abbiamo capito che uno degli errori di fondo che sono stati fatti in quell'inchiesta è stato di circoscrivere il contesto di quell'omicidio ai confini della villetta di Via Pascoli. Perché dico questo? Non perché questa fosse un'ipotesi da escludere, anzi, era una delle ipotesi che assolutamente andavano indagate e valutate".

"Il problema -evidenzia Grimaldi- è stato escludere che ci potesse essere, a priori, un contesto più ampio. E se noi andiamo a guardare qual era il contesto in quegli anni che girava intorno a Garlasco, allora la presenza di sette, i suicidi che si sono susseguiti prima e dopo il delitto, rappresentano interessanti analogie con la vicenda delle bestie di Satana".

"E' possibile che l'omicidio di Chiara sia maturato nell'ambito di un gruppo analogo, perché gli anni sono quelli più o meno gli stessi delle bestie di Satana, che vengono scoperte per caso nel 2004 e noi stiamo parlando del 2007. Sono pochi anni di differenza pochi chilometri di differenza. quindi le analogie sono forti, o perché c'è un gruppo di emulatori, o perché c'è una propagine della stessa setta, che ha operato tra Milano, Novara, Pavia, Varese", afferma Grimaldi.

Delitto di Garlasco, qual è il movente?

Per quanto riguarda il movente dell'omicidio di Chiara Poggi, Luigi Grimaldi spiega. "E' plausibile che ci sia una traccia di questo movente nella chiavetta di Chiara Poggi. E cioè in quella serie di articoli che lei si mette via, come se volesse costruire un piccolo dossier, che lei salva tutti lo stesso giorno, l'8 di giugno del 2007, e che sembrano il tentativo, con i mezzi che può avere chiunque, quindi fonti aperte su internet, di profilare una serie di episodi. Tutte le cose di cui si è occupata, messe insieme, possiamo ritrovarle in una setta di tipo satanico o parasatanico".

"Chiara, in ambito crime, non aveva alcun tipo di interesse -afferma Grimaldi-. Tutte le altre ricerche che lei fa sono di tutt'altro genere, anche se quella chiavetta è stata cancellata, un'indagine informatica che ha ricostruito i dati cancellati, ha svelato che i suoi interessi erano tutt'altri. C'è solo questo pacchetto di 7-8 argomenti che spaziano dal satanismo all'abuso di cocaina, ai problemi caratteriali borderline in ambito femminile, all'anoressia e ai delitti irrisolti. La possibilità di risolvere delitti, lì si parla proprio dell'utilizzo del DNA come tecnica moderna di investigazione rispetto a delitti commessi quando ancora non c'era questo tipo di indagine".

Grimaldi insiste: "Sono tutte cose che esulano dai suoi interessi. Quindi secondo me è possibilissimo che lei stesse facendo questo lavoro perché lo connetteva ad altre informazioni che aveva in forma diretta. Quindi lei potrebbe aver visto, saputo, capito qualche cosa, essersi allarmata per qualche motivo e aver intrapreso questo tipo di ricerca. Parliamoci chiaro, tutti ci dipingono Chiara come se fosse una specie di Fatina nel tutù rosa. Chiara era una donna adulta, aveva 26 anni, evoluta, laureata, impegnata nel lavoro e a costruirsi una carriera, coordinata con suo fidanzato nell'ipotesi e nell'idea di costruire una vita, una famiglia, quindi due lavori, due impieghi, una città, una casa, i figli questo era il meccanismo.

Quindi non era una specie di bambolina dagli occhi e dal sorriso dolce. Era una donna come le donne vere che conosciamo tutti e quindi quando vedono o sentono qualcosa che non gli piace, che non gli torna o che secondo loro rappresenta un pericolo per qualcuno, si fanno la domanda giusta, cioè che cosa posso fare?", osserva Grimaldi.

Il caso Michele Bertani

Riguardo a Michele Bertani, l'amico di Andrea Sempio morto suicida, Grimaldi sottolinea: "Era sicuramente un grande amico di Sempio, con cui ha condiviso tutte le cazzate che si fanno in gioventù fino a 18 anni. Questo è particolarmente interessante, ma poi nessuno ha mai detto, nessuno ha mai raccontato come nasce quel monologo di Sempio. io lo so come nasce. Quel monologo di Sempio, che è abbastanza inspiegabile, molto lungo, l'hanno mandato in televisione, io l'ho messo nei miei video su Youtube ormai è noto, in cui lui, ripete ossessivamente che Michele si è impiccato".

"Quel monologo -prosegue Grimaldi- nasce dal fatto che Sempio è proprio arrabbiato, per il fatto che qualcuno delle Iene è andato in giro a fare domande a Garlasco sul suo compagno di scuola che è morto impiccato. E sono io quello, quindi ho perfettamente ricordo di quello che ho fatto e poi lo ritrovo nell'intercettazione perché evidentemente qualcuno con cui avevo parlato è andato a riferirglielo".

"Io -aggiunge Grimaldi- non ho visto gli atti, quindi non so dire se quello di Michele Bertani è stato un vero suicidio, un suicidio indotto, o forse non un suicidio. Quindi io parlerei di morte di Michele Bertani, più che di suicidio. E poi capiremo, se ci saranno approfondimenti, che non è scontato che ci siano".

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