Ogni estate torna l’allerta West Nile, una malattia virale trasmessa dalla puntura di zanzare che può colpire anche l’uomo. Non esiste un vaccino per la West Nile e i casi gravi si concentrano soprattutto fra anziani e persone fragili. La miglior strategia rimane dunque una sola: evitare di farsi pungere. Ecco tutte le regole e i consigli pratici da seguire.
Le zanzare infette veicolano il virus soprattutto nei mesi caldi, tra giugno e settembre, con un picco tra fine agosto e inizio settembre. Il rischio si alza nelle aree vicino ad acque stagnanti, fossati, canali e grandi corsi d’acqua. È importante sapere che la zanzara “comune” (Culex pipiens) è il principale vettore del West Nile in Italia.
Altri accorgimenti pratici
Anziani, bambini e persone immunodepresse dovrebbero essere particolarmente scrupolosi nelle azioni di prevenzione.
In caso di eventi o ritrovi serali all’aperto, privilegia luoghi protetti da zanzariere o sottoposti a recenti trattamenti di disinfestazione.
Non è necessario disinfestare in caso di una persona infetta: il virus non si trasmette da essere umano a essere umano, né tramite punti successive di zanzare.
La puntura della zanzara che può trasmettere il virus West Nile — in particolare la Culex pipiens, nota come zanzara comune — non è distinguibile visivamente da quella di altre specie di zanzare. Non esistono infatti segni specifici sulla pelle che indichino l’inoculazione del virus.
Le caratteristiche tipiche della puntura includono:
La vera differenza non sta nella puntura in sé, ma nella comparsa di sintomi sistemici nei giorni successivi (incubazione da 2 a 14 giorni) in caso di effettiva trasmissione del virus. È quindi impossibile sapere subito se una puntura espone al rischio di infezione.
La maggior parte delle persone che viene punta da una zanzara infetta non sviluppa alcun sintomo (80% dei casi circa). Nel restante 20% possono comparire sintomi lievi o, in rari casi, gravi.
Circa 1 persona su 5 sviluppa una “febbre di West Nile” con segni simili a un’influenza estiva:
Questi sintomi insorgono da 2 a 14 giorni dopo la puntura e durano pochi giorni, al massimo alcune settimane. Nei bambini e nei giovani, la malattia tende a essere ancora più lieve; negli anziani può risultare più impegnativa.
In meno dell’1% dei casi, soprattutto in soggetti anziani, immunodepressi o con malattie croniche, il virus può colpire il sistema nervoso centrale (malattia neuro-invasiva):
Questi sintomi sono indice di meningite (infiammazione delle membrane che rivestono cervello e midollo spinale) o encefalite (infiammazione cerebrale). Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti; in circa il 10% dei casi gravi l’infezione è fatale.
La maggioranza delle infezioni è benigna o del tutto asintomatica. I rischi maggiori sono per anziani e persone fragili (malattie croniche, immunodepressione). Nei soggetti a rischio, la puntura può portare a complicanze serie che vanno dalla lunga convalescenza ai danni neurologici permanenti.