Negli ultimi giorni la politica israeliana Gila Gamliel è tornata sotto i riflettori internazionali per la diffusione, sui suoi canali social, di un video realizzato con l’intelligenza artificiale che immagina una “Gaza del futuro” completamente trasformata. Le immagini, spettacolari e fortemente controverse, hanno riacceso il dibattito sul destino della Striscia e sulle proposte più radicali provenienti dagli ambienti governativi israeliani.
Gila Gamliel è una figura di primo piano nello scenario politico israeliano:
Gamliel si è distinta per una linea politica dura in ambito di sicurezza e rapporti con i territori palestinesi. Personaggio influente nel partito, è nota per posizioni fortemente identitarie sul destino di Israele e per un’attività legislativa incentrata su welfare, tecnologia e politiche familiari.
Gamliel è sposata con Hovev Damari. La coppia ha due figlie e vive a Tel Aviv.
Al centro della polemica degli ultimi giorni c’è un video diffuso da Gila Gamliel sui suoi profili social, in cui Gaza è mostrata come una lussuosa riviera sul mare, ricca di grattacieli, resort, yacht e vita notturna. L’intero scenario è stato generato artificialmente grazie all’AI.
Il filmato, accompagnato dal commento “Ecco come sarà Gaza nel futuro. O noi o loro!”, si ispira a un precedente video dello stesso tenore promosso mesi prima dall’ex presidente USA Donald Trump. Nel video pubblicato da Gamliel compaiono immagini di una Gaza ricostruita, priva di ogni traccia di guerra, popolata da turisti, mercati riaperti e persino una “Trump Tower” che svetta sul lungomare.
Il messaggio veicolato dal video si lega direttamente ai documenti e al “piano” che la ministra ha già presentato all’esecutivo israeliano, intitolato “Alternative a una direttiva politica per la popolazione civile di Gaza”. Il piano analizza opzioni come:
Nel post, Gamliel parla esplicitamente di “migrazione volontaria” dei palestinesi, presentandosela come una delle soluzioni per la Gaza del dopoguerra e sottolineando la necessità di “scegliere tra noi e loro”.
Il video ha subito scatenato reazioni fortissime sui social e tra i commentatori politici, sia in Israele che a livello internazionale. Da molti osservatori è stato letto come una provocazione propagandistica, nonché un tentativo di legittimare le politiche più radicali di “ingegneria demografica” e trasferimento della popolazione palestinese.
Critiche sono arrivate da:
L’iniziativa di Gamliel si inserisce in una linea di comunicazione che punta a influenzare l’opinione pubblica interna e internazionale, accreditando una visione “alternativa” della ricostruzione di Gaza, in forte contrapposizione con le immagini di distruzione e crisi umanitaria attualmente mostrate dai media.
Con questa mossa, la ministra conferma la sua leadership nell’ala più intransigente del Likud, proponendosi come volto dell’innovazione nella propaganda di guerra e verbale. Nel contesto del conflitto israelo-palestinese, Gamliel usa i nuovi strumenti digitali per rafforzare le sue posizioni su sicurezza e identità nazionale.
Il dibattito apertosi intorno al suo video è destinato a proseguire, alimentando interrogativi profondi sul futuro del conflitto e sulle strategie politiche di Israele verso Gaza.