24 Jul, 2025 - 18:32

Trump non riesce a sedare la tempesta sul caso Epstein: ora i Democratici finiscono sullo stesso fronte dei MAGA

Trump non riesce a sedare la tempesta sul caso Epstein: ora i Democratici finiscono sullo stesso fronte dei MAGA

Il caso Epstein continua a scuotere la presidenza Trump. Il coinvolgimento mediatico e le speculazioni alimentano tensioni politiche e mettono d’accordo, per una volta, sia i sostenitori MAGA che l’opposizione democratica: entrambi chiedono piena trasparenza.

L’ombra del caso Epstein sulla presidenza Trump

L’attenzione mediatica che circonda i file Epstein continua a crescere. Il caso sta diventando un’ombra sulla presidenza Trump, che si trova ormai al centro della bufera.

Con l’inizio del secondo mandato di Donald Trump, il 20 gennaio, la sua base MAGA attendeva risposte sul caso del finanziere condannato per reati sessuali. Jeffrey Epstein è morto nel 2019 nella sua cella, tuttavia, il caso e la sua morte sono rimasti oggetto di speculazioni continue.

La mancanza di nuove rivelazioni ha suscitato voci dissidenti anche tra i suoi più accaniti sostenitori, soprattutto dopo la conclusione del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti e dell'FBI, che hanno dichiarato che non esiste alcun elenco di clienti d’élite e non è stata trovata "nessuna prova credibile che Epstein abbia ricattato individui di spicco". Un punto che ha generato ulteriore confusione, soprattutto perché il procuratore generale Pam Bondi aveva precedentemente affermato, durante un’intervista, che la lista era sulla sua scrivania.

In seguito alle pressioni a cui era sottoposto, Trump ha invitato la sua base a non distrarsi dall’obiettivo di rendere l’America di nuovo grande. Tuttavia, teorie di complotto e speculazioni rischiano di danneggiare la sua presidenza.

È vero, però, che il movimento MAGA si è stretto intorno al presidente quando un articolo del Wall Street Journal del 17 luglio ha riportato una presunta lettera inviata da Trump a Epstein in occasione del suo 50esimo compleanno.

Mosse dell’amministrazione e nuove indiscrezioni

Intanto, una serie di azioni dell’amministrazione Trump sono state ampiamente interpretate come tentativi di distrarre l’opinione pubblica. Tra queste, le accuse di “cospirazione traditrice” contro l’ex presidente Obama e la desecretazione dei fascicoli segreti su Martin Luther King. Contestualmente, il presidente ha chiesto le trascrizioni della giuria popolare del caso Epstein.

Tuttavia i fedelissimi di Trump non si sono fermati, nonostante gli sforzi per cambiare il focus dell'opinione pubblica.

Secondo nuove indiscrezioni, il procuratore generale avrebbe informato il presidente nel mese di maggio della revisione da parte del Dipartimento di Giustizia dei documenti sul caso Epstein, rivelando che il suo nome appare nei fascicoli. La notizia è stata riportata dalla CNN, che ha citato fonti anonime a conoscenza della discussione. Secondo questa versione, Pam Bondi avrebbe anche riferito che altri nomi di personaggi di alto profilo sono stati menzionati nei documenti. Il Wall Street Journal è stato il primo a riportare la notizia, anche se il Dipartimento di Giustizia ha successivamente dichiarato che si tratta di rivelazioni false.

Anche se la notizia resta aperta a speculazioni e possibili accuse di insabbiamento, va sottolineato che non è stato riportato il contesto preciso in cui il nome di Trump apparirebbe nei documenti. L’alta attenzione mediatica e la gestione altalenante della vicenda hanno alimentato le speculazioni in modo significativo.

Essere menzionati nei documenti del caso non implica che il tycoon abbia commesso un illecito. Non sorprende che il nome di Trump sia presente nei fascicoli, considerando che i due facevano parte dell’élite degli anni ’90 ed erano stati fotografati in diverse occasioni mondane. Non ci sono infatti prove che Trump sia coinvolto in alcuna attività illecita. Fino a prova contraria, si tratta solo di teorie del complotto.

I Democratici si uniscono al coro MAGA: più trasparenza

Mentre Trump si trova davanti alla difficile sfida di placare l’ondata di speculazioni, anche i Democratici hanno trovato terreno fertile per attaccarlo.

Fin dall’insediamento del tycoon, l’opposizione democratica non era riuscita a costruire un fronte solido contro l’operato dell’amministrazione. Ora, però, la strategia sembra cambiare: i Democratici, come i MAGA, chiedono trasparenza totale sul caso.

In particolare, hanno già convocato il procuratore generale a testimoniare davanti al Congresso in seguito alle rivelazioni del Wall Street Journal.

L’opposizione, dunque, cerca di riguadagnare terreno politico, anche in considerazione del calo di popolarità del presidente. Secondo un sondaggio CNN-SSRS, il tasso di approvazione di Trump si attesta al 42 per cento: ha perso sei punti percentuali negli ultimi mesi.

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