Chi ha giocato a God of War lo adora sopra ogni altro videogioco, perché è un’esperienza epica, profonda, visivamente potente.
Ora Amazon Prime Video è pronta a portare Kratos sul piccolo schermo, con una serie TV che promette battaglie mozzafiato, mitologia nordica e – si spera – lo stesso cuore del gioco.
Ma cosa sappiamo davvero di questo ambizioso progetto?
Portare Kratos e Atreus sul piccolo schermo non è un'impresa per deboli di cuore. È un compito che richiede non solo un budget colossale, ma un rispetto quasi sacro per una delle narrazioni videoludiche più intense e acclamate dell'ultimo decennio.
Per questo, ogni parola pronunciata da chi tiene le redini del progetto è soppesata con ansia da milioni di fan. Le recenti dichiarazioni di Ronald D. Moore, showrunner della serie God of War di Amazon, arrivate direttamente dal San Diego Comic-Con 2025, non sono solo un aggiornamento, ma una vera e propria promessa che fa ben sperare.
Moore, pur ammettendo di non aver mai adattato un videogioco prima d'ora, ha affermato con entusiasmo che il progetto è nella fase della scrittura delle sceneggiature, un momento in cui l'anima della serie prende forma.
La chiave di volta, il dettaglio che trasforma la speranza in fiducia, è la simbiosi creativa tra Moore e Cory Barlog, il direttore creativo dei giochi e, a tutti gli effetti, il custode della fiamma del franchise. "Ho avuto modo di conoscere Corey Barlog," ha spiegato Moore, "ed è una persona straordinaria che conosce a fondo la mitologia, a 360 gradi... Puoi fargli una domanda, tipo: 'Dimmi perché Kratos ha fatto questo', e poi passerà un'ora perché lui la conosce a memoria".
Questo fa ben sperare tutti i fan. Da un lato, abbiamo Moore, un maestro della narrazione televisiva, un architetto di mondi complessi e personaggi sfaccettati. Dall'altro, Barlog, il custode del canone, colui che conosce ogni cicatrice, fisica ed emotiva, di Kratos.
La preoccupazione che uno showrunner non "gamer" possa snaturare l'opera viene così, sradicata sin da subito. Moore non sta cercando di imporre la sua visione, ma di tradurre quella originale nel linguaggio televisivo, con la guida diretta di chi quella visione l'ha creata.
È una lezione su come gli adattamenti dovrebbero essere concepiti. Invece di trattare il materiale di partenza come una semplice traccia da cui deviare, sempre e comunque, l'approccio di Amazon sembra essere quello di onorarlo come un testo sacro.
L'esperienza di Moore nel gestire universi narrativi preesistenti e amati, come dimostra il suo lavoro su Star Trek, è la migliore garanzia che il rispetto per il canone è una sua priorità.
Amazon, perciò, promette un dattamento che non si accontenterà di replicare le scene d'azione, ma che cercherà di catturare l'essenza della saga norrena di God of War: il complesso, doloroso e struggente rapporto tra un padre che cerca di seppellire il proprio passato violento e un figlio che cerca il proprio posto nel mondo.
La strada dalla sceneggiatura allo schermo è ancora lunga, ma le fondamenta che si stanno gettando sono solide come la roccia di Midgard. La collaborazione tra il narratore televisivo e il cantore videoludico è il segnale più incoraggiante che i fan potessero ricevere. Il Fantasma di Sparta sembra essere, finalmente, in mani sicure.
E ovviamente noi vi terremo aggiornati.