25 Jul, 2025 - 17:08

Zelensky si sabota da solo: dopo le proteste, marcia indietro sulla legge anticorruzione

Zelensky si sabota da solo: dopo le proteste, marcia indietro sulla legge anticorruzione

Mentre la guerra continua a sconvolgere il paese, l’Ucraina ha vissuto le prime proteste antigovernative dall’inizio del conflitto. Al centro della rabbia popolare, una controversa legge voluta da Zelensky. Dopo le preoccupazioni sull’indipendenza delle agenzie anticorruzione, il presidente è costretto a fare marcia indietro.

Prime proteste antigovernative dall'inizio della guerra

L'Ucraina ha vissuto le prime grandi proteste antigovernative dall'inizio della guerra nel febbraio 2022. Il 22 luglio, i manifestanti si sono uniti nella capitale Kiev e in altre città per protestare contro una nuova legge volta a limitare i poteri delle agenzie anticorruzione.

La norma prevede di affidare la supervisione di due importanti organismi, l'Ufficio Nazionale Anticorruzione dell'Ucraina (NABU) e la Procura Specializzata Anticorruzione (SAPO), al procuratore generale. La riconfigurazione del sistema ha scatenato la furia degli ucraini, dato che la riorganizzazione consegnerebbe le due agenzie nelle mani di una figura nominata politicamente.

Secondo i critici, la mossa compromette le ambizioni dell'Ucraina di entrare nell'Unione europea. Il disegno di legge, sostenuto dal partito di Zelensky "Servo del popolo", è stato approvato rapidamente dal parlamento ucraino, la Rada, nella serata del 22 luglio.

Zelensky ha difeso la sua decisione sostenendo che si trattasse di un passo necessario per sbloccare casi bloccati da anni e che le due agenzie avrebbero continuato a collaborare tra loro. Ha anche affermato che l’obiettivo fosse quello di liberare le istituzioni anticorruzione dall'influenza russa.

Tuttavia, le critiche sono arrivate da tutte le direzioni: cittadini, avversari politici e persino organizzazioni internazionali, che hanno espresso preoccupazione per la misura. Zelensky non è riuscito a placare l’ondata di dissenso neppure il giorno successivo, quando ha annunciato l’intenzione di presentare una nuova legge volta a garantire l'indipendenza delle agenzie anticorruzione.

In una dichiarazione congiunta, NABU e SAPO hanno affermato di essere state "private delle garanzie che in precedenza consentivano loro di svolgere efficacemente i propri compiti e funzioni nella lotta alla corruzione ad alto livello", pur lasciando aperta la possibilità di una nuova legge.

Il 24 luglio, Zelensky ha annunciato che il nuovo disegno di legge punta a tutelare l’indipendenza delle istituzioni anticorruzione e a proteggere il sistema giudiziario da interferenze russe. Anche se lo ha definito “equilibrato”, non ha fornito ulteriori dettagli.

L’anticorruzione come promessa elettorale tradita?

La corruzione è un tema che tocca profondamente la società ucraina. Combatterla era, infatti, la principale promessa di Zelensky nella campagna elettorale del 2019. Grazie a questo impegno ha anche guadagnato un ampio consenso. Negli anni successivi, il presidente ha avviato diverse misure per contrastare la corruzione, consolidando la sua reputazione interna ed esterna.

Tuttavia, l’ultima manovra ha sollevato dubbi e alimentato delusione tra molti cittadini. Le recenti mosse, sommate ad un rimpasto di governo, hanno acceso il dibattito su una possibile concentrazione eccessiva di potere nelle mani del presidente.

L’Ucraina si avvia verso una leadership semi-autocratica? Per il momento, non si può parlare di questo.

Zelensky ha più volte affermato di non voler restare al potere troppo a lungo ma ciò non gli ha evitato critiche. Basti ricordare che, nel febbraio scorso, durante una crisi nei rapporti con Trump, il presidente statunitense lo ha definito “un dittatore senza elezioni” mettendo in dubbio la legittimità democratica della sua leadership.

La tenuta democratica

La guerra in corso ha reso impossibile lo svolgimento regolare delle elezioni e questo è stato spesso usato da Mosca per delegittimare Zelensky. La Russia ha ripetutamente sollecitato il ritorno alle urne sostenendo che il mandato del presidente non sia più valido.

I difensori di Zelensky ribattono che la guerra richiede una guida stabile e una mano ferma, e che lui sia un leader coraggioso in tempo di guerra. Tuttavia, l’episodio recente sulla legge anticorruzione dimostra quanto la società ucraina resti vigile e legata ai principi democratici.

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