La busta paga è un documento molto importante per il lavoratore. Al suo interno, contiene diversi elementi, tutti egualmente essenziali per la retribuzione.
Può capitare, a volte, che questa contenga qualche errore. Non bisogna andare nel panico perché è possibile chiedere la correzione, insieme al pagamento degli eventuali arretrati.
In questo articolo, vediamo se si può chiedere la correzione, come fare, entro quanto tempo e come vengono corrisposti gli arretrati.
Può capitare di ricevere una busta paga contenente qualche errore oppure omissione. La prima e più grande raccomandazione è controllare i dati contenuti al suo interno perché se lo si fa subito si può rimediare.
Si tratta di casi abbastanza frequenti, più che altro per le omissioni, tra non sottovalutare soprattutto quando come nella busta paga di luglio sono presenti tre misure che aumento lo stipendio. Ma in realtà, sempre.
Infatti, chi ha ricevuto una busta paga sbagliata può chiedere la correzione. Un adempimento necessario, soprattutto se l’errore riguarda proprio l’importo da corrispondere.
Ma come dimostrare l’inesattezza? La busta paga, intanto, non costituisce una prova del pagamento dello stipendio. Quindi, se il documento indica un importo più alto rispetto a quello effettivamente ricevuto, la discrepanza può essere facilmente dimostrata attraverso l’analisi dei movimenti bancari. Il motivo è molto semplice: lo stipendio deve essere pagato utilizzando mezzi di pagamento tracciabili.
Inoltre, il fatto che una somma sia indicata in busta paga non significa necessariamente che il datore di lavoro la riconosca o la debba effettivamente.
Chi si accorge della presenza di errori nella busta paga deve agire al più presto e farlo presente al datore di lavoro. In casi come questi, è sempre consigliabile agire in modo formale. Una buona prassi consiste nel:
I lavoratori possono anche contare su forme di tutela. Infatti, se il problema persiste, il lavoratore può:
Non pensare di poter chiedere la rettifica della busta paga in qualsiasi momento. Infatti, la correzione può essere richiesta solo entro il 16 del mese successivo.
Una volta superato questo termine perentorio non sarà più possibile per il lavoratore chiedere la correzione dei dati errati.
Il motivo che spingerebbe più a chiedere la rettifica della busta paga riguarda la presenza di eventuali arretrati.
Prima abbiamo parlato del termine per richiedere la rettifica. Se superato, come abbiamo visto, non sarà più possibile chiedere correzioni, ma questo non significa perdere automaticamente il diritto a eventuali arretrati spettanti.
Le differenze stipendiali possono essere regolarmente inserite nelle buste paga successive, sotto specifiche voci, in base all’anno di riferimento dell’importo non corrisposto, come nella seguente tabella:
Tipo di arretrato | Voce in busta paga |
---|---|
Somme riferite all’anno in corso | Arretrati anno corrente |
Somme riferite ad anni precedenti | Arretrati anno precedente |
Tuttavia, anche in questo caso, ci sono termini da rispettare (molto più ampi).
La legge prevede ampi margini temporali per il recupero degli importi non versati, che variano in base alla natura della somma non corrisposta, e possono essere:
È importante sottolineare che il termine di prescrizione decorre:
La busta paga può contenere errori, ma il lavoratore ha diritto a chiederne la correzione, soprattutto se riguarda l'importo da ricevere. La richiesta va fatta entro il 16 del mese successivo, preferibilmente con una comunicazione scritta.
Se ci sono somme non corrisposte, queste possono essere recuperate come arretrati nelle buste paga future. La prescrizione per richiedere il pagamento varia da 5 a 10 anni, a seconda della natura del credito.
La busta paga non prova il pagamento: per dimostrare eventuali mancanze basta verificare i movimenti bancari. In caso di mancato accordo, il lavoratore può rivolgersi al sindacato o al giudice del lavoro.