Il comodato d'uso gratuito è un tipo di contratto molto diffuso, spesso utilizzato tra privati o all’interno della stessa famiglia, ma con importanti implicazioni legali.
Regolato dall’articolo 1803 del Codice Civile, si tratta di un accordo gratuito in cui una parte concede all’altra l’uso temporaneo di un bene con l’impegno di restituirlo nelle stesse condizioni al termine dell’utilizzo o del periodo stabilito.
Un adempimento importante riguarda la registrazione: in questo articolo, spiegheremo prima come funziona e, poi, come registrarlo correttamente all’Agenzia delle Entrate.
Il comodato d'uso gratuito è un contratto previsto dall’articolo 1803 del Codice Civile, tramite cui una persona (comodante) consegna a un’altra (comodatario) un bene mobile o immobile, affinché ne faccia uso per un periodo o per una determinata finalità, con l’obbligo di restituire lo stesso bene.
A differenza dei contratti che prevedono uno scambio economico, il comodato è un contratto gratuito basato sulla fiducia personale. Non comporta trasferimenti di proprietà o movimenti di ricchezza, ma si caratterizza per la consegna materiale del bene e il diritto di godimento temporaneo da parte del comodatario.
Secondo l’articolo 1804 del Codice Civile, il comodatario deve:
In caso di inadempienza, il comodante può richiedere la restituzione immediata e il risarcimento danni.
Le caratteristiche essenziali del contratto di comodato sono:
Il contratto di comodato d’uso gratuito prevede anche alcuni vantaggi: il comodatario non ha diritto al rimborso delle spese ordinarie sostenute per l’uso del bene. Può, però, ottenere il rimborso delle spese straordinarie e urgenti necessarie alla conservazione del bene.
Quando si concede un immobile in comodato d’uso, la registrazione del contratto diventa fondamentale, soprattutto per poter beneficiare di importanti vantaggi fiscali legati all’Imu.
La legge, infatti, permette anche la registrazione online dei contratti verbali di comodato tramite il sito dell’Agenzia delle Entrate.
Questo è particolarmente utile per chi mette a disposizione la propria casa a un parente stretto (come un genitore o un figlio) che la utilizzerà come abitazione principale. In questo caso, si può ottenere una riduzione del 50% sulla base imponibile di Imu, a patto che l’immobile non rientri nelle categorie catastali più pregiate (A/1, A/8 e A/9).
Se il contratto è scritto, la registrazione va fatta entro 30 giorni dalla firma. Per i contratti verbali, invece, la registrazione è obbligatoria solo se il comodato è citato in un altro documento che deve essere registrato.
Anche quando non è strettamente necessario, è sempre una buona idea attribuire al contratto una “data certa” - ad esempio inviandolo tramite raccomandata con ricevuta. Per evitare problemi in caso di controlli fiscali.
Registrare il contratto o avere una data certa permette all’Agenzia delle Entrate di verificare facilmente la correttezza delle detrazioni fiscali e protegge chi concede l’immobile da possibili contestazioni.
La registrazione del contratto di comodato può avvenire in due modi principali.
Online, tramite il sito dell’Agenzia delle Entrate:
Presso un Ufficio Territoriale dell’Agenzia delle Entrate o tramite intermediari: