Monticchiello è un borgo della Val d’Orcia, in provincia di Siena, dove vivono poche decine di abitanti ma da quasi 60 anni ogni estate va in scena un autodramma dove i cittadini sono autori e attori. “La casa silente” è il titolo di quest’anno e ogni sera, fino al 14 agosto, esclusi lunedì 28, martedì 29 luglio e lunedì 4 agosto, l’autodramma viene rappresentato nella piazza. Siamo nel 2059, in un'Europa in piena crisi demografica: la popolazione è composta quasi interamente da anziani; i bambini sono rarissimi. Le famiglie sono scomparse e quasi tutti vivono soli, mentre il lavoro umano è residuale, sostituito da automazione e mega-aziende planetarie.
Nei borghi come Monticchiello sopravvivono pochissimi anziani; il resto è stato venduto a stranieri ricchissimi (di "livello sei"), trasformando così i centri storici sopravvissuti in scenografie per il turismo di lusso: una sconfinata "casa silente", in cui nessuno sembra più in grado di far tesoro del proprio passato, di individuare in esso valori guida per progettare il presente e immaginare il futuro, accettando la stasi in cambio di un modesto appagamento.
In questa apparentemente comoda e levigata "perfetta bellezza" ad uso di pochi, la sparizione di un anziano accumulatore seriale porterà un moto perturbante, trascinando tutti i coinvolti lungo un sentiero a ritroso, in cui recuperare scampoli di un senso collettivo perduto. Uno spiraglio dietro al quale, forse, qualcuno saprà intravedere un'alternativa, un modo diverso di ricostruirsi e ricostruire.
Intanto grazie al Teatro povero di Monticchiello il borgo rivive. Ed è un buon segno.