Come dimenticare l'intervista di Michele Morrone a Belve? Il seguito mediatico, i meme e la viralità di alcune sue frasi?
Le sue stories successive in cui confermava il suo pensiero con ancora maggiore rudezza. E, infine, le sue scuse, presentate sempre tramite Instagram.
A più di due mesi di distanza Michele Morrone torna a rincarare la dose, confermando ogni singola parola e aggiungendo un tassello che sposta la questione da un semplice sfogo a un caso con implicazioni politiche. Vediamo cosa è successo.
La sua crociata contro il "circolino italiano degli attori" è tutt'altro che finita, e ora ha anche l'appoggio inaspettato della Presidente del Consiglio.
Tutto è iniziato dallo sgabello di Francesca Fagnani. Lì, Morrone aveva dipinto un quadro impietoso del panorama artistico e cinematografico nostrano, un ambiente dominato, a suo dire, da un'élite intellettuale dal sapore radical chic (di sinistra, si intende).
Un club esclusivo di "poeti maledetti, sinistroidi con la boiserie anche nel c**o", come li aveva definiti senza mezzi termini, dove chi non si conforma a questo modello viene visto con pregiudizio.
E lui in tutto questo? Un outsider, nonostante, a suo dire, sia molto più talentuoso di molti colleghi, salvando di fatto solo Alessandro Borghi.
Se l'intervista aveva acceso la miccia, i social hanno fatto da detonatore e la sua intervista, anzi per meglio dire alcuni passaggi, sono diventati virali.
Poche ore dopo, l'attore aveva affidato a Instagram un post al vetriolo, un attacco frontale a un sistema che considera ipocrita. Nel suo mirino, quegli attori che "fanno i finti inclusivi democratici" e che, dopo aver vinto un David di Donatello, "si sentono Dei scesi in terra".
L'affondo più diretto, pur senza fare nomi, era sembrato indirizzato a Luca Marinelli, criticando il presunto "tormento interiore" di chi interpreta figure controverse come Mussolini, un dolore, a suo dire, dimenticato troppo in fretta di fronte al cachet milionario ricevuto per quella serie.
Molti avrebbero scommesso su un pentimento o, quantomeno, su un ammorbidimento dei toni, viste anche le scuse arrivate qualche giorno dopo sempre su Instagram.
Si sbagliavano. In una recente intervista a Libero, Morrone ha ribadito tutto, con la stessa fermezza.
Nell'intervista a Libero, Morrone afferma: "Sono un artista, non mi interessa la politica, ma la mentalità di oggi è che se non fai parte di una certa casta non sei un vero artista", ha dichiarato, confermando la sua visione di un mondo dello spettacolo diviso e governato da preconcetti.
Ed è qui che arriva il colpo di scena, la rivelazione che aggiunge un nuovo, potente, livello di lettura all'intera vicenda.
Le sue parole, che hanno scatenato un putiferio e attirato critiche feroci, hanno ricevuto anche un sostegno tanto inaspettato quanto importantissimo. "Sono rimasto molto contento per il messaggio bellissimo che mi ha inviato Giorgia Meloni", ha svelato Morrone. "Mi ha ringraziato".
Beh, in fondo quante volte la Premier ha affermato che, nel mondo del cinema e dell'arte in generale, se qualcuno dovesse affermare di votare a destra non lavorerebbe più?
Questo dettaglio trasforma la sua battaglia personale in qualcosa di più grande. Non è più solo Michele Morrone contro il "circolino", ma la percezione di una frattura culturale e ideologica che attraversa anche il mondo dell'arte.
La sua denuncia, ora, ha trovato una sponda istituzionale ai massimi livelli, legittimando la sua posizione di outsider e alimentando un dibattito che va ben oltre il talento o il successo al botteghino.