Nel 2025, sono cambiate alcune delle regole per la pensione anticipata contributiva. Tuttavia, la soglia d’importo più alta, la finestra di tre mesi e il tetto massimo dell’assegno mensile, rendono questa forma di pensione anticipata meno appetibile.
In questo articolo, parleremo di queste tre novità appena menzionate, per poi spiegare cos’è e a chi spetta.
Divenuta molto popolare, durante gli ultimi tempi la pensione anticipata contributiva ha subito alcune strette e limitazioni, a partire dalla nuova soglia.
L’importo minimo per accedervi, a partire dal 2024 e anche nel 2025, deve essere pari ad almeno 3 volte l’Assegno sociale. Un innalzamento del paletto importante, considerando che nel 2023 era fissato a 2,8 volte.
Se si considera che l’importo dell’Assegno sociale, nel 2025, è pari a 538,69 euro, allora la pensione lorda mensile deve essere pari ad almeno 1.616,07 euro.
Per le lavoratrici madri sono previste specifiche agevolazioni in termini di requisiti economici:
Per finire, un’ulteriore novità che incide sul momento di effettiva erogazione della pensione è l’introduzione di una cosiddetta “finestra mobile” di tre mesi.
In passato, il trattamento pensionistico decorreva dal mese successivo al raggiungimento dei requisiti richiesti.
Con le nuove disposizioni, invece, una volta compiuti i 64 anni di età, maturati almeno 20 anni di contributi e soddisfatta la soglia minima di importo, il lavoratore dovrà attendere un intervallo di tre mesi prima di ricevere il primo assegno pensionistico.
Come se non bastasse, la normativa vigente prevede un limite massimo all’importo della pensione anticipata contributiva, valido però solo per un periodo determinato.
Nello specifico, l’assegno mensile lordo non può eccedere cinque volte l’importo del trattamento minimo Inps, pari a circa 3.017 euro mensili per l’anno 2025.
È essenziale comprendere che tale soglia ha carattere transitorio: si applica unicamente durante la fase di anticipo pensionistico, ovvero fino al raggiungimento dei 67 anni, età in cui matura il diritto alla pensione di vecchiaia.
Superata tale soglia anagrafica, il limite decade e l’importo della pensione viene ricalcolato in misura piena, in base ai contributi effettivamente versati.
Cos’è e chi può accedere alla pensione anticipata contributiva
La pensione anticipata contributiva è rivolta ai cosiddetti contributivi puri. Si tratta di tutti quei lavoratori che hanno iniziato a costruire la propria storia contributiva a partire dal 1° gennaio 1996. L’intero montante pensionistico viene calcolato interamente con il sistema contributivo.
Per accedervi, occorre che i contributivi puri rispettino i seguenti requisiti:
Solo chi rispetta queste condizioni ha la possibilità di uscire dal lavoro prima rispetto all’età prevista dalla pensione di vecchiaia. Un anticipo di 3 anni non è poco; tuttavia, considerando le nuove regole di cui abbiamo parlato prima, nel 2025, si dimostra essere un’opzione non più così conveniente, soprattutto considerando le strette introdotte con la Legge di Bilancio 2024.
Per concludere, ricordiamo che un’ulteriore novità riguarda l’applicazione, anche a questa forma di pensione, del meccanismo di adeguamento dei requisiti alla speranza di vita.
La normativa stabilisce, infatti che, con l’aumento della longevità media, potranno essere progressivamente rivisti sia il requisito anagrafico dei 64 anni, sia quello contributivo dei 20 anni. In futuro, quindi, entrambi i parametri potranno subire un innalzamento in base agli aggiornamenti periodici previsti dalla legge.