Il nuovo numero del settimanale “Giallo”, diretto da Albina Perri e in edicola dal 31 luglio 2025, apre con un’inchiesta dagli scenari oscuri e ancora poco esplorati sull’omicidio di Chiara Poggi, la giovane uccisa nella sua casa di Garlasco il 13 agosto 2007, su cui da anni aleggia il dubbio che oltre alla condanna di Alberto Stasi, il fidanzato, possano celarsi trame ancora più torbide e radicate.
La pista che desta maggiore inquietudine prende forma dalle rivelazioni dell’avvocato Paolo Larceri, conoscitore del caso e testimone di fatti rimasti per troppo tempo ai margini della cronaca giudiziaria. Larceri sostiene che a Garlasco “accadevano fatti incredibili che riguardavano un traffico di minori, anche legati al Santuario della Bozzola”. Secondo le sue parole, queste voci erano talmente diffuse da aver raggiunto anche lui attraverso procedimenti legali e testimonianze dirette ben prima dello scandalo che nel 2014 travolse il Santuario con accuse di abusi e ricatti sessuali.
La tesi che si fa strada – senza accuse dirette ma con una serie di elementi fortemente indiziari – è che Chiara Poggi possa essere stata messa a tacere perché venuta a conoscenza di queste vicende. Il sospetto si fonda anche sul fatto che nella sua chiavetta USB fosse stata trovata una cartella denominata “Pedofilia”, contenente articoli sui casi di preti pedofili sia italiani che americani, oltre che documentazione sul caso Oscar U., giovane del paese arrestato nel 2006 per possesso di materiale pedopornografico.
Il Santuario della Bozzola, luogo di profonda devozione mariana, è stato nei primi anni 2000 perno di un sistema di potere, denaro e, secondo diverse testimonianze, attività illecite. Il rettore don Gregorio Vitali finì al centro di uno scandalo nel 2014, quando fu ricattato da due cittadini romeni, Flavius Savu e Florin Tanasie, che lo minacciarono di diffondere video compromettenti a luci rosse mai trovati. I due tentarono di estorcere 250,000 euro per il silenzio, con parte del denaro che sarebbe stata consegnata tramite il sindaco del paese nella speranza di mettere tutto a tacere.
Le intercettazioni tra don Gregorio e uno dei ricattatori mostrano protagonisti implicati in conversazioni dai toni esplicitamente sessuali e allusive a rapporti anche con giovani frequentatori del Santuario, talvolta dichiaratamente problematici o in condizioni fragili. Don Gregorio ha però sempre negato qualsiasi coinvolgimento, difeso da una parte consistente del paese che lo descrive come “un santo sempre disponibile con tutti”.
Alla base del presunto sistema criminale, oltre allo scandalo economico e religioso, affiorano testimonianze di abusi su minori, con racconti, come quello di un testimone anonimo raccolto da “Giallo”, che ha denunciato abusi subiti da bambino proprio nell’oratorio delle Bozzole: “Mi hanno messo le mani nelle parti intime. Credo di non essere stato l’unico”.
La memoria collettiva della comunità di Garlasco sembra divisa tra chi nega ogni ombra su Don Gregorio e chi invece continua a parlare di “sacchi pieni di banconote” visti nel Santuario e di una rete di sfruttamento ben più ampia, gestita da figure esterne e interessate agli affari illeciti fioriti intorno al luogo di culto.
Le lettere e i memoriali di alcuni dei protagonisti – in primis Cleo Koludra Stefanescu, nipote di uno dei romeni ricattatori, oggi in carcere per altri reati – portano accuse pesantissime: vi si parla di una vera e propria organizzazione in cui i minori venivano pagati per prestazioni sessuali, rituali a sfondo satanico e minacce di morte nei confronti di chi osasse parlare. Un quadro su cui restano dubbi circa l’attendibilità, ma che è ora oggetto di nuove indagini da parte della Procura.
Un dato certo è che Chiara, nei giorni precedenti l’omicidio, aveva effettuato ricerche su preti pedofili e sulle conseguenze della cocaina sulla sessualità deviante, arrivando a esaminare anche casi di abusi negli USA e materiali sullo scandalo locale. Un interesse che, secondo alcuni, l’avrebbe messa in pericolo. Due giorni prima della morte aveva anche visualizzato sul PC due foto del Santuario della Bozzola: un dettaglio che oggi, alla luce delle nuove rivelazioni, riapre scenari finora rimasti sottotraccia.
Albina Perri ha presentato il nuovo numero di Giallo ai microfoni di Fabio Camillacci su Radio Cusano Campus, commentando anche la querela sporta nei suoi confronti dalle gemelle Paola e Stefania Cappa.