I terremoti sono tra i fenomeni naturali più devastanti al mondo. Alcuni di questi hanno lasciato un segno indelebile nella storia, causando migliaia di vittime e distruggendo intere città. Il recente sisma che ha colpito la Kamchatka nel luglio 2025 ha riacceso l’attenzione sull’immenso potere della natura.
Il 30 luglio 2025, un terremoto di magnitudo 8.8 ha colpito la penisola della Kamchatka, nell’estremo oriente della Russia, una regione scarsamente popolata. Originato a una profondità di circa 20 chilometri, il sisma non ha allarmato solo i confini nazionali, ma anche un’area ben più estesa nel Pacifico.
La regione del Pacifico è spesso colpita da forti terremoti e tsunami. Questo accade perché si trova nell’Anello di Fuoco, una zona con molti vulcani e scosse sismiche. Si tratta di un’area a forma di ferro di cavallo che circonda l’Oceano Pacifico. Comprende più di 40mila chilometri di faglie attive e circa il 75 per cento di tutti i vulcani del mondo. L’attività sismica e vulcanica qui è molto intensa a causa della continua collisione e subduzione delle placche tettoniche. L’Anello di Fuoco attraversa numerosi paesi tra cui Russia (Kamchatka e Curili), Cile, Perù, Messico, Stati Uniti (costa ovest e Alaska), Giappone, Filippine, Indonesia, Papua Nuova Guinea, Nuova Zelanda e l’intera area delle isole del Pacifico.
Il terremoto di Kamchatka del 30 luglio, però, ha un rilievo importante. Si tratta del più forte sisma nella zona dal 1952. Inoltre, entra nella classifica dei 10 terremoti più potenti mai registrati a livello mondiale.
Il terremoto del 30 luglio 2025 è stato paragonabile solo a pochi altri eventi nella storia recente.
Nel corso del Novecento e del Duemila, diversi terremoti devastanti hanno colpito il mondo, soprattutto lungo l’Anello di Fuoco del Pacifico. Alcuni di questi eventi hanno raggiunto magnitudo superiori a 9.0, provocando tsunami, crolli e altissime perdite di vite umane.
Sulla base dei dati dell’U.S. Geological Survey (USGS), i dieci terremoti più forti mai registrati sono:
Gli allarmi tsunami e le successive evacuazioni non hanno riguardato solo la Russia, ma si sono estesi anche ad altre aree del Pacifico, tra cui Giappone e Stati Uniti. Dopo il violento terremoto al largo della costa orientale della Russia, diverse regioni del Pacifico restano sotto allerta tsunami.
Il Cile ha innalzato l’allerta al livello massimo lungo gran parte della sua costa pacifica, estendendola anche all’Isola di Pasqua, situata a oltre 3mila chilometri dalla terraferma. In Colombia, l’allerta rossa è stata attivata nella regione nord-orientale del Chocó, con evacuazioni preventive.
Allarmi restano attivi anche in Polinesia francese (in particolare per le Isole Marchesi), Isole Galapagos, Papua Nuova Guinea, Isole Salomone e Vanuatu.
Nel frattempo, in Giappone, l’allarme tsunami è stato revocato, ma resta in vigore un avviso da Hokkaido a Okinawa. Anche le Filippine, Guam, le Isole Marianne Settentrionali, la Micronesia, l’Australia e la Nuova Zelanda hanno dichiarato cessato lo stato di allerta.