Negli ultimi giorni, sempre più paesi hanno annunciato l’intenzione di riconoscere formalmente lo Stato di Palestina, segnando una svolta diplomatica di rilievo nel contesto del conflitto tra Israele e Hamas. Il tema è tornato al centro dell’agenda internazionale, spinto dall’emergenza umanitaria nella Striscia di Gaza e dalla pressione dell’opinione pubblica globale. Il riconoscimento, pur simbolico, rappresenta per molti governi un gesto politico e morale volto a rilanciare la prospettiva della soluzione a due Stati e a riaffermare il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese.
Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha annunciato il 24 luglio che il suo paese riconoscerà lo Stato di Palestina. Per ufficializzare la decisione, Parigi dovrebbe comunicarlo all'Assemblea generale delle Nazioni Unite nel mese di settembre.
Così la Francia ha avviato un’ondata politica che coinvolge man mano numerosi paesi in giro per il mondo.
Pochi giorni dopo l'annuncio di Macron, il premier britannico, Keir Starmer, ha affermato l’intenzione di fare un passo simile sempre nel mese di settembre. Sebbene Londra, per ufficializzare la decisione, abbia posto delle condizioni, l’annuncio ha comunque segnato un passaggio importante.
Alla Francia e al Regno Unito si uniscono anche Canada e Malta. Il primo ministro canadese, Mark Carney, lo ha annunciato dopo una riunione di gabinetto. Il segretario permanente del Ministero degli Esteri maltese, Christopher Cutajar, ha affermato che il suo paese da tempo sostiene l'autodeterminazione del popolo palestinese. Malta ha annunciato questa posizione durante la conferenza delle Nazioni Unite sulla soluzione a due Stati.
Quando riconoscerà lo Stato palestinese, la Francia diventerà il primo paese del G7 e il primo membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell'ONU a farlo. Con l’eventuale riconoscimento ufficiale anche da parte del Regno Unito e del Canada, tre membri del Gruppo dei Sette riconosceranno lo Stato di Palestina nel mese di settembre. Continua ad aumentare il numero delle nazioni che intendono fare questa scelta.
Mentre la guerra tra Israele e Hamas non mostra segni di arresto, la pressione politica su Tel Aviv continua ad aumentare. L’emergenza umanitaria colpisce in modo costante la Striscia di Gaza, dove milioni di palestinesi affrontano la fame, oltre alla devastazione causata dal conflitto.
Le immagini e i dati provenienti dall’enclave e decine di migliaia di vittime hanno suscitato indignazione globale. In molti paesi cresce la pressione dell’opinione pubblica, che spinge i singoli governi a prendere decisioni più concrete. Il riconoscimento dello Stato palestinese, pur essendo un atto simbolico, viene considerato anche un segnale politico e morale a sostegno di un popolo sotto assedio.
In mancanza di una reale soluzione diplomatica, diversi leader internazionali rilanciano la proposta della soluzione dei due Stati, considerata da anni l’unico percorso sostenibile a lungo termine. In questo contesto, il riconoscimento potrebbe spingere verso futuri negoziati e rafforzare un modello basato sulla coesistenza pacifica tra Israele e Palestina.
Israele, da parte sua, si è opposto con fermezza alla soluzione dei due Stati e ha boicottato la recente conferenza delle Nazioni Unite tenutasi a New York, insieme al suo più stretto alleato: gli Stati Uniti.
Oltre all’aspetto simbolico, il riconoscimento aprirebbe anche nuove vie legali e diplomatiche per i palestinesi, rafforzando il ricorso al diritto internazionale e gli strumenti per la tutela dei diritti umani.
Non va escluso, infine, che per molti governi occidentali questa mossa rappresenti anche un modo per distanziarsi dalla linea dura di Israele, oppure per rafforzare la propria leadership e la propria influenza nello scenario internazionale.
Attualmente 147 Stati membri delle Nazioni Unite riconoscono lo Stato di Palestina. Tra loro ci sono Norvegia e dieci Stati membri dell’Unione Europea: Bulgaria, Cipro, Irlanda, Svezia, Spagna, Slovenia, Slovacchia, Ungheria, Polonia e Romania.
La maggior parte dei paesi dell’Africa, del Medio Oriente e dell’Asia riconosce già lo Stato palestinese.