Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, alza il livello dello scontro con Mosca. Durante un intervento internazionale, ha invocato apertamente un cambio di regime in Russia e la confisca dei beni finanziari russi.
Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha affermato, il 31 luglio, che il mondo dovrebbe spingere per un "cambio di regime" in Russia. Zelensky ha sostenuto che, in caso contrario, il presidente russo, Vladimir Putin, continuerebbe a destabilizzare i suoi vicini.
Zelensky da tempo sostiene che gli alleati dovrebbero costringere Mosca a una pace giusta ed equa. Tuttavia, le parole del leader ucraino su un eventuale cambio di regime erano piuttosto inattese.
Il leader ucraino, inoltre, ha esortato i propri alleati a bloccare la macchina da guerra russa e ha chiesto la confisca dei beni finanziari russi.
Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina nel febbraio 2022, gli alleati hanno proceduto con il congelamento di beni statali russi. Ciò significa che la Russia non può utilizzarli ma ne resta la proprietaria. Si tratterebbe quindi di una misura temporanea. Da tempo, però, si discute se confiscare i beni al fine di usarli per la ricostruzione dell'Ucraina. Tuttavia, per poter realizzare questo passo serve una base giuridica solida, al fine di non compiere violazioni del diritto internazionale.
Le dichiarazioni di Zelensky sono arrivate durante un intervento virtuale alla conferenza che celebra i 50 anni dalla firma degli Accordi di Helsinki, che hanno gettato la base della futura Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE).
I addressed the Conference marking 50 years since the Helsinki Final Act. One of Putin’s key ideas is that Russia has no real borders, only where it wants them to be. This is a total rejection of the post-WW2 world, and this is the foundation of the current regime in Russia. pic.twitter.com/2jHyuvHa3s
— Volodymyr Zelenskyy / Володимир Зеленський (@ZelenskyyUa) July 31, 2025
Il presidente ucraino ha inasprito i toni mentre la Russia porta avanti l’offensiva estiva. Proseguono i combattimenti nella regione di Sumy, a nord-est, in quella di Kharkiv, nell’Ucraina orientale, e nel Donetsk.
Proprio il 31 luglio, l’esercito russo ha annunciato di aver conquistato la città di Chasiv Yar nella regione di Donetsk. All'inizio del mese, la Russia ha annunciato il controllo totale della regione di Luhansk. Il 30 giugno, invece, ha dichiarato di aver catturato la prima città nella regione di Dnipropetrovsk che funge da porta d'accesso verso le regioni centrali dell'Ucraina.
Parallelamente proseguono anche gli attacchi aerei su vasta scala. L'aeronautica militare ucraina ha annunciato che, solo nella notte tra il 30 e il 31 luglio, le forze russe hanno lanciato oltre 300 droni e 8 missili da crociera. L'obiettivo principale degli attacchi è stata la capitale, Kiev.
Le parole di Zelensky arrivano anche dopo l'ondata delle più grandi manifestazioni dall’inizio della guerra.
Recentemente il presidente ucraino ha firmato una legge che mirava a mettere due agenzie di controllo, l'Ufficio nazionale anticorruzione dell'Ucraina (NABU) e la Procura specializzata anticorruzione (SAPO), sotto il procuratore generale.
La misura ha scatenato il dissenso dell'opinione pubblica, dato che il controllo di due organismi sarebbe stato affidato ad una figura nominata politicamente.
Per i critici la legge comprometteva le ambizioni di far parte dell’Unione europea. La misura aveva sollevato dubbi anche su un eventuale accumulo di potere nelle mani del presidente Zelensky.
Le contestazioni, quindi, oltre ad avere un'influenza sulla leadership del presidente, potevano pesare anche su eventuali negoziati di pace.
Mosca ha in precedenza chiesto la rimozione di Zelensky dall'incarico. Ha anche messo in dubbio la sua legittimità, soprattutto dopo la fine del termine di mandato, dato che l'Ucraina non può tenere elezioni sotto le condizioni di guerra.
Zelensky, infatti, dopo giorni di proteste ha annunciato un cambiamento nella legge. Il parlamento ucraino ha ripristinato, il 31 luglio, l'indipendenza degli organismi di anticorruzione con una votazione alla Rada.