01 Aug, 2025 - 12:48

Dazi Trump, la lista dei paesi colpiti: inizia così la nuova era protezionistica Usa

Dazi Trump, la lista dei paesi colpiti: inizia così la nuova era protezionistica Usa

L’annuncio del presidente Trump sull’introduzione dei nuovi dazi universali segna un passaggio cruciale nella politica economica degli Usa. Per la prima volta dopo decenni di apertura e promozione del libero scambio, Washington opta per una linea marcatamente protezionistica. Questa nuova strategia, che colpisce la maggior parte dei paesi con cui gli Usa hanno rapporti commerciali, ha l’obiettivo dichiarato di riequilibrare il deficit commerciale americano e tutelare l’industria nazionale. La mossa rompe con la tradizione che ha guidato la politica commerciale statunitense e apre una nuova fase nei rapporti economici globali.

Il nuovo piano tariffario e le sue condizioni

Il presidente americano, Donald Trump, ha imposto nuove tariffe commerciali. Questa data segna, inoltre, un importante punto di svolta che ha segnato una rottura storica dalla ormai consolidata politica commerciale del paese. Questo significa che Trump inverte la tendenza di decenni di globalizzazione, favorendo una linea protezionistica.

Il nuovo piano tariffario degli Stati Uniti prevede dazi universali al 10 per cento. Questa aliquota verrà applicata ai paesi con cui gli Usa hanno un surplus commerciale. Si tratta della stessa cifra già annunciata il 2 aprile da Trump e riguarda la maggior parte dei paesi nel mondo.

Per coloro che hanno un deficit commerciale più alto, l'aliquota sarà diversa dal 10 per cento. Queste nazioni sono soggette ai cosiddetti dazi "reciproci". Molti di loro hanno concordato un accordo con Washington.

I paesi più colpiti: la classifica delle aliquote

  • Oltre il 40 per cento: soltanto tre paesi superano la soglia del 40 per cento. La Siria guida la classifica con il 41 per cento, seguita da Laos e Myanmar, entrambi al 40 per cento.
  • Tra il 30 per cento e il 39 per cento: in questa fascia si trovano paesi con una dipendenza ancora elevata, anche se più contenuta. Spicca la Svizzera al 39 per cento. A seguire Iraq e Serbia con il 35 per cento, mentre Algeria, Bosnia-Erzegovina, Libia e Sudafrica si attestano sul 30 per cento. Per questi paesi, il dato riflette spesso una combinazione di fattori energetici, storici e geopolitici.
  • Al 25 per cento: in questa fascia si collocano Brunei, India, Kazakistan, Moldova e Tunisia.
  • Tra il 19 per cento e il 24 per cento: una serie di paesi dell’Asia e del Pacifico rientrano in questa categoria, tra cui Bangladesh, Sri Lanka, Taiwan, Vietnam, Cambogia, Indonesia, Malaysia, Pakistan, Filippine e Thailandia, tutti compresi tra il 19 per cento e il 20 per cento. Nonostante i valori relativamente bassi, l’aggregazione di queste economie potrebbe avere implicazioni su scala regionale.
  • Intorno al 15 per cento: questa è la categoria più popolosa, con oltre 40 paesi coinvolti. Qui si trovano contesti molto diversi tra loro, dai paesi africani a quelli europei, fino a molte economie emergenti: Afghanistan, Angola, Bolivia, Botswana, Camerun, Ciad, Costa Rica, Costa d’Avorio, Repubblica Democratica del Congo, Ecuador, Guinea Equatoriale, Unione Europea, Fiji, Ghana, Guyana, Islanda, Israele, Giappone, Giordania, Lesotho, Liechtenstein, Madagascar, Malawi, Mauritius, Mozambico, Namibia, Nauru, Nuova Zelanda, Nigeria, Macedonia del Nord, Norvegia, Papua Nuova Guinea, Corea del Sud, Trinidad e Tobago, Turchia, Uganda, Vanuatu, Venezuela, Zambia e Zimbabwe.

Canada e Messico nel mirino

I due storici partner commerciali e paesi confinanti continueranno a scontare dazi significativi sui prodotti esclusi dall’accordo di libero scambio. Il Messico ha deciso di prorogare per 90 giorni l’attuale tariffa del 25 per cento, mentre le merci canadesi non esentate, in ingresso negli Stati Uniti, saranno soggette a un’imposta del 35 per cento, con un incremento di 10 punti percentuali rispetto alla soglia precedente.

Quando entreranno in vigore?

Il nuovo regime tariffario sarà applicato a partire dal 7 agosto, ma non dal primo come era stato annunciato in precedenza. Questa decisione è stata comunicata per dare alla dogana il tempo sufficiente per apportare le modifiche necessarie. Al momento, non è chiaro se potrebbe esserci un’ulteriore proroga della scadenza.

L’imposizione dei nuovi dazi da parte degli Stati Uniti rappresenta una chiara inversione di rotta rispetto al passato. Con la nuova strategia protezionistica, Trump non solo mira a ridurre il deficit commerciale, ma ridefinisce anche i rapporti economici con buona parte del mondo. Quello che è certo è che il nuovo corso americano segna l’inizio di una stagione diversa.

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