Negli ultimi giorni, una notizia lanciata dall’intelligence russa ha riacceso le speculazioni su un possibile scenario post-Zelensky in Ucraina.
Il servizio di intelligence estero russo (SVR) ha sostenuto che funzionari statunitensi e britannici hanno tenuto un incontro sulle Alpi con alcuni alti funzionari ucraini. La notizia è stata riferita, il 29 luglio, dall'agenzia russa Tass.
Secondo quanto riportato, all'incontro avrebbero partecipato il capo dell'Ufficio del presidente ucraino, Andrey Yermak, il capo della Direzione principale dell'intelligence del ministero della Difesa ucraino, Kirill Budanov, e l’ambasciatore dell'Ucraina a Londra, Valery Zaluzhny.
Durante l’incontro sarebbe stata discussa la “sostituzione” del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Gli alleati occidentali avrebbero deciso di sostenere la candidatura di Zaluzhny alla presidenza. Inoltre, l'agenzia riporta che ai partecipanti sarebbe stato promesso di mantenere le loro attuali posizioni.
In parallelo, si parla anche della recente mossa di Zelensky di limitare il potere di due organismi di anticorruzione: l'Ufficio Nazionale Anticorruzione dell'Ucraina (NABU) e la Procura Specializzata Anticorruzione (SAPO). L’approvazione di una nuova legge ha scatenato, negli ultimi giorni di luglio, le prime grandi manifestazioni dall’inizio della guerra nel febbraio 2022.
Il leader ucraino ha poi fatto un passo indietro e, con l’approvazione di una successiva norma, il 31 luglio, sono stati ripristinati i poteri delle agenzie in questione.
Secondo l'agenzia russa, riportata dalla Tass, il tentativo di Zelensky sarebbe stato architettato da Yermak per liberare il campo politico all'ascesa di Zaluzhny.
L'SVR avrebbe, inoltre, osservato che la decisione "è diventata la condizione principale per 'ripristinare' le relazioni di Kiev con i partner occidentali, in primo luogo Washington, e per la continuazione degli aiuti occidentali all'Ucraina nel suo confronto con la Russia".
Le rivelazioni mettono ancora una volta in discussione la legittimità del potere del presidente ucraino.
Le elezioni presidenziali in Ucraina, previste per il 2024, non sono state tenute in conformità con la legge marziale introdotta con l'inizio del conflitto. In un paese in guerra, le condizioni per organizzare un voto regolare e sicuro non sono realisticamente garantite. Per questo, il mandato di Zelensky si è automaticamente esteso, come previsto dalla Costituzione ucraina in tempo di guerra.
Mosca ha più volte messo in discussione la legittimità di Zelensky e ha chiesto nuove elezioni.
Il recente rimpasto di governo da parte di Zelensky e la successiva mossa sulla legge sulle agenzie di anticorruzione hanno nuovamente acceso le polemiche sull’accumulo di potere nelle mani del presidente ucraino.
Da ricordare, però, che Zelensky ha in precedenza affermato di non voler restare al potere a lungo.
Le polemiche sulla rivalità tra Zelensky e Zaluzhny sono da tempo presenti. Era stato ampiamente riportato, in precedenza, dei disaccordi tra le due figure nella gestione del conflitto e in altre decisioni strategiche.
Il potenziale rivale più popolare del presidente, Valerii Zaluzhny, ha ricoperto il ruolo di comandante in capo dell'esercito ucraino dal 27 luglio 2021 all'8 febbraio 2024. Ha assunto la carica di ambasciatore il 10 luglio 2024.
Zaluzhny resta una figura popolare in Ucraina. Secondo un sondaggio condotto il 4 e il 5 luglio, il 73 per cento degli ucraini si fida dell'ex generale. Zelensky lo segue con il 67 per cento.
Al di là delle speculazioni, solo il tempo potrà definire il futuro della carriera di Zaluzhny.