“Voglio sapere cosa è successo a mia figlia". Luciano Cinà è distrutto dal dolore. Insieme alla moglie Giusy chiede di fare chiarezza sulla morte della figlia Simona, la 20enne rinvenuta in fondo a una piscina nella notte tra venerdì 1 e sabato 2 agosto 2025 in una villa privata di Begheria, alle porte di Palermo.
Cosa sia accaduto alla giovane, atleta e promettente pallavolista, è ancora un giallo. I fratelli di Simona, Roberta e Gabriele, hanno raccontato di non essere riusciti a trovare i suoi vestiti, mentre gli altri invitati a quella che doveva essere una festa di laurea restavano "in silenzio".
Luciano Cinà, impiegato in un supermercato, e la moglie Giusy hanno la voce rotta dal pianto mentre parlano di Simona, descrivendola come "una brava ragazza" che faceva sport ed era "benvoluta da tutti”.
La coppia, insieme agli altri due figli, ha rilasciato delle dichiarazioni alla stampa accompagnati dal loro legale, Gabriele Giambrone. Hanno raccontato che nessuno li ha avvisati della tragedia.
Sono stati loro a chiamare la figlia, poco prima delle cinque del mattino, perché non era rientrata e non si era fatta più sentire, dopo l'ultimo messaggio intorno all'una. A rispondere un giovane: "Venga, Simona sta male".
insiste papà Luciano tra le lacrime. Le circostanze della morte della ragazza, infatti, sono ancora tutte da chiarire.
I familiari sottolineano, ancora una volta, che Simona- studentessa al terzo anno di Scienze Motorie - era un'atleta: oltre alla pallavolo praticava anche altri sport e si sottoponeva a controlli periodici.
hanno dichiarato. Inoltre sapeva nuotare perfettamente: "Era un pesce in acqua" ha aggiunto il padre. Un altro elemento che, secondo la famiglia, contribuisce ad alimentare i dubbi sul suo decesso.
Al momento la Procura indaga per omicidio colposo a carico di ignoti.
Secondo la sorella gemella di Simona, Roberta, e il fratello, Gabriele, sono molti i punti da chiarire. Secondo quanto dichiarato ai giornalisti, una volta arrivati nella villa privata hanno trovato il corpo di Simona già a bordo piscina, coperto da un telo e in costume.
hanno sottolineato i due ragazzi. Gli altri invitati erano "tutti bagnati, in silenzio". Inoltre non sono stati ritrovati gli abiti di Simona, ma solo le sue scarpe.
hanno precisato. Anche Roberta e Gabriele hanno descritto Simona come una ragazza che curava molto il suo aspetto fisico, che non faceva uso di sostanze e beveva "raramente".
Qualche elemento in più sulla morte di Simona Cinà arriverà dall'autopsia, prevista per lunedì 4 agosto. Come evidenziato dall'avvocato Gabriele Giambrone, che assiste la famiglia, l'esame servirà anche a chiarire l'eventuale presenza di sostanze stupefacenti e alcol.
Anche secondo il legale ci sono diversi elementi poco chiari. La villa non è stata posta sotto sequestro e la consolle sarebbe stata rimossa dopo poche ore, perché la struttura deve essere nuovamente affittata per un'altra festa.
Inoltre non sono stati trovati alcolici, a fronte di grandi quantità di bottigliette d'acqua e bicchieri di plastica. Il dubbio è che ci sia stato un tentativo di "ripulire" la villa.
Infatti nell'invito al party, gli organizzatori avevano chiesto di "portare il costume", nel caso qualcuno, troppo ubriaco, "fosse caduto in piscina". Una storia da troppi "lati oscuri", come ha sottolineato l'avvocato: nessuno si sarebbe accorto di nulla, nonostante fossero presenti circa 80 persone.
Intanto gli amici di Simona le dedicano commoventi parole sui social: "Ti porteremo nel cuore, ogni volta che si accenderanno le luci, ogni volta che la musica prenderà vita".