04 Aug, 2025 - 16:10

Califano e la galera: quante volte fu arrestato e per quali reati?

Califano e la galera: quante volte fu arrestato e per quali reati?

Franco Califano, artista geniale e “maledetto” della scena musicale italiana, non è stato solo un protagonista della musica e della mondanità, ma anche delle cronache giudiziarie. La sua vita fu segnata da due arresti eccellenti che ebbero conseguenze profonde sulla sua carriera e sulla sua reputazione. Ecco tutti i dettagli su quante volte fu arrestato e per quali motivi.

Franco Califano, quante volte fu arrestato e perché?

Franco Califano fu arrestato in due occasioni distinte nel corso della sua vita. Il primo arresto avvenne all’inizio degli anni ’70, il secondo circa quattordici anni dopo, nel pieno della bufera giudiziaria che coinvolse anche altri illustri personaggi italiani.

Primo arresto: 1970, l’ombra degli stupefacenti

La prima volta che Califano finì in carcere fu nel 1970. L’accusa era di possesso di sostanze stupefacenti. In quell’inchiesta venne coinvolto anche l’attore Walter Chiari. Califano trascorse alcuni mesi in carcere prima di essere assolto con formula piena: “il fatto non sussiste”. Questa assoluzione ci dice che, secondo la legge, le prove contro di lui erano inesistenti o inidonee, e dunque era completamente estraneo ai fatti contestati.

Secondo arresto: 1984, la maxi-inchiesta contro la camorra

Decisamente più complesso fu il secondo arresto, avvenuto nel 1984. I Carabinieri fecero irruzione nella sua villa di Primavalle a Roma, portandolo via con le gravissime accuse di associazione a delinquere di stampo camorristico e traffico di stupefacenti. Questa inchiesta era la stessa che portò in carcere anche il conduttore Enzo Tortora.

Secondo i pentiti dell’epoca, Califano sarebbe stato coinvolto nello spaccio di cocaina nell’ambiente dello spettacolo, addirittura ricevendo come compenso della droga in occasione di serate con boss camorristi. Tuttavia, tutte le accuse si rivelarono completamente infondate: le testimonianze chiave provenivano da “pentiti” come Gianni Melluso, già notoriamente inattendibile anche nell’incastrare altri innocenti come Tortora. Califano fu quindi assolto con formula piena: “il fatto non sussiste”, riconosciuto come totalmente estraneo ai fatti criminali.

L’esperienza della galera e l’impatto personale

Gli arresti e la detenzione segnarono profondamente la vita di Califano. Il periodo trascorso in carcere tra Rebibbia e gli arresti domiciliari fu duro: subì un malore, dovette far fronte a grandi timori sulla sua salute e carriera, dichiarando di aver affrontato “perdite considerevolissime in seguito a questa vicenda”. Passò sei mesi a Rebibbia e undici mesi ai domiciliari, come testimoniato dallo stesso artista.

Durante questo periodo difficile, Califano trovò la forza di trasformare le sue esperienze in arte, scrivendo il disco “Impronte digitali”. Solo molti anni dopo il pentito Melluso, principale accusatore, confessò pubblicamente di aver calunniato Califano, scagionandolo definitivamente anche nell’opinione pubblica.

Un’ingiustizia rimasta senza risarcimento

Nonostante le assoluzioni definitive, Califano fu vittima di una delle più clamorose ingiustizie giudiziarie italiane: nessun risarcimento e nessuna piena riabilitazione pubblica arrivarono a sanare le ferite della diffidenza e del sospetto che questi episodi lasciarono sulla sua memoria.

Nella storia di Franco Califano, la galera rappresenta un capitolo cupo e doloroso, fatto di false accuse e sofferenze, ma anche di dignità, arte e poesia capaci di resistere agli errori della giustizia

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