Dietro il mito romantico dell’Imperatrice Sissi, fatta di castelli, viaggi e abiti sontuosi, si cela una figura fragile, segnata da una condizione fisica e psicologica complessa.
Elisabetta d’Austria non era solo l’icona di bellezza dell’Ottocento, ma anche una donna che conviveva con una malattia che influenzò profondamente il suo modo di vivere.
Ossessionata dalla linea e dalla salute, adottò regimi alimentari rigidissimi e abitudini spesso estreme.
La sua sofferenza, probabilmente riconducibile a una forma di disturbo alimentare e a depressione, è ancora oggi oggetto di studi e riflessioni. Un lato poco noto della sua storia, che ci restituisce un ritratto più autentico e umano dell’imperatrice.
Dietro l'immagine quasi mitologica della Principessa Sissi, immortalata da film e romanzi, si nasconde la figura complessa e profondamente tragica di Elisabetta Amalia Eugenia di Baviera.
La sua vita non fu una favola come immaginiamo, ma un lungo e tormentato viaggio segnato dall'inconciliabilità tra il suo spirito libero e i doveri soffocanti della corte asburgica, un percorso che si concluse con una morte tanto violenta quanto beffarda.
La sua storia pubblica iniziò a soli sedici anni, quando nel 1854 sposò l'Imperatore Francesco Giuseppe I. Non era lei la prescelta: il destino aveva designato sua sorella Elena, ma l'Imperatore, folgorato dalla sua bellezza timida e acerba, la volle al suo fianco.
Fu l'inizio di una vita vissuta in una gabbia dorata. Sua suocera, l'implacabile Arciduchessa Sofia, vide fin da subito la sua sensibilità come una debolezza inadatta al rigido protocollo di corte e fece di tutto per minare il suo matrimonio, arrivando a sottrarle addirittura l'educazione dei figli.
Ma furono i lutti a scardinare definitivamente il suo equilibrio. La perdita della primogenita Sofia fu solo il primo di una serie di colpi devastanti. Il più duro arrivò con l'incidente di Mayerling: il suicidio-omicidio del suo unico figlio ed erede al trono, Rodolfo, insieme alla sua giovane amante.
Fu una tragedia da cui Sissi non si riprese mai, un evento che, per un crudele scherzo della storia, avrebbe messo in moto la catena di successione che portò all'Arciduca Francesco Ferdinando, la cui morte avrebbe poi innescato la Prima Guerra Mondiale.
Da quel momento, la vita di Elisabetta divenne una fuga perenne. La sua irrequietezza si manifestò in una quasi nomade ossessione per i viaggi, un modo per allontanarsi dal dolore e dalle costrizioni di Vienna.
Amò profondamente l'Ungheria, contribuendo alla creazione dell'Impero austro-ungarico, e la Grecia, dove fece costruire sull'isola di Corfù il sontuoso palazzo dell'Achilleion, di cui però si stancò presto, non appena divenne una meta turistica.
In un gesto di ribellione che scandalizzò la corte, arrivò a tatuarsi un'ancora sulla spalla, simbolo del suo amore per il mare e la libertà.
La sua ricerca di un controllo ossessivo si riversò sul suo corpo. Le crisi depressive si tradussero in un disturbo alimentare che la portava a mangiare pochissimo, abbinato a un regime di allenamento estenuante con anelli e manubri.
Il suo obiettivo era mantenere un peso inferiore ai 50 chili e una vita incredibilmente sottile, che alcuni stimano misurasse appena 48 centimetri, ottenuta stringendo i corsetti a livelli estremi e soffocanti.
I suoi capelli, lunghissimi e curati in modo maniacale, e la sua figura esile divennero la sua armatura e la sua prigione.
L'epilogo della sua vita fu tanto assurdo quanto tragico. Nel 1898, a Ginevra, fu pugnalata al cuore da un anarchico italiano, Luigi Lucheni, che cercava un bersaglio aristocratico qualsiasi da colpire.
La lama sottile di una lima penetrò nel suo corpo, ma la ferita mortale fu mascherata dal suo corsetto, così stretto da bloccare l'emorragia e impedirle di rendersi conto della gravità della situazione. Incredibilmente, riuscì a salire a bordo del piroscafo che doveva prendere, crollando morta solo poco dopo.
La sua figura è stata spesso paragonata a quella della Principessa Diana: entrambe giovani, bellissime, catapultate nella vita di corte, con matrimoni difficili da gestire e disturbi alimentari, ed entrambe scomparse prematuramente e in modo tragico.
Ma al di là dei parallelismi, la storia di Elisabetta/Sissi rimane unica: quella di un'anima moderna e ribelle, un'imperatrice che cercò per tutta la vita una libertà che le fu sempre negata, fino all'ultimo, fatale istante.