Un recente sondaggio Gallup evidenzia un cambiamento significativo nell’opinione pubblica ucraina riguardo alla guerra con la Russia: una maggioranza crescente ora preferisce una soluzione negoziata piuttosto che continuare i combattimenti fino alla vittoria.
Un nuovo sondaggio di Gallup, istituto americano di analisi e consulenza, ha messo nero su bianco un quadro interessante. La maggior parte degli ucraini è favorevole a porre fine alla guerra attraverso i negoziati. Da un altro punto di vista, ciò significa che il sostegno ai combattimenti fino alla vittoria è diminuito rispetto al periodo iniziale del conflitto.
La guerra tra Russia e Ucraina è iniziata nel febbraio 2022. Il sondaggio condotto da Gallup tra l’1 e il 14 luglio 2025 rileva che il 69 per cento degli ucraini si dichiara a favore di una fine negoziata del conflitto il prima possibile. Solo il 24 per cento invece sostiene di proseguire i combattimenti fino alla vittoria.
Si tratta di un’inversione significativa rispetto all’opinione pubblica ucraina di due anni fa. Nel 2022, infatti, il 73 per cento era favorevole a un conflitto fino alla vittoria, mentre solo il 22 per cento prevedeva una soluzione negoziata. Questa tendenza è continuata nel tempo: nel 2023 i favorevoli a una pace negoziata erano il 63 per cento contro il 27 per cento contrari, mentre nel 2024 la situazione si è ulteriormente modificata, con solo il 38 per cento favorevole e il 52 per cento contrario a porre fine ai combattimenti.
More than three years into the war, Ukrainians’ support for continuing to fight until victory has hit a new low (24%).
— Gallup (@Gallup) August 7, 2025
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La guerra prosegue senza sosta e, nel frattempo, continuano anche gli sforzi diplomatici degli Stati Uniti per porre fine ai combattimenti. Tuttavia, finora la diplomazia non ha portato a progressi decisivi. L’estate del 2025 è segnata da una nuova offensiva russa: attacchi aerei su vasta scala e avanzate sul campo si intensificano.
Nel frattempo, l’opinione pubblica ucraina ha cambiato drasticamente atteggiamento nei confronti della leadership statunitense. Sebbene il 73 per cento esprima disapprovazione nei confronti di Washington, questa diffidenza è cresciuta nel tempo: nel 2022, infatti, il 66 per cento degli ucraini approvava la leadership statunitense. Tra il 2024 e il 2025, coloro che esprimevano un giudizio positivo sono scesi dal 40 al 16 per cento, mentre i giudizi negativi sono saliti dal 37 al 73 per cento.
Nonostante questa sfiducia crescente, gli ucraini continuano a credere nel ruolo degli Stati Uniti nei negoziati di pace: il 70 per cento ritiene che Washington debba svolgere “un ruolo significativo”. Questa fiducia si allinea a quella mostrata verso altri alleati, con il 75 per cento a favore del ruolo dell’Unione Europea e il 71 per cento del Regno Unito. Per gli ucraini, quindi, gli alleati europei rappresentano un attore chiave per porre fine al conflitto.
Il 55 per cento degli intervistati inoltre ritiene che anche la Turchia abbia un coinvolgimento importante. Da ricordare che Ankara si propone come mediatore e che tre colloqui diretti tra Russia e Ucraina nel 2025 si sono tenuti proprio in Turchia.
La maggior parte degli ucraini, ovvero il 68 per cento degli intervistati, non ritiene che la guerra possa finire nei prossimi 12 mesi, mentre solo il 25 per cento pensa che una fine sia possibile in questo arco di tempo.
Il sondaggio riflette anche la posizione degli ucraini riguardo al desiderio di aderire alla Nato e all’Unione europea. Le speranze di un rapido ingresso nell’Alleanza atlantica si sono ridotte notevolmente: solo il 32 per cento sostiene che sia possibile una rapida adesione alla Nato, una percentuale dimezzata rispetto al 2022. Inoltre, il 33 per cento ritiene che l’Ucraina non farà mai parte dell’alleanza.
Per quanto riguarda l’Unione europea, gli intervistati mostrano una speranza più viva: il 52 per cento spera ancora in una rapida adesione, anche se si registra un calo del 21 per cento rispetto al 2022. Il 18 per cento, invece, ritiene che l’Ucraina non entrerà mai nell’Ue.