11 Aug, 2025 - 11:55

Chi era Anas al-Sharif? Il noto giornalista di Al Jazeera ucciso con altri colleghi in un attacco israeliano

Chi era Anas al-Sharif? Il noto giornalista di Al Jazeera ucciso con altri colleghi in un attacco israeliano

Il 10 agosto, un attacco israeliano a Gaza City ha provocato la morte di Anas al-Sharif, noto volto di Al Jazeera, insieme ad altri giornalisti. La loro morte ha suscitato indignazione internazionale.

L’attacco che ha ucciso Anas al-Sharif e i suoi colleghi

Nella serata del 10 agosto, il giornalista di Al Jazeera, Anas al-Sharif, e altri suoi colleghi sono stati uccisi in un attacco israeliano mirato contro una tenda fuori dall'ospedale al-Shifa che ospitava giornalisti a Gaza City.

Il corrispondente di Al Jazeera, Mohammed Qreiqeh, e i cameraman Ibrahim Zaher, Mohammed Noufal e Moamen Aliwa sono tra le vittime dell’operazione.

Poco prima dell'attacco, al-Sharif aveva scritto su X che le forze israeliane avevano lanciato un intenso bombardamento sulle aree orientali e meridionali di Gaza City.

Il bilancio dell'attacco è salito a sei vittime, l'11 agosto, dopo che è morto, a causa delle ferite riportate, il fotoreporter Mohammed al-Khaldi.

Chi era Anas al-Sharif

Anas al-Sharif era nato il 3 dicembre 1996 nel campo profughi di Jabalia, nella Striscia di Gaza. Laureato in Comunicazione di massa presso l'Università di Al-Aqsa, si era specializzato in radio e televisione.

Il suo percorso ad Al Jazeera era iniziato come corrispondente nel nord di Gaza.

Al-Sharif era diventato un volto noto nella copertura della guerra a partire dall'ottobre 2023, raccontando diversi aspetti del conflitto, tra attacchi, sfollamenti e l’aumento del numero di vittime.

Nel dicembre 2023 aveva perso il padre novantenne in un attacco aereo israeliano sulla casa di famiglia.

Il giornalista 28enne era sposato e aveva due figli: una femmina, Sham, e un maschio, Salah.

Minacce e accuse prima dell’uccisione

Al-Sharif era da tempo esposto a minacce.

Il Comitato per la protezione dei giornalisti (CPJ), il 24 luglio, aveva espresso forte preoccupazione per la sua sicurezza, denunciando una campagna diffamatoria dell’esercito israeliano, che il giornalista riteneva il preludio al suo assassinio.

Il CPJ aveva citato le accuse del portavoce in arabo delle Forze di difesa israeliane (IDF), Avichay Adraee, secondo cui al-Sharif avrebbe avuto legami con Hamas. In un video del 24 luglio, Adraee lo aveva accusato di essere membro dell’ala militare di Hamas, le Brigate Al-Qassam, dal 2013.

Il giornalista palestinese aveva dichiarato al CPJ di avere “la sensazione di poter essere bombardato e ucciso in qualsiasi momento”, lanciando anche un allarme per la sicurezza della propria famiglia.

La direttrice regionale del CPJ, Sara Qudah, aveva affermato:

virgolette
Non è la prima volta che Al-Sharif viene preso di mira dall’esercito israeliano, ma il pericolo per la sua vita è ora grave. Israele ha ucciso almeno sei giornalisti di Al Jazeera a Gaza durante questa guerra. Queste ultime accuse infondate rappresentano un tentativo di ottenere consenso per uccidere Al-Sharif.

Giornalismo sotto attacco a Gaza

In un comunicato del 31 luglio, la relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla libertà di espressione, Irene Khan, aveva denunciato le minacce e le accuse contro al-Sharif:

virgolette
Sono profondamente allarmata dalle ripetute minacce e accuse dell'esercito israeliano contro Anas Al-Sharif, l'ultimo giornalista di Al Jazeera sopravvissuto nel nord di Gaza…

L'IDF ha accusato il giornalista di essere a capo di una cellula di Hamas e di aver “promosso attacchi missilistici contro civili e truppe israeliane”, affermando di averne ordinato un attacco deliberato.

Dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas, nell’ottobre 2023, oltre 200 giornalisti sono stati uccisi, e secondo Reporter Senza Frontiere (RSF) almeno 46 di loro sono stati presi di mira per la loro attività giornalistica.

Il lavoro dei reporter locali rimane cruciale per raccontare al mondo ciò che accade all’interno della Striscia di Gaza. La morte di Anas al-Sharif e dei suoi colleghi evidenzia il costo altissimo pagato dai giornalisti che operano a Gaza, dove la guerra e le restrizioni alla libertà di stampa rendono il loro lavoro estremamente rischioso. 

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