Il Decreto sul cibo persone indigenti è finalmente in vigore. Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 185 dell’11 agosto e operativo dal 12 agosto 2025, definisce il “Programma di distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti per l’anno 2025”, frutto di un’azione congiunta tra il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste e il Ministero del Lavoro.
L’operazione mobilita 54,9 milioni di euro a favore del Fondo nazionale indigenti, con l’obiettivo di acquistare e distribuire prodotti alimentari di filiera italiana, garantendo standard qualitativi elevati e sostenendo al tempo stesso il comparto agroalimentare. Dietro le cifre c’è un disegno politico preciso: coniugare lotta alla povertà e valorizzazione della produzione nazionale.
Ma come verranno utilizzate queste risorse? Chi beneficerà concretamente del provvedimento? E quali strumenti organizzativi assicureranno la sua piena efficacia?
Il decreto interministeriale del 20 giugno 2025, ora pubblicato e in vigore, dà attuazione a quanto previsto dalla legge di bilancio 2025 in materia di sostegno alimentare alle fasce più fragili della popolazione. Il cuore dell’intervento è lo stanziamento di 54,9 milioni di euro per il 2025, destinati all’acquisto di derrate alimentari da distribuire sul territorio nazionale.
La regia dell’intera operazione è affidata al Fondo nazionale indigenti, strumento già operativo negli anni precedenti ma ora potenziato con risorse e criteri aggiornati. Le somme potranno essere incrementate anche grazie a donazioni e liberalità provenienti da soggetti privati, in un’ottica di cofinanziamento pubblico-privato che mira a rafforzare la capillarità del programma.
La norma individua inoltre le linee operative, precisando le categorie merceologiche acquistabili e le organizzazioni incaricate della distribuzione. In tal modo, la parte politica stabilisce la cornice e i principi, demandando la gestione a soggetti specializzati.
Il paniere alimentare definito dal provvedimento privilegia prodotti di origine italiana certificata, con l’obiettivo di mantenere alta la qualità e di sostenere la filiera interna. Nel dettaglio, l’elenco comprende biscotti per l’infanzia, formaggi DOP, riso da risotto, salumi DOP e IGP, carne di vitella, succhi di frutta, macedonia, verdure e legumi in conserva.
Una selezione che risponde a tre logiche politiche ed economiche:
Il decreto stabilisce che le forniture siano affidate tramite gare pubbliche gestite da Agea, con tempi e modalità coordinati con le esigenze delle organizzazioni beneficiarie.
La parte esecutiva dell’intervento è sotto la responsabilità dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea). L’ente sarà chiamato a bandire le gare per l’approvvigionamento degli alimenti, selezionando fornitori in grado di rispettare criteri qualitativi e tempi di consegna stringenti.
La sfida organizzativa è duplice: rispettare le procedure di evidenza pubblica e garantire continuità nell’approvvigionamento.
Agea dovrà inoltre raccordarsi con le principali organizzazioni del terzo settore coinvolte nella distribuzione: Caritas, Croce Rossa Italiana, Banco Alimentare, Banco delle Opere di Carità, Comunità di Sant’Egidio, Sempre per la Pace e Banco Alimentare Roma.
Tale modello pubblico-privato, consolidato negli anni, consente di ridurre al minimo i tempi di consegna e di sfruttare la capillarità delle reti associative, già radicate sul territorio e in grado di raggiungere direttamente i beneficiari finali.
I destinatari del programma sono le persone indigenti individuate dalle organizzazioni partner, in base a criteri di vulnerabilità economica e sociale. La definizione di “indigente” si fonda su indicatori verificabili, per garantire che le risorse vadano a chi ne ha effettivamente bisogno.
Il calendario delle forniture, che sarà reso noto da Agea nelle prossime settimane, seguirà un criterio di distribuzione regolare e programmata, per evitare interruzioni e sovraccarichi. La sostenibilità finanziaria dell’intervento dipenderà anche dall’adesione di soggetti privati al meccanismo delle donazioni, una leva che il governo punta a rafforzare.
Il provvedimento, oltre a rispondere a un’esigenza sociale immediata, rappresenta un tassello di una più ampia strategia di welfare alimentare. Se confermato e rifinanziato negli anni successivi, potrà consolidare un sistema stabile di approvvigionamento e distribuzione, riducendo l’incertezza per associazioni e beneficiari.