14 Aug, 2025 - 12:20

Guerra in Ucraina, sul tavolo il futuro di Donetsk: l'avanzata rapida in vista dell'incontro Trump-Putin

Guerra in Ucraina, sul tavolo il futuro di Donetsk: l'avanzata rapida in vista dell'incontro Trump-Putin

La guerra in Ucraina entra in una fase cruciale mentre le truppe russe intensificano l’offensiva, puntando in particolare all’oblast di Donetsk. Il 15 agosto 2025 è atteso l’incontro tra il presidente americano Donald Trump e il leader russo Vladimir Putin, un vertice che potrebbe segnare un passaggio decisivo sul fronte diplomatico. Sul terreno, però, la pressione su Kiev è in costante aumento.

Attesa per l’incontro Trump–Putin mentre la guerra infuria

Le truppe russe continuano l’avanzata in Ucraina mentre il mondo attende l’incontro tra il presidente americano, Donald Trump, e il suo omologo russo, Vladimir Putin, previsto per il 15 agosto 2025.

La guerra tra Russia e Ucraina ha ormai superato i tre anni e mezzo. Con l’insediamento di Trump, gli Stati Uniti puntano a porre fine al conflitto. Sebbene gli sforzi diplomatici finora non abbiano portato a svolte significative, i canali di comunicazione tra le parti restano relativamente aperti.

La comunità internazionale guarda con attenzione ai possibili risultati dell’incontro tra i leader di due potenze mondiali. Tuttavia, il piano diplomatico procede di pari passo con quello militare.

L’offensiva russa e la pressione su Kiev

A partire dal 2024, la Russia ha continuato ad avanzare in Ucraina. Nell'estate del 2025 ha lanciato un’aggressiva offensiva estiva, mettendo sotto pressione le forze ucraine dal nord-est, nella regione di Sumy, fino all’oblast di Donetsk, nel sud-est.

Secondo diversi analisti, questa azione militare di Mosca mira a fare pressione su Kiev al tavolo dei negoziati per ottenere il controllo di alcuni territori, tra cui spicca proprio l'oblast di Donetsk. Non è ancora chiaro se Mosca lo chiederà ufficialmente durante l’incontro con Trump in Alaska, ma l’avanzata è già in corso.

Kiev, dal canto suo, rimane ferma nella posizione di non ritirarsi, che oltre ad essere un’opzione incostituzionale, è anche una presa di posizione per evitare il rischio di una futura aggressione. In una conferenza stampa del 12 agosto, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha ribadito:

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Non lasceremo il Donbass. Non possiamo farlo. Tutti dimenticano la prima parte: i nostri territori sono occupati illegalmente. Il Donbass, per i russi, è un trampolino di lancio per una nuova offensiva futura.

La posta in gioco nel Donetsk e il vertice di agosto

Nella seconda settimana di agosto, l'esercito di Mosca ha compiuto ulteriori progressi nella regione di Donetsk. Forte di un vantaggio numerico nella zona, Mosca potrebbe proseguire l’avanzata.

Secondo la mappa di guerra DeepState, le forze russe sono avanzate di 10 chilometri verso l'autostrada Dobropillia-Kramatorsk, a circa 22 chilometri a nord della città di Pokrovsk. Quest’ultima, importante hub logistico, era già stata obiettivo di un’offensiva russa nell’estate del 2024, senza successo.

Gli sviluppi sul campo dimostrano come le forze russe abbiano intensificato gli attacchi nell’ultimo mese, puntando soprattutto verso Sloviansk, Kramatorsk, Druzhkivka e Kostiantynivka, città strategiche del Donetsk.

Secondo l’Institute for the Study of War, la resa di territori non ancora occupati dalla Russia costringerebbe l'Ucraina ad abbandonare la sua “cintura di fortezza”, una linea difensiva fortificata costruita nel 2014 e ritenuta ancora oggi fondamentale. L’istituto spiega:

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Sloviansk e Kramatorsk costituiscono la metà settentrionale della cintura fortificata e fungono da importanti snodi logistici per le forze ucraine in difesa dell'oblast di Donetsk. Druzhkivka, Oleksiyevo-Druzhkivka e Kostyantynivka costituiscono la metà meridionale della cintura fortificata.

La perdita di queste aree indebolirebbe in modo significativo la difesa ucraina, aprendo il rischio di future offensive russe verso regioni come Kharkiv e Dnipropetrovsk.

Il vertice tra Russia e Stati Uniti del 15 agosto in Alaska non rappresenta solo il primo faccia a faccia tra Putin e Trump da quando quest’ultimo è tornato alla Casa Bianca, ma anche una possibile svolta per aprire una prospettiva di pace.

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