14 Aug, 2025 - 15:42

Il nuovo piano di insediamento israeliano in Cisgiordania: il progetto di Smotrich potrebbe mettere a repentaglio lo Stato di Palestina

Il nuovo piano di insediamento israeliano in Cisgiordania: il progetto di Smotrich potrebbe mettere a repentaglio lo Stato di Palestina

Il ministro delle Finanze israeliano, Bezalel Smotrich, ha annunciato un nuovo piano di insediamenti nella zona E1 della Cisgiordania. Il progetto prevede la costruzione di migliaia di case per coloni israeliani e potrebbe compromettere la creazione di uno Stato palestinese e la soluzione dei due Stati. La questione si inserisce in un contesto già complesso di tensioni legali, politiche e diplomatiche.

Il nuovo piano di insediamento nella zona E1

Il ministro delle Finanze israeliano, Bezalel Smotrich, ha approvato un nuovo piano di insediamento nella zona E1 della Cisgiordania. Il piano, annunciato il 14 agosto 2025, prevede la costruzione di 3.401 case per i coloni israeliani. Smotrich, esponente di ultradestra israeliano e leader del Partito Sionista Religioso, ha sostenuto che il controverso progetto impedirà la creazione di uno Stato palestinese.

Smotrich ha affermato:

virgolette
Questa realtà seppellisce definitivamente l'idea di uno Stato palestinese, perché non c'è nulla da riconoscere e nessuno da riconoscere. Chiunque nel mondo cerchi oggi di riconoscere uno Stato palestinese riceverà una risposta da noi sul campo.

Il piano di nuovi insediamenti non ha ancora ricevuto l'approvazione definitiva.

Prevede la costruzione di insediamenti nell'area tra Gerusalemme Est e Ma'ale Adumim, situata nella Cisgiordania occupata, consolidando la presenza israeliana nella zona. Il progetto, inoltre, potrebbe dividere la Cisgiordania occupata in due: nord e sud.

Il progetto E1 è da tempo al centro delle critiche ed è rimasto congelato per oltre due decenni. Israele aveva già congelato i piani di costruzione in quella zona a causa delle obiezioni degli Stati Uniti, dei paesi europei e di altre potenze mondiali.

Le implicazioni legali e internazionali

Il 18 luglio, la Corte internazionale di giustizia ha stabilito che la continua presenza di Israele nei territori palestinesi è illegale e deve cessare "il più rapidamente possibile". Sebbene il parere dell'Aja non sia vincolante, questo rappresenta una posizione importante sulle politiche che comprendono anche le costruzioni e l'espansione degli insediamenti israeliani in Cisgiordania e a Gerusalemme Est.

Il massimo organo delle Nazioni Unite ha indicato la violazione del diritto internazionale con queste politiche.

Crescono, inoltre, i timori tra i palestinesi e gli attivisti che il piano possa mettere a repentaglio lo Stato di Palestina, in particolare per la divisione della Cisgiordania in due parti separate.

Reazioni internazionali e conseguenze politiche

La notizia arriva mentre diversi paesi nel mondo annunciano l'intenzione di riconoscere presto lo Stato di Palestina. Nell'ultimo mese, Francia, Regno Unito e Canada hanno dichiarato che lo faranno a settembre, a cui si unirà anche l’Australia, che ha annunciato la decisione l’11 agosto.

Nella Dichiarazione di New York, concordata in seguito alla Conferenza delle Nazioni Unite del 28 luglio, è stato apertamente sostenuto il principio della soluzione dei due Stati e trasmesso l’invito al riconoscimento di uno Stato palestinese. La realizzazione del progetto E1 potrebbe compromettere, inoltre, la concreta realizzazione della soluzione a due Stati.

Nel mese di luglio, Regno Unito, Australia, Canada, Nuova Zelanda e Norvegia avevano imposto sanzioni a Smotrich e anche al ministro della Sicurezza nazionale, nonché ad un altro leader di ultradestra israeliana, Itamar Ben Gvir.

Il progetto E1 rappresenta una sfida diretta alla possibilità di uno Stato palestinese. La costruzione degli insediamenti nella zona chiave tra Gerusalemme Est e Ma’ale Adumim rischia di dividere la Cisgiordania e di rendere sempre più lontana una soluzione negoziata, aumentando tensioni locali e preoccupazioni internazionali. La posta in gioco è alta: il futuro della Palestina e la prospettiva di una pace duratura nella regione potrebbero dipendere dalle decisioni che verranno prese nelle prossime settimane.

LEGGI ANCHE