Il vertice tra Donald Trump e Vladimir Putin ad Anchorage, in Alaska, ha suscitato grande attenzione internazionale, segnando il primo incontro diretto tra i due leader dopo sette anni. Presentato con lo slogan “Pursuing peace” (Perseguire la pace), l’appuntamento del 15 agosto 2025 si è svolto in un contesto di forti aspettative legate soprattutto alla guerra in Ucraina. Tuttavia, nonostante le strette di mano e i simbolici gesti di apertura, l’incontro non ha prodotto un accordo concreto, lasciando ancora irrisolte le principali divergenze tra Washington e Mosca.
Due leader mondiali e uno slogan: “Pursuing peace”. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e il leader russo, Vladimir Putin, si sono incontrati il 15 agosto presso la base militare congiunta Elmendorf-Richardson ad Anchorage, in Alaska.
Il vertice in Alaska ha segnato il primo incontro tra i due leader dopo sette anni. Tanto atteso, l’evento si è concluso senza particolari successi, ma non sono mancate le scene simboliche: strette di mano amichevoli, un benvenuto sul tappeto rosso e un sorvolo di aerei militari, con un B-2A Spirit e quattro caccia F-35 Lightning II. Putin e Trump, inoltre, sono saliti a bordo della limousine del presidente americano, poco dopo l’annuncio che non ci sarebbe stato un vero e proprio incontro bilaterale.
L’incontro tra Trump e Putin in Alaska è durato circa tre ore e ha avuto al centro la guerra tra Russia e Ucraina.
Rispetto al previsto colloquio bilaterale, il vertice ha preso una piega più ampia. Il presidente americano era accompagnato dal Segretario di Stato, Marco Rubio, e dall’inviato di Trump, Steve Witkoff, mentre Putin si è presentato con il Ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, e l'assistente di politica estera del presidente russo, Yuri Ushakov.
Quando è arrivato il momento di comunicare al mondo i risultati, è emerso con chiarezza che non era stato raggiunto alcun accordo. Trump, dunque, non ha ottenuto il cessate il fuoco che aveva indicato come obiettivo finale.
Durante la conferenza stampa il leader americano ha dichiarato che l’incontro è stato “molto produttivo”, pur aggiungendo che non c’è ancora piena intesa su questioni importanti.
“Ci sono alcune questioni importanti su cui non siamo ancora pienamente d’accordo, ma abbiamo fatto qualche progresso. Non sarà un accordo finché non ci sarà un accordo”, ha detto Trump.
Il vertice non ha quindi portato a una svolta concreta negli sforzi diplomatici in corso da mesi per fermare il conflitto. Con il ritorno di Trump alla Casa Bianca, Washington si è posta come principale mediatore tra Mosca e Kiev, ma finora senza risultati decisivi. Tuttavia, l’incontro in Alaska viene percepito come un passo avanti, seppur limitato, anche perché entrambi i leader hanno evitato di entrare nei dettagli.
Mentre Trump e Putin si incontravano, i bombardamenti russi sull’Ucraina non si fermavano, segnale che Mosca non intende interrompere la guerra nell'immediato.
Nel suo intervento, il presidente russo ha confermato che la situazione in Ucraina è stata uno dei temi principali del dialogo, acitando le parole di Trump, che aveva ribadito più volte che “se fosse stato presidente, la guerra non sarebbe mai scoppiata”. Putin ha elogiato l’impegno del leader americano nel tentativo di porre fine al conflitto.
“Concordo con Trump sul fatto che la sicurezza dell’Ucraina debba essere garantita e siamo ovviamente pronti a lavorare su questo tema. Spero che l’accordo raggiunto insieme ci aiuti ad avvicinarci a questo obiettivo e ad aprire la strada alla pace in Ucraina”, ha dichiarato Putin.
Il presidente russo ha inoltre menzionato altri argomenti, come la connessione stabile tra due nazioni e la necessità di una cooperazione bilaterale in vari settori, dalla tecnologia allo spazio, fino a possibili progetti nell’Artico.
L’isolamento di Mosca, cominciato con l’invasione del febbraio 2022, sembra dunque arrivare a un punto di svolta con il vertice in Alaska. Prima di concludere la conferenza stampa, Putin ha sorpreso con una battuta in inglese:
Trump, sorridendo, ha risposto:
Il vertice in Alaska tra Donald Trump e Vladimir Putin, pur senza produrre un accordo concreto, ha rappresentato un momento di forte rilevanza simbolica. L’incontro ha mostrato la volontà di entrambi i leader di mantenere aperto il dialogo. Se da un lato la guerra in Ucraina rimane irrisolta, dall’altro il summit ha offerto segnali di un possibile riavvicinamento tra Washington e Mosca. Le dichiarazioni finali hanno lasciato aperta la porta a nuovi incontri, confermando che l’Alaska non è stata una tappa conclusiva, ma piuttosto l’inizio di un percorso verso una pace difficile.