Donald Trump rivendica di aver fermato sei guerre negli ultimi mesi, presentandosi come il principale artefice della pace mondiale. Dall’Armenia al Caucaso, passando per Medio Oriente, Africa e Balcani, il presidente americano sostiene di aver impedito conflitti su larga scala grazie alla sua influenza diplomatica e politica.
Donald Trump ha dichiarato il 18 agosto di preferire un accordo di pace tra Russia e Ucraina invece di un cessate il fuoco. Le parole di Trump sono arrivate durante l’incontro con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, e altri leader europei alla Casa Bianca.
Il leader statunitense, riferendosi alle sue esperienze precedenti, ha affermato:
Le sue parole hanno avuto una risonanza mondiale, soprattutto perché, prima del suo incontro con il presidente russo, Vladimir Putin, Trump aveva sostenuto l’idea di un cessate il fuoco come passo preliminare per arrivare a un accordo di pace. Inoltre, Kiev e i suoi alleati occidentali continuano a ribadire la necessità di una tregua prima di discutere di un’intesa definitiva.
Parallelamente, un altro dettaglio ha attirato l’attenzione internazionale. Quali sono queste sei guerre a cui Trump fa riferimento e, soprattutto, se si possa davvero parlare di pace duratura nelle aree di conflitto che cita.
L'8 agosto, i leader di Armenia e Azerbaigian, Nikol Pashinyan e Ilham Aliyev, hanno firmato un accordo di pace mediato da Trump insieme agli Stati Uniti. Questo accordo avrebbe posto fine al conflitto decennale sul Nagorno-Karabakh. Inoltre, verrà creato un corridoio di transito denominato "Rotta Trump per la pace e la prosperità".
Le parti hanno anche firmato accordi con gli Usa riguardanti la cooperazione in diversi settori, tra cui quello energetico e tecnologico.
I due paesi caucasici avevano già avviato trattative per normalizzare i rapporti, ma entrambi i leader hanno affermato che la svolta è stata resa possibile grazie a Trump e alla sua squadra.
Lo stesso Trump si era espresso fiducioso quando gli era stato chiesto cosa pensasse di una pace duratura tra i due paesi.
Il 24 luglio una storica disputa territoriale si è trasformata in un conflitto di confine tra Cambogia e Thailandia. Il 28 luglio sono iniziati i colloqui e lo stesso giorno le parti hanno concordato un cessate il fuoco.
Restano i dubbi sulla durata della tregua, visto che la disputa va avanti da decenni e non è mai stata risolta in maniera definitiva.
Il 13 giugno, Tel Aviv ha lanciato attacchi contro le strutture nucleari e militari iraniane. Stati Uniti e Qatar hanno mediato un cessate il fuoco tra Israele e Iran. Questo è avvenuto dopo un raid statunitense contro il sito nucleare iraniano di Fordow.
Il 23 giugno Trump ha affermato su Truth Social che “è stato pienamente concordato da e tra Israele e Iran che ci sarà un CESSATE IL FUOCO completo e totale”.
Sebbene non sia chiaro il peso effettivo di Trump sul raggiungimento di questa tregua, alcuni esperti sostengono che la decisione di Washington di bombardare l’Iran abbia avuto un ruolo determinante nel porre fine agli attacchi.
Il 27 giugno, i ministri degli Esteri di Ruanda e Repubblica Democratica del Congo hanno firmato a Washington un accordo di pace mediato dagli Usa, con l’obiettivo di porre fine a una guerra che dura da circa tre decenni.
Sebbene si tratti di un’intesa importante, diversi analisti sottolineano che potrebbe essere solo uno dei tanti trattati già firmati e poi violati in passato dai due paesi.
Le tensioni tra India e Pakistan si sono intensificate dopo un attacco mortale contro alcuni turisti nella regione contesa del Kashmir.
Il 10 maggio i due paesi hanno raggiunto un accordo di cessate il fuoco, annunciato da Donald Trump in un momento in cui le ostilità toccavano il livello più grave degli ultimi trent’anni.
Mentre Nuova Delhi ha diffuso dichiarazioni ambigue sulla vicenda, Islamabad ha confermato il sostegno alle parole del presidente americano e lo ha addirittura candidato al Premio Nobel per la Pace.
Il 27 giugno ,Trump ha dichiarato, in conferenza stampa nello Studio Ovale, che Serbia e Kosovo erano vicini a un nuovo conflitto.
Trump ha raccontato di aver ricevuto avvertimenti da conoscenti in Serbia. Secondo il presidente americano la situazione rischiava di degenerare. Ha poi dichiarato di aver bloccato un nuovo scontro tra i due paesi, senza però fornire ulteriori dettagli.
Donald Trump ha più volte lasciato intendere di considerarsi un candidato naturale al Premio Nobel per la Pace. Nei suoi discorsi ama ricordare di aver fermato guerre o di aver avviato processi di dialogo, dal Medio Oriente ai Balcani, fino all’Asia meridionale.
Non manca, inoltre, di sottolineare che altri leader sarebbero stati premiati per molto meno, mentre i suoi sforzi diplomatici, a suo dire, non sono ancora stati adeguatamente riconosciuti. In più occasioni ha ribadito l’idea che i risultati ottenuti durante il suo mandato avrebbero dovuto garantirgli un posto tra i vincitori del Nobel, alimentando così la narrazione di un presidente mediatore di pace su scala globale.