Ma che cosa significa pensare nell’epoca dell’Intelligenza artificiale? Se lo domanda Maurizio Ferraris nel suo La Pelle, il libro edito da Il Mulino, una riflessione filosofica su che cosa distingue Intelligenza artificiale e intelligenza naturale. Pensiero, sensibilità e volontà sono ciò che caratterizza la specie umana e che l’Ia non possiede. “Quel sangue che alimenta il web, l’Intelligenza artificiale, il grande archivio della vita umana, è nostro, e deve tornare a noi” scrive Ferraris.
L’autore si chiede: “Che cosa manca al burattino per diventare un bambino? Che cos’abbiamo noi che l’intelligenza artificiale non possieda? A credere a quel che si legge, niente: i computer pensano, e meglio di noi, tanto è vero che ci portano via il lavoro. Ma a rifletterci un poco, le differenze ci sono eccome. I computer non vivono, non muoiono, non hanno paura, non si annoiano, e soprattutto non vogliono. Impassibili, registrano le nostre azioni e passioni, e hanno bisogno del nostro prompt proprio come un vampiro ha bisogno di sangue. Basta saperlo, e passa la paura”. Siamo consapevoli di quello che abbiamo lanciato in aria? Per Ferraris dipende da questa consapevolezza la possibilità di far nascere i fiori da tutto quel letame.