L’ipotesi di un incontro tra Putin e Zelensky divide analisti e governi. Dopo i vertici di Trump con Mosca e Kiev, cresce l’attesa per un possibile faccia a faccia, ma restano dubbi su tempi, luoghi e reali possibilità di svolta.
Il presidente americano, Donald Trump, è ora convinto di poter superare lo stallo diplomatico tra Mosca e Kiev.
Il 15 agosto, Trump ha incontrato il presidente russo, Vladimir Putin, in Alaska. Il vertice tanto atteso tra i due leader ha segnato un passo avanti, anche se non si tratta di una svolta nel percorso diplomatico per porre fine alla guerra.
In seguito all’incontro di Anchorage, il leader americano ha avuto un colloquio con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, alla Casa Bianca. Al vertice del 18 agosto hanno partecipato anche i leader di Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Finlandia, oltre ai rappresentanti dell’Unione europea e della Nato. Anche questo incontro ha aggiunto un tassello agli impegni che proseguono da mesi, senza però segnare un vero cambio di rotta.
Trump, convinto che i due vertici con i leader russo e ucraino possano sbloccare la situazione, sta cercando di organizzare nelle prossime settimane un incontro bilaterale tra Putin e Zelensky.
Parallelamente, il presidente finlandese Alexander Stubb ha dichiarato a NBC News: "Penso che sarà abbastanza presto", aggiungendo di sperare che ciò possa avvenire "entro le prossime due settimane".
Mentre aumentano le ipotesi, resta l’incertezza sul luogo di un eventuale incontro Putin-Zelensky. Non è ancora chiaro dove potrebbe avvenire un faccia a faccia di portata storica.
Il presidente russo è infatti destinatario di un mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale nel 2023. Di conseguenza, i 125 paesi firmatari dello Statuto di Roma hanno l’obbligo di arrestarlo. Questo rende estremamente complesso individuare una sede adatta, che sia neutrale e sicura.
La Svizzera è stata proposta sia da Stubb che dal presidente francese, Emmanuel Macron, come potenziale luogo dell’incontro. Il ministro degli Esteri, Ignazio Cassis, ha dichiarato all’emittente nazionale SRF che sarebbe possibile ospitare Putin con accordi speciali nonostante il mandato di cattura pendente.
Tra le possibili sedi figura anche l’Ungheria: Budapest è alleata sia di Trump che di Putin. Tuttavia, le opzioni Svizzera e Ungheria restano incerte, poiché gli spostamenti aerei di Putin comporterebbero comunque il sorvolo di paesi che potrebbero attenersi al mandato internazionale.
Secondo l’Afp, Zelensky avrebbe già risposto negativamente alla proposta russa di tenere i colloqui a Mosca. Alcuni media riportano che anche la Bielorussia sarebbe disposta a organizzare l’incontro.
Oltre alle nazioni citate inizialmente, restano aperte altre opzioni: la Turchia, che in passato ha già ospitato colloqui diretti tra funzionari russi e ucraini, oltre a Qatar e Arabia Saudita.
Molti analisti dubitano comunque che Putin, alla fine, accetterà davvero un incontro con Zelensky. È importante ricordare che in precedenza il leader del Cremlino ha respinto più volte la possibilità di un faccia a faccia, ponendo condizioni e arrivando persino a mettere in discussione la legittimità del presidente ucraino.
Trump, in un’intervista a Fox & Friends, ha usato un tono ottimista ma anche cauto, riconoscendo che non si può escludere che Putin non abbia intenzione di raggiungere un accordo di pace.
Da parte sua, il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha affermato in un’intervista alla televisione di Stato, il 19 agosto:
La questione resta dunque aperta almeno fino a un annuncio ufficiale sulla data dell’incontro. Allo stesso tempo, la scelta del luogo rimane un punto delicato e cruciale per la sua effettiva realizzazione.