20 Aug, 2025 - 15:03

Approvato il piano di conquista di Gaza City nonostante l’offerta di tregua: nessun posto è sicuro per i palestinesi

Approvato il piano di conquista di Gaza City nonostante l’offerta di tregua: nessun posto è sicuro per i palestinesi

Israele ha approvato un nuovo piano militare per la conquista di Gaza City, mentre Hamas accetta una proposta di tregua avanzata dall’Egitto. Mentre i mediatori internazionali cercano di fermare il conflitto, a Gaza la popolazione civile continua a vivere in condizioni drammatiche, senza alcun luogo sicuro.

Gaza, il nuovo piano militare di Israele

Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha approvato il piano per la conquista di Gaza City. Il capo di stato maggiore dell'Idf, Eyal Zamir, ha incontrato Katz, il 19 agosto, per presentare i dettagli operativi.

Il piano rappresenterebbe un’estensione dell’operazione “Gideon’s Chariots” (I carri di Gedeone), avviata lo scorso maggio, che già prevedeva di ampliare le attività militari nella Striscia e di conquistare gradualmente diverse aree dell’enclave palestinese.

L’obiettivo iniziale era smantellare Hamas e riportare gli ostaggi a casa. Tuttavia, i timori erano concentrati anche su una possibile occupazione a lungo termine, con tempistiche non definite. Già da allora, infatti, migliaia di palestinesi erano stati costretti per l'ennesima volta a sfollare dal nord di Gaza verso sud.

Il nuovo piano, approvato a distanza di tre mesi, prevede la mobilitazione di circa 60mila riservisti e la proroga del servizio per altri 20mila militari già impiegati. 

Accanto alla dimensione militare, è stato autorizzato anche un piano per l’evacuazione dei civili da Gaza City verso sud, con l’obiettivo dichiarato di isolare Hamas. Intanto, i familiari degli ostaggi restano preoccupati che la nuova operazione possa mettere ulteriormente in pericolo la vita dei propri cari.

L’offerta di tregua e il ruolo dei mediatori

L’approvazione del piano coincide con nuovi sforzi diplomatici dei mediatori per raggiungere un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza.

L’ultima proposta, promossa dall’Egitto, prevede il rilascio di 10 ostaggi ancora in vita in cambio di circa 150 detenuti palestinesi nelle carceri israeliane, durante una tregua della durata di 60 giorni.

Hamas ha già accettato i termini, mentre Israele sta ancora valutando la proposta e dovrebbe comunicare la propria decisione entro venerdì 22 agosto. Tuttavia, le aspettative per una risposta positiva da parte di Tel Aviv restano basse, poiché le autorità israeliane hanno più volte ribadito di non voler accettare accordi parziali. In questo caso, infatti, si tratterebbe soltanto del rilascio di circa la metà degli ostaggi ancora in vita, oltre alle salme di altri prigionieri.

Sul piano internazionale, aumentano le pressioni nei confronti di Israele affinché accetti un cessate il fuoco, mentre la comunità mondiale continua ad assistere all’aggravarsi della crisi umanitaria, con fame e carestia che colpiscono migliaia di civili palestinesi.

Emergenza umanitaria: nessun luogo sicuro a Gaza

La guerra tra Israele e Hamas, iniziata nell’ottobre 2023, prosegue da oltre dieci mesi. 

Secondo quanto riportato dai media locali, alcune zone di Gaza City sono state oggetto di diversi attacchi israeliani, spingendo numerose famiglie palestinesi a dirigersi verso il sud. Tuttavia, anche le aree meridionali, già sovraffollate e prive di adeguate infrastrutture umanitarie, non garantiscono sicurezza. Inoltre, gli attacchi diffusi in tutto il territorio testimoniano che, a Gaza, nessun luogo può essere considerato realmente sicuro.

Secondo il ministero della Salute dell’enclave, dal 7 ottobre 2023 hanno perso la vita oltre 62mila palestinesi, mentre altri 156.758 sono rimasti feriti. Tra coloro che cercavano aiuti umanitari le vittime hanno superato le 2mila unità. Inoltre, la crisi alimentare ha provocato la morte di 269 persone, tra cui 112 bambini.

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