La safety car, fino a poco tempo fa conosciuta solo nel linguaggio delle corse automobilistiche, è oggi protagonista anche sulle nostre autostrade.
Dal 19 agosto 2025 sono entrate in vigore nuove regole che disciplinano l’utilizzo di questo strumento nel traffico ordinario. Con la pubblicazione del decreto ministeriale in Gazzetta Ufficiale, le disposizioni introdotte dalla riforma del Codice della strada dello scorso dicembre sono diventate operative.
Si tratta di cambiamenti che incidono direttamente sulla condotta degli automobilisti, sui poteri di controllo delle autorità e sul coinvolgimento di soggetti privati.
Ma quali sono le novità più rilevanti? Come bisogna comportarsi quando entra in azione la safety car? Quali sanzioni rischia chi non rispetta le regole?
La riforma del Codice della strada ha modificato l’articolo 43, ampliando i casi in cui può essere impiegata la safety car. Prima bastavano “esigenze connesse con la fluidità o la sicurezza della circolazione”. Oggi, invece, la norma menziona espressamente la “protezione degli operatori stradali”: addetti ai cantieri, manutentori, soccorritori e forze di polizia.
Il nuovo comma 5-bis stabilisce che il rallentamento graduale del traffico può essere disposto tramite una safety car solo su strade con carreggiate indipendenti o separate da spartitraffico. L’obiettivo è prevenire pericoli dovuti a:
Il decreto ministeriale ha inoltre stabilito che l’attivazione della safety car non è una misura isolata. Devono essere controllati gli svincoli presenti nel tratto interessato e predisposti ulteriori strumenti di segnalazione visiva e luminosa.
In questo modo il rallentamento diventa uniforme, riducendo la possibilità che veicoli estranei si inseriscano a velocità elevate nella zona di pericolo.
Dal 19 agosto, dunque, la safety car non è più una misura eccezionale legata a emergenze isolate, ma un meccanismo strutturale di gestione del traffico riconosciuto e normato.
Il decreto ministeriale chiarisce con precisione i comportamenti da adottare quando si incontra una safety car. Non si tratta di semplici raccomandazioni, ma di obblighi giuridici destinati a incidere sul comportamento di guida quotidiano.
Gli automobilisti devono:
È assolutamente vietato superare il veicolo guida. Tale divieto, che in passato poteva essere interpretato con maggiore elasticità, oggi è formalizzato. Chi non rispetta queste regole si espone a sanzioni pesanti e immediate.
Il legislatore ha scelto un approccio severo per scoraggiare comportamenti imprudenti. Ignorare le disposizioni relative alla safety car comporta conseguenze significative.
Le sanzioni previste sono:
L’inasprimento del regime sanzionatorio risponde a un principio di deterrenza: il mancato rispetto delle regole non è una semplice infrazione amministrativa, ma un comportamento che può mettere a rischio la vita di operatori stradali e automobilisti.
La sospensione della patente è stata calibrata proprio per incidere sulla quotidianità degli automobilisti. Una sanzione economica può essere percepita come tollerabile, ma restare senza licenza di guida per mesi significa dover riorganizzare lavoro, spostamenti e vita personale.
Il ricorso alla safety car nasce da esigenze molto concrete, emerse in trent’anni di gestione della viabilità. I rischi maggiori si concentrano in due contesti:
Il pericolo principale è il tamponamento multiplo. Quando i veicoli sopraggiungono a velocità elevata e trovano improvvisamente ostacoli o rallentamenti, anche pochi secondi di distrazione possono generare una catena di collisioni.
La safety car impone un’andatura uniforme e ridotta, spezzando la dinamica dei tamponamenti a catena. Inoltre, rappresenta un presidio di tutela per il personale che lavora sulla carreggiata, spesso vittima di investimenti da parte di automobilisti che ignorano la segnaletica o sottovalutano la pericolosità dei tratti interessati.
Il decreto ministeriale non si limita a rafforzare i poteri della Polizia stradale, ma introduce una novità significativa: la possibilità che la safety car sia gestita anche da soggetti privati.
Non si tratta di un’apertura indiscriminata. Potranno svolgere questa funzione soltanto operatori già autorizzati alle scorte tecniche per trasporti eccezionali, dotati di personale abilitato e veicoli conformi.
Le vetture utilizzate dovranno essere riconoscibili e dotate di:
L’obiettivo è garantire che, anche se gestita da privati, la safety car mantenga standard di sicurezza omogenei.
La decisione nasce da un’esigenza concreta: gli organici della Polizia stradale sono ridotti e il dispiegamento di safety car richiede personale numeroso. Coinvolgere operatori privati significa aumentare la capillarità del servizio e rendere operativo lo strumento anche in tratti autostradali che in passato rimanevano scoperti.