La guerra in Ucraina continua a spostarsi verso nuovi equilibri e fronti sempre più delicati. Dopo mesi di scontri concentrati soprattutto nell’est e nel sud del paese, la Russia ha compiuto un passo significativo entrando nella regione di Dnipropetrovsk. Per la prima volta, Kiev ha ammesso ufficialmente un’infiltrazione russa in questa zona, confermando i timori di un’estensione dell’offensiva. Si tratta di un territorio che non è solo rilevante dal punto di vista militare ma che rappresenta anche un cuore pulsante dell’economia e delle infrastrutture ucraine.
Le forze armate ucraine hanno riconosciuto che la Russia ha oltrepassato i confini della regione di Dnipropetrovsk. La Bbc ha riportato le parole di Viktor Trehubov, del Gruppo strategico operativo delle forze di Dnipro, che ha affermato:
Il progetto di mappatura DeepState segnala che l’esercito russo avrebbe occupato i villaggi di Zaporizke e Novohryhorivka, appena all’interno della regione. Lo Stato Maggiore ucraino, però, smentisce e dichiara che sono in corso combattimenti.
La Russia porta avanti un’offensiva estiva. All'inizio del mese di giugno, Mosca ha annunciato l'intenzione di intensificare l'offensiva in questa regione centrale ucraina. Ciò significa che l’esercito russo cerca di spingersi oltre, con l’obiettivo di ottenere il controllo delle zone più interne del territorio ucraino.
All’inizio del mese di luglio, i media russi hanno diffuso la notizia che le forze di Mosca stavano avanzando nella regione e che il primo villaggio della Dnipropetrovsk era caduto. Sebbene le versioni delle parti sulle nuove rivendicazioni siano spesso contrastanti, il riconoscimento ucraino rappresenta un segnale di rilevanza strategica.
Prima della guerra, Dnipropetrovsk era uno dei centri industriali più importanti dell'Ucraina ed era il secondo polo di industria pesante del paese dopo il Donbass. Si tratta dunque di uno dei principali motori economici ucraini.
La regione ospita grandi impianti metallurgici e minerari ed è altrettanto importante per l’agricoltura, grazie ai terreni fertili che permettono la produzione di grano, girasole e barbabietola da zucchero.
La sua rilevanza è legata anche a fattori geografici: situata nel centro-est del paese, confina con il Donetsk e rappresenta un punto cruciale di collegamento tra le zone più calde del fronte e il resto dell'Ucraina. Dnipropetrovsk funge inoltre da corridoio logistico e militare fondamentale durante la guerra. Resta vitale per Kiev anche per i collegamenti con gli oblast meridionali, in particolare Mykolaiv e Zaporizhzhia.
Pur non avendo avanzato rivendicazioni territoriali formali su Dnipropetrovsk, a differenza di quanto fatto per Donetsk e le altre quattro regioni orientali, la Russia potrebbe consolidare qui nuove posizioni, aumentando i timori per un allargamento del conflitto in un momento in cui gli sforzi diplomatici per la pace non hanno ancora prodotto risultati significativi.
Le forze russe si sono concentrate soprattutto, a partire dal 2024, sui progressi nell’Ucraina meridionale e sul Donetsk. Secondo alcune ipotesi, Putin sarebbe disposto a fermare la guerra se Kiev concedesse alla Russia il controllo delle aree del Donetsk ancora in mano ucraina, ma non vi sono dichiarazioni ufficiali a sostegno di questa posizione.
Sul piano internazionale, i negoziati restano complessi. Sebbene il presidente americano Donald Trump abbia incontrato Vladimir Putin il 15 agosto e, pochi giorni dopo, abbia ospitato a Washington il presidente ucraino Volodymyr Zelensky insieme ad alcuni leader europei, numerose questioni rimangono aperte. Tra queste vi sono le garanzie di sicurezza richieste da Kiev e la possibilità di un futuro vertice diretto tra Putin e Zelensky, che potrebbe rivelarsi decisivo per le sorti del conflitto.
L’ingresso delle forze russe nella regione di Dnipropetrovsk segna dunque una nuova fase del conflitto.
La sua centralità economica e geografica rende questa zona un obiettivo di grande valore, tanto per Mosca quanto per Kiev. Se la Russia riuscisse a consolidare posizioni in questa parte del paese, gli equilibri militari e politici potrebbero cambiare in maniera radicale. Sullo sfondo, la diplomazia internazionale cerca di trovare uno spazio per una trattativa, ma la distanza tra le parti rimane ampia e le prospettive di una pace sembrano ancora lontane.