Nella giungla delle sigle che popolano il mondo del lavoro, la Naspi è forse quella che più spesso accompagna i momenti delicati della vita professionale. Non è un bonus, non è un regalo, ma un vero e proprio paracadute, pensato per chi si ritrova improvvisamente senza occupazione. La disoccupazione, infatti, offre un sostegno economico momentaneo per aiutare a rimettersi in piedi. Come funziona? Quando dura? E soprattutto a chi spetta davvero? In questo articolo risponderemo in modo chiaro e semplice a queste domande, poste ogni giorno da migliaia di lavoratori
La disoccupazione in Italia
Il concetto di disoccupazione rimanda a una condizione economica e sociale ben precisa: un'ampia fascia della popolazione, costruita da individui in età lavorativa, legalmente capaci di lavorare, disposti e in cerca di un lavoro. Queste persone sono coperte da un'indennità, che si propone come un'assicurazione a favore dei lavoratori dipendenti che, involontariamente, per ragioni diverse si trovano privati della propria occupazione.
Attraverso delle statistiche si è arrivato a raggiungere una percentuale maggiorata del 0,4% in un solo mese di disoccupazione in Italia arrivando al 6,5% al di sopra delle aspettative di mercato che presumevano un calo al 6%, segnando la più alta percentuale di disoccupazione da quasi un anno. Il numero di disoccupati è salito di 1.691.000 unità, il valore massimo registrato nell’ultimo anno. Al contrario, il numero degli occupati è arrivato a 24.301.000 unità, il massimo prospettato. L’incremento della disoccupazione è stato dovuto a un incremento dell’offerta del lavoro. In Italia, troviamo alcune tra le peggiori regioni per il tasso di disoccupazione: la Sicilia, la Campania, la Calabria e la Puglia.
Parlando di occupazione femminile, la situazione non è tra le migliori. Nelle regioni del Sud Italia, donne tra i 15 e i 64 anni, si trovano occupate.
A chi è rivolta? Requisiti necessari per richiederla
Per accedere alla Naspi, un requisito fondamentale è che il dipendente abbia effettuato almeno 13 settimane di contribuzione nei 4 anni antecedenti la disoccupazione. Non tutti i contratti di lavoro danno accesso alla Naspi. un’altra condizione è che la disoccupazione sia involontaria, cioè la causa non deve provenire del lavoratore.
La NASPI è riconosciuta ai lavoratori subordinati che hanno dei requisiti ben precisi, come:
- dimissioni per giusta causa
- dimissioni avvenute durante il periodo di maternità,
- risoluzione consensuale del rapporto di lavoro
- risoluzione consensuale a seguito del rifiuto del lavoratore di trasferirsi
- Licenziamento per superamento del periodo di comporto, ossia per aver raggiuto il massimo di assenze legate alla malattia
- licenziamento disciplinare
- contributi figurativi accreditati per maternità obbligatoria;
- i periodi di astensione dal lavoro
In caso di licenziamento, il lavoratore ha diritto alla Naspi, anche se quest’ultimo avviene per giusta causa.
Alcuni esempi di giusta causa implicano:
- Il mancato pagamento di più di due stipendi
- Il ritardo grave e ingiustificato nel pagamento dello stipendio
- L’omesso versamento dei contributi
- Maltrattamenti personali come mobbing, molestie sessuali
- L’assegnazione a mansioni inferiori
- L’assenza delle regole sulla sicurezza
- Crisi aziendale, fallimento dell’azienda o cessazione dell’attività
- Inabilità lavorativa, a causa di un’infermità fisica
- Qualora il rifiuto sia stato espresso solo oralmente, quindi non sia stato formalizzato per iscritto all’Inps
Qualora il datore di lavoro non rinnovi il contratto a tempo determinato scaduto, oppure nell'altro caso di rinuncia del lavoratore alla scadenza senza giusta causa, accredita il diritto alla Naspi ad uno ed esclude il diritto all'assegno all'altro.
Stessa situazione si applica qualora il lavoratore si rifiuti di rinnovare il contratto
Quanto dura?
L'importo totale della NASpI, nonché il periodo massimo in cui sarà in vigore, si determinano sulla base della retribuzione media negli ultimi quattro anni di contribuzione e per un numero di settimane pari alla metà delle settimane di contributivi versati negli ultimi quattro anni.
Il periodo di fruizione del trattamento non potrà superare le ventiquattro mensilità, cioè i due anni. Anche in questo caso si tratta di una durata piuttosto ampia ma giustificata dal fatto che la NASpI, a partire dal 2017, rappresenta la principale forma di sostegno al reddito riservata a chi non abbia potuto trovare un'occupazione stabile.
L'indennizzo di disoccupazione NASpI spetta a partire:
A cura di Alice Maria Masneri