La Global Sumud Flotilla si prepara a salpare dal Mediterraneo verso Gaza con l’obiettivo dichiarato di rompere l’assedio e aprire un corridoio umanitario marittimo. A bordo ci saranno attivisti, medici, avvocati, sacerdoti e delegazioni da 44 paesi. Tra i nomi di spicco figurano Greta Thunberg e l’ex sindaca di Barcellona, Ada Colau. L’iniziativa si inserisce in un contesto di crescente emergenza umanitaria nella Striscia, dove la guerra tra Israele e Hamas non mostra segni di tregua.
Mentre la guerra tra Israele e Hamas non dà segnali di arresto, diverse imbarcazioni con attivisti e aiuti umanitari sono pronte a salpare verso la Striscia di Gaza nel tentativo di "rompere l'assedio illegale" imposto da Tel Aviv all’enclave palestinese. L’obiettivo è quello di stabilire un corridoio umanitario marittimo.
L’iniziativa si chiama Global Sumud Flotilla (GSF). Riunisce quattro realtà: la Maghreb Sumud Flotilla, il Global Movement to Gaza, la Freedom Flotilla Coalition e Sumud Nusantara. Si presenta come una coalizione che unisce operatori umanitari, medici, avvocati, sacerdoti, artisti e attivisti. A questa ampia rete di individui si aggiungeranno delegazioni nazionali provenienti da 44 diversi paesi. Oltre alla portata internazionale e all’obiettivo, il sostegno di figure di alto profilo ne rafforza l’importanza simbolica.
La partenza ufficiale è fissata per il 31 agosto 2025 da Barcellona, in Spagna, alle ore 15, secondo quanto riportato in un post su X. Altre imbarcazioni salperanno da Tunisi, in Tunisia, e dalla Sicilia, in Italia, il 4 settembre.
A bordo ci saranno tra gli altri l’attivista svedese Greta Thunberg e l’ex sindaco di Barcellona, Ada Colau.
Sempre il 31 agosto partiranno anche le barche dal porto di Genova. La loro prima tappa sarà Augusta, in Sicilia. Il 4 settembre si uniranno al resto della Flotilla italiana e successivamente si congiungeranno con le navi provenienti da altri porti del Mediterraneo.
L’obiettivo finale è raggiungere la Striscia di Gaza entro metà settembre.
Non è però chiaro quante navi prenderanno effettivamente parte all’iniziativa.
Precedenti tentativi di raggiungere Gaza sono stati ostacolati. A giugno, la nave Madleen della Freedom Flotilla Coalition, con Greta Thunberg e 11 altri attivisti provenienti da Brasile, Francia, Germania, Spagna, Turchia, Paesi Bassi e Svezia, è stata intercettata a 185 km a ovest della Striscia e l’equipaggio è stato successivamente espulso. A luglio, anche il tentativo di 21 attivisti di dieci paesi a bordo della nave Handala è stato bloccato.
Il rischio di fermo degli equipaggi resta dunque concreto ma la portata dell’iniziativa punta a mantenere alta l’attenzione internazionale.
Mentre la guerra tra Israele e Hamas si avvicina al secondo anno, a Gaza la situazione umanitaria è al collasso. Centinaia di migliaia di persone vivono in condizioni di fame estrema, con donne e bambini tra le vittime più colpite. Migliaia di civili continuano ad essere sfollati, soprattutto con l’inizio della nuova offensiva militare a Gaza City, ma il sud della Striscia è già sovraffollato e privo di risorse. Ospedali, case e strade sono distrutti e l’accesso a cure e acqua potabile resta critico.
Fame e bombardamenti hanno già causato decine di migliaia di morti, trasformando Gaza in una delle peggiori emergenze umanitarie al mondo.
Le Nazioni Unite avvertono che la carestia si sta diffondendo. 339 persone, tra cui 124 bambini, hanno perso la vita per fame. Il bilancio totale delle vittime ha superato quota 63 mila.