01 Sep, 2025 - 21:24

Putin, Modi e Xi al vertice della SCO: un altro mondo è possibile ma come? Lo dice una fotografia

Putin, Modi e Xi al vertice della SCO: un altro mondo è possibile ma come? Lo dice una fotografia

Il vertice SCO a Tianjin ha visto Xi Jinping, Vladimir Putin e Narendra Modi protagonisti di una fotografia simbolica che ha catturato la nuova geografia del potere mondiale. In un contesto segnato dalle tensioni commerciali imposte da Trump, il summit ha rappresentato l’occasione per promuovere un ordine multipolare, rafforzare il ruolo del Global South e mettere in campo politiche economiche alternative all’egemonia occidentale.

Un vertice che vuole ridefinire l’ordine mondiale

Il vertice dell'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (SCO) continua ad attirare l'attenzione mondiale. L'incontro a Tianjin, che unisce circa 20 leader mondiali, si svolge mentre le tariffe commerciali del presidente americano, Donald Trump, hanno avuto effetti sul commercio globale e sui mercati. Al vertice viene attribuito un peso importante per il rimodellamento dell'ordine mondiale.

È stato il più grande vertice nella storia della SCO dal 2001, con la presenza di numerosi stati osservatori, dall'Egitto alla Malesia, oltre ai leader del blocco eurasiatico.

Già il 31 agosto era stata una giornata di diplomazia, quando il presidente cinese, Xi Jinping, e il primo ministro indiano, Narendra Modi, hanno avuto un incontro. I rapporti tra i due paesi erano stati turbolenti negli ultimi anni, ma questo appuntamento è stato considerato un passo per ricucire i legami. 

La posizione di Russia, India e Cina

Cina e India sono i principali acquirenti di petrolio greggio dalla Russia, il secondo esportatore mondiale. Tuttavia, l'amministrazione Trump ha introdotto dazi supplementari del 25 per cento sulle importazioni indiane, mentre Pechino non è stata colpita da queste misure. Un elemento che mostra come gli equilibri economici si intreccino con le scelte politiche. Per diversi analisti, il faccia a faccia tra Xi e Modi è stato il segnale che Nuova Delhi vuole mantenere aperti i canali sia con Mosca sia con Pechino.

Presente al vertice anche il leader russo, Vladimir Putin, che ha avuto una visibilità significativa. Il presidente russo ha dichiarato che la SCO, "a differenza dei modelli eurocentrici ed euro-atlantici, prenderà realmente in considerazione gli interessi di un'ampia gamma di paesi, sarà realmente equilibrata e non permetterà a un paese di garantire la propria sicurezza a scapito degli altri".

Xi, multipolarismo e il messaggio al sud globale

Con il ritorno di Trump sulla scena mondiale, qualcosa sembra destinato a cambiare negli equilibri geopolitici. Per molti analisti siamo sull'orlo di una nuova era imperialista. Quale che sarà il nuovo ordine mondiale, potrebbe emergere un multipolarismo in grado di spostare l’attenzione dall’Occidente.

Il presidente cinese insiste infatti per un nuovo ordine economico e di sicurezza globale dando maggiore spazio al sud del mondo. "La governance globale è giunta a un nuovo bivio" ha affermato Xi senza nominare apertamente Washington. Ha inoltre esortato i leader regionali a opporsi alla "mentalità da Guerra Fredda", invocando una “multipolarizzazione equa e ordinata” del mondo.

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Dobbiamo continuare a prendere una posizione chiara contro l'egemonismo e la politica di potenza e praticare un vero multilateralismo.

Una fotografia, quella che ritrae Putin, Modi e Xi sorridenti insieme a Tianjin, ha trasmesso forse meglio delle dichiarazioni l’idea di un nuovo ordine mondiale. Tre grandi potenze con agende diverse, ma che riflettono su dinamiche di potere in evoluzione.

Non è ancora chiaro quanto tempo servirà per dare vita alla nuova governance globale auspicata da Xi. Resta però la domanda: sarà un ordine mondiale sino-centrico? Pechino ha sfruttato l’evento per mostrare il proprio impegno verso il sud globale e ribadire la centralità delle sue ambizioni.

La foto incastonata tra Xi, Putin e Modi a Tianjin non è un gesto casuale: è un’istantanea di un mondo che ha la volontà di riformulare la sua governance oltre l’Occidente. Ma alle promesse di un nuovo multipolarismo devono ancora seguire fatti concreti. Ogni potenza presente al tavolo porta con sé interessi propri e spesso divergenti, e il cammino verso una vera architettura internazionale alternativa all’Occidente appare ancora lungo.

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